Re: visita da simoncini

Inviato da  simoncini il 14/2/2006 21:30:39
A proposito di statistiche del cancro

Le statistiche risentono, come è noto, del potere economico del committente. Ad esempio, i derivati del petrolio sono (dati alla mano) cancerogeni per gli studi oncologici ufficiali, mentre sono (dati alla mano) benefici per gli studi sovvenzionati dalle compagnie petrolifere.
Inoltre, se un oste deve compilare una graduatoria sulla bontà dei vini di due osterie, la sua e quella del concorrente vicino, si può ragionevolmente ritenere che si verifichi un rischio di parzialità. Così, a mio avviso, sono le statistiche oncologiche ufficiali.
I singoli cittadini sono inermi, perché sono nelle mani di chi produce i medicinali e contemporaneamente produce le loro certificazioni di garanzia.
Quando però avviene una collisione tra poteri economici forti (multinazionali del farmaco contro quelle del petrolio oppure contro il sistema delle assicurazioni ecc) le magagne vengono allo scoperto. A tal proposito vale ricordare, per tutti, l’episodio della completa contraffazione dei dati operata da tutti gli esimi professori dei dipartimenti di oncologia di mezzo mondo, partecipanti ad uno studio multicentrico internazionale sulla “chemioterapia ad alte dosi” nel cancro.
In sintesi le assicurazioni americane, stanche di pagare ingenti somme di denaro per una terapia (dati alla mano) più inutile e dannosa delle altre, sguinzagliarono degli 007 in giro per il mondo e riuscirono a verificare e dimostrare che tutti gli studi e le risultanze statistiche erano false. Tale episodio è chiamato “l’affare Bezwoda”, dal nome del professore del centro oncologico di Johannesburg, che era il centro pilota degli studi.
Si potrebbe parlare per ore con un tira e molla tra conformisti e ribelli, tra esimi professori e ricercatori reietti, e via dicendo. La sostanza però rimane sempre la stessa: 10.000.000 milioni di morti all’anno per cancro e tasso specifico di mortalità invariato da decenni.
In pratica è lecito asserire che il tasso di sopravvivenza ufficiale nella UE del 46% sia solo il risultato di una serie di errori, distorsioni e forzature, abilmente sfruttate per mascherare il fallimento assoluto.
Se togliamo difatti dal computo:
Gli stadi iniziali dei tumori, dove la regola è l’incertezza.
Gli artefatti diagnostici del cancro del seno
Le forzature statistiche dei tumori del colon
Gli stati di iperproliferazione del sistema linfatico, causati da migliaia di condizioni morbose non neoplastiche.
Se togliamo cioè tutte le indebite omologazioni sotto la denominazione “cancro”, delle statistiche ufficiali rimane ben poco.
Difatti nei tumori certi (cervello, polmone, pleura, fegato, pancreas, esofago, stomaco e quasi tutti quelli oltre lo stadio II) il tasso di guarigione oscilla intorno allo zero.
Ma c’è di più: se nonostante le manipolazioni e le contraffazioni statistiche siamo intorno allo zero, l’elevato indice di morbilità delle terapie convenzionali, non può essere considerato un fenomeno neutro, ma produttore di mortalità; un fenomeno certo ed evidente nelle cosiddette morti (non rare) premature in corso di terapie convenzionali, meno lampante ma altrettanto sicuro (vedi le devastazioni prodotte sui malati) nelle fasi terapeutiche più prolungate.
Usque tandem?
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