Re: TSO: psichiatria e controllo sociale

Inviato da  natale il 16/9/2009 22:33:26
Ciao a tutt*, sono un nuovo iscritto e mi inserisco in questo dialogo trascrivendo delle mie parole scritte mesi addietro.
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Opuscolo tso e buone prassi

Notazione – Quando da parte di Furio
mi era stata fatta una richiesta, stavo per rispondere subito,
motivando il mio no in modo molto espressivo, pur se in maniera
concisa e lapidaria. Poi ho pensato di scrivere delle considerazioni
sui TSO e le “buone prassi”. Ho scritto parecchio (8 pagine), e
stavo per inviare il testo. Ora invece ho voluto cambiare idea. Al
momento, non mi va di imbarcamenarmi e di impelagarmi più di tanto
in certe cose. Per altro, il documento è lungo, e anche i più
volenterosi ed interessati forse si stancherebbero a leggerlo. Volevo
però ugualmente dire la mia, e allora ho tagliato il testo
portandolo a poco meno della metà. Mi rivolgo a “Furio”, ma è
ovvio che sto parlando con tutti. Non so, può darsi che in futuro mi
decida a postare il testo integrale.
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Salve Furio.
Solitamente, una risposta si dovrebbe dare “subito”.
Io stavo per farlo, e avevo anche preparato la
risposta, ma poi ho lasciato perdere, ho rimandato. Ciò per più
motivi, fra i quali il chiedermi che senso ha dire qualcosa quando si
sa già che certe parole e certi discorsi risultano (non: sono)
inutili – perché chi li legge, o non li capisce, o li nega, o, per
comodità, fa orecchio da mercante e non li prende in
considerazione.

[...] Mi chiedevi se ero disposto a
dare una mano per tracciare delle linee guida per i casi di TSO in
caso di doppia diagnosi: non posso far altro che declinare il tuo
invito. [...] Non mi va di dare un contributo perché, anche quando
venissero fuori le cose migliori del mondo, scrivere delle buone
regole per il TSO, altro non significa che avallarne la pratica. Tso
che sempre e comunque, anche fatto nella maniera più dolce e gentile
possibile, rimarrebbe qualcosa di abbastanza barbaro.

Fermo restando questo, mi chiedo poi a
cosa servirebbe sbattersi tanto per scrivere un opuscolo delineanti
delle buone linee guida per i Tso. Queste, ipoteticamente,
potrebbero, chissà, anche divenire Legge. Ma non credo affatto che
il tutto sortirebbe un qualche effetto.

[...] Il Tso è il nocciolo della
180/883. È su questo che la psichiatria basa tutte le sue
coercizioni, le sue violenze, le sue prevaricazioni e le sue
sopraffazioni. Con la formidabile e micidiale arma del Tso tiene
ferocemente in scacco i malcapitati, e anche con le punture depot. La
maggior parte delle volte, per non dire sempre, se una persona dice
di non voler prendere più psicofarmaci, o la minacciano di Tso o gli
fanno la puntura forzata. Se non si presenta al DSM o al CIM, ci
vanno anche a casa per fargli la puntura forzata. Chi non cede, un
bel massacro di Tso.

[...] Ma a persone così, a che serve
dargli delle buone linee guida? Le butterebbero nella spazzatura, non
le metterebbero per niente in pratica. Al massimo, conserverebbero
l'opuscolo, magari in bella vista, per far vedere, a parole e sulla
carta, quanto son buoni e umani.

Dicevo del fatto che scrivevi che siete
contrari al Tso per come attualmente è. [...] Il Tso non mi piace
per niente, però per certe cose si può considerare ottima la
procedura, e se venisse applicata, tante cose si risolverebbero. Cosa
dice la normativa? Che il Tso va fatto solo in casi eccezionali, e
quando, certificate da due medici, sussistano le tre seguenti
condizioni: 1) la persona si trova in una situazione tale da
necessitare urgenti interventi terapeutici; 2) gli interventi
proposti vengono rifiutati; 3) non è possibile adottare tempestive
misure extraospedaliere.

[...] Per cui, gli basterebbe dire che
le accetta per risparmiarsi il Tso. Piuttosto semplice, vero? Sarebbe
bello se fosse così, se la procedura venisse seguita.

[...] Ma si crede sul serio che gli
psichiatri chiedano alle persone se accettano o no le cure? E che se
glielo chiedono e loro rispondono di sì, gli psichiatri tengono in
considerazione ciò? Si crede veramente che agli psichiatrizzati si
dia l'importanza di chiedere se accettano le “cure”? Si crede
veramente che li si tenga o li si prenda in considerazione per
qualche cosa? E che addirittura, dopo la domanda, dopo il sì, gli si
chieda dove intendano “curarsi”? E che se si arrivasse a questa
fantasmatica utopia, gli psichiatrizzati vengano poi accontentati
nella loro scelta di “andarsi a curare da”? Il punto è che gli
psichiatri scrivono sempre che il paziente rifiuta le cure, anche se
questo dice di accettarle (sempre ammesso, e non concesso, che glielo
chiedano). La procedura parla chiaro: non si può fare il Tso a chi
accetta le cure. Ma di certo non sono gli psichiatri che si fanno
sfuggire la preda.

“Il TSO non e' valido se i medici che certificano la situazione di
urgenza non hanno visto, ne' visitato la persona. In questi casi
esistono gli estremi del reato di falso in atto pubblico. Questa
procedura illegale e' più comune di quanto si creda”. (http://blog.libero.it/lamediseta/6927621.html).
Confermo abbondantemente.

[...] C'è poi il discorso della
notifica. Il provvedimento di Tso va notificato alla persona oggetto
del provvedimento. Ma quale psichiatra ha mai fatto ciò?

“In mancanza o in attesa di tale provvedimento, nessuno puo' costringerci
a seguirlo, nessuno puo' praticarci alcuna terapia, nessuno puo'
portarci al Pronto Soccorso”. (http://blog.libero.it/lamediseta/6927621.html)

“In assenza di tale provvedimento, infatti, ogni azione di coazione nei
nostri confronti può essere denunciata come reato penale” [...]
possono
ravvisarsi gli estremi di violenza privata, sequestro di persona...”. (http://isole.ecn.org/antipsichiatria/autotutTSO.html).

Ebbene, io posso dirvi che dopo il primo Tso (ne ho subiti ben 7), nessuno ha
mai parlato con me. Hanno compilato i prestampati e si sono fatti
fare l'autorizzazione al Tso dal sindaco. Qualcuno degli psichiatri
mi ha visto (visto, non parlato con me), ma ce ne sono altri che non
hanno mai visto il mio viso, così come io non ho mai visto il loro.

[...] Arrivano a casa mia, invadendola, poliziotti, infermieri e vigili
urbani. Mi sequestrano e mi portano in ambulanza al reparto di
psichiatria. Non posso dire che non c'era notifica, infatti non c'era
ancora neanche il provvedimento di Tso rilasciato dal sindaco. E non
c'era perché non erano ancora state compilate nemmeno le richieste
dei medici. All'SPDC, lo psichiatra, tutto tracotante e duro, decreta
il Tso “Lei è in Tso!”, perché gli dissi di farmi delle domande
specifiche invece di quella (banale e insipida) generica (“Mi
racconti cos'è successo”. “Così potrei raccontarle qualsiasi
cosa. Mi dica a cosa si riferisce o cosa vuole sapere, ed io le
rispondo”. Egli, ovviamente, doveva imporsi a tutti i costi, e mi
ripeté la stessa sciocca cosa. Io gli feci la stessa richiesta, e
lui decretò il Tso. Ma non è il sindaco che decide ciò?...
poverino, forse ha dei problemi d'identità... come quelli che
credono di essere Napoleone... ). Io, per i motivi suddetti, protestai
per questa cosa, ed egli in risposta mi disse di assumere la terapia.
Sempre per gli stessi motivi, mi rifiutai di farlo. Allora lui mi
fece aggredire da cinque infermieri, mi fece legare al letto e mi
fece praticare le punture. E poi mi venne a dire “Così capisci chi
è che comanda”. E tutto questo senza Tso, senza niente di niente.
Fecero tutto dopo.

Capisci, capite perché serve la legge e il Tso? Per dare la possibilità a
dei falliti, a dei frustrati, a dei sadici e a dei perdenti di fare
queste cose.

[...] In altra occasione, una decine di persone, alcune con armi in pugno,
invasero casa mia, e successe questa cosa, fra le tante altre. Io ero
tranquillo, non avevo aggredito nessuno né avevo intenzione di
farlo, ecc. Vieni, non vengo, e, come sempre, stavano per saltarmi
tutti addosso per portarmi via con la forza. Ero in pigiama, e dissi
di darmi un minuto per indossare i pantaloni. Stavo infilando la
cintura nei passanti e non avevo ancora abbottonato i pantaloni. Uno
mi mette le manette (e perché?) e mi trascinano via coi pantaloni
“penzoloni”. Dovevano dare spettacolo, dovevano far vedere come
“veste” il “pazzo”. Mentre mi portavano fuori, vidi la
psichiatra e lo psichiatra nel mio salotto, seduti nelle mie poltrone
– NEL MIO SALOTTO E NELLE MIE POLTRONE – che confabulavano –
tramavano e complottavano – su quello da scrivere sui fogli che
tenevano in mano.

[...] Dalla normativa, mi fai vedere dove sono scritte e previste le cose
che ho narrato, le cose che lor signori fanno?

E sarebbe questo (omissis) che poi dovrebbe seguire le buone prassi,
che dovrebbe aiutare e rispettare i “pazienti”?

Ma non mi si faccia ridere, non mi si faccia vomitare.

[...] La contenzione al letto. Ti ho parlato di quella mia di quella volta.
In tutti i 7 Tso mi hanno legato al letto, e per periodo prolungati,
anche più di un giorno. Anche la contenzione dovrebbe essere fatta
in casi rarissimi, e ogni volta per brevissimi periodi, cioè il
tempo che il farmaco faccia effetto, e non ci vuole molto, solo
qualche minuto, al massimo mezzora. Vedi invece qual è la realtà: http://blog.libero.it/lamediseta/6956451.html

C'è anche quella dei prestampati: “Le certificazioni oltre a contenere
l'attestazione delle condizioni che giustificano la proposta di TSO,
devono essere motivate nella
situazione concreta. In altre parole non dovrebbero essere ammesse
certificazioni che si limitano alla mera enunciazione delle tre
condizioni, né tantomeno prestampati. Così come non dovrebbero
essere prese in considerazione certificazioni che si limitano alla
sola indicazione della diagnosi. In realtà l'uso di prestampati è
una prassi comune accettata dai sindaci e dai giudici tutelari che
dovrebbero vigilare sul rispetto delle procedure e delle garanzie
previste dalla legge. (Nella sezione sentenze
trovate alcune decisioni della magistratura che ratificano l'obbligo
di motivare i TSO in maniera sostanziale e non meramente formale)”.
http://isole.ecn.org/antipsichiatria/autotutTSO.html

La procedura parla chiaro sui prestampati. Oltre a ciò, c'è una
sentenza della Cassazione. Ma gli psichiatri continuano ad usare i
prestampati, continuano a fare quello che vogliono, e nessuno li
“richiama”. Gli psichiatri violano, si può dire, la legge; in
più, è come se violassero un'ordinanza di un giudice. Ma nessuna
denuncia scatta contro di loro. Ma è tutto un tantino collegato, e
il fatto che gli psichiatri fanno ciò che vogliono senza che nessuna
indagine venga su di loro svolta, la dice lunga su tante cose. E il
fatto che ogni volta che qualcuno fa causa agli psichiatri, questi
vengano sempre assolti, la dice ancora più lunga.

[...] Ora, è d'uopo ribadirlo, fermo restando che sono integralmente
contro il TSO e che lo si deve solo eliminare, voglio dire alcune
cose. Anche quando gli psichiatri e tutti quanti dovessero,
ipoteticamente, seguire le buone prassi del futuro opuscolo di cui tu
parli, non esiste per niente da parte mia che io “consigli” agli
psichiatri come rendere il Tso più “dolce”, meno “traumatico”,
ecc. Certo, se, ad esempio, una persona in Tso venisse legata mezzora
invece di mezza giornata, sarebbe “cosa buona”. Ma a me non
interessa rendermi la prigionia meno dura e pesante. Il mio obiettivo
è l'eliminazione totale del Tso e delle coercizioni. Se collaborassi
a un qualcosa che mira a rendere meno peggiore l'operato
psichiatrico, significherebbe, per l'appunto, che io miri a questo,
che basta sistemare qualche cosuccia e poi tutto potrebbe funzionare
con tutti i crismi, come se si trattasse di eliminare i pochi
elementi nocivi per far sì che il resto, grandissimo e grandemente
buono, possa finalmente funzionare a pieno regime.

Si, già, a pieno REGIME.

Una spina è conficcata nella carne. Non perdo tempo a studiare come fare
per far sentire meno dolorosa e pungente la spina. Ammesso che si
possa far ciò, non m'interessa: m'interessa togliere la spina, e
basta. Il Tso è drammaticamente traumatico, destrutturante e
destabilizzante. Non mi si chieda come renderlo più “soft”.
Perché, anche quando si trovasse il “soft” e questo venisse
applicato, il tutto sarebbe ugualmente catastrofico. È il Tso che
crea la catastrofe, per cui va eliminata la causa, va abolito il Tso.

C'è poi l'altro fattore, che credo si sia già ampiamente capito.
Ammettiamo che delle buone regole “risolvano” tutti i problemi.
Sì, può darsi, ma ciò solamente nel caso in cui le linee guida
venissero seguite e rispettate. Ma chi dovrebbe poi seguirle e
rispettarle, coloro che si comportano per come ho detto? Si crede,
non so, che poi, con le nuove direttive, non invadano più le case
delle persone, che gli chiedano dove vogliono curarsi, che gli
notifichino il Tso? Ma se non lo fanno ora, cosa fa pensare che lo
faranno dopo? Queste regole già ci sono, e gli psichiatri non le
rispettano. E da persone che infrangono queste semplici normative,
come si pensa che trattino i pazienti in Tso? E come si pensa che
verranno trattate in futuro con le buone prassi?

Che gli psichiatri e le psichiatre inizino intanto a rispettare le
normative attuali e la Legge.

Non si pensi a costruire il secondo piano senza il primo. Come si può
pensare che persone che non rispettino le attuali normative,
rispettino poi delle buone prassi, delle linee guida migliori delle
attuali? Sarebbe come ipotizzare che chi non sa, di fatto, saltare un
metro, riesca poi, chissà come, a saltarne due.
Credo, senza ombra di dubbio, che si è capito tutto, ma faccio lo stesso un
esempio “icastico” e un po' metaforico – più che altro
fantastico. Mettiamo che nell'opuscolo, per valide e fondate ragioni,
venga previsto che il paziente debba dire la sua sulla diagnosi che
lo riguarda e sul trattamento e gli psicofarmaci che deve assumere,
sul piano terapeutico. “Bene, grandissima cosa, guardate come
vengono rispettai e considerati i pazienti, gli si chiede sulla
diagnosi, sul piano terapeutico, ecc.”.
Gli si chiede se accettano le cure, gli si chiede dove vogliono curarsi.
Ma se non gli si chiede manco dove vogliono andare a curarsi, come si
può pensare che gli “chiedano” il suo parere sulla “diagnosi”,
come si può pensare che le persone, sia ora che dopo l'eventuale
opuscolo, vengano aiutate, come si può pensare che gli stessi
psichiatri che ora non fanno il minimo previsto, facciano poi di più
per i pazienti?

Per cui, concludendo, e sempre fermo restando l'abolizione del Tso, non
esiste che io, anche indirettamente o in forma minima, fornisca agli
psichiatri e alle psichiatre uno strumento per poter meglio
edulcorare e mascherare il loro vile, vigliacco e criminale operato.
[...] Scrivere delle linee guida e delle buone prassi, significa
fornire agli psichiatri una copertina ancora migliore al loro libro,
una copertina che è già adesso più che ottima. Già ora tutti
pendono dalle labbra degli psichiatri e delle psichiatre per questa
copertina così bella. Ci mancherebbe che io mi adoperassi per fargli
avere una copertina migliore. Già ora nessuno guarda cosa c'è nel
libro, nessuno lo vuole leggere, nessuno lo vuole capire. E chi lo sa
e lo capisce, o nega o non vuole muovere un dito. Per quanto mi
riguarda, il libro va eliminato, bruciato. Una copertina migliore
servirebbe solamente a distrarre le persone da ciò che realmente
accade e farebbe acquisire ancor più prestigio a quello –
spropositato, esorbitante, a dismisura e totalmente immeritato –
che gli psichiatri già possiedono. Tu, Furio, e tutte le altre
persone, siete, ovviamente, liberissime di fare quello che volete. Se
pensate che scrivere delle linee guida serva a “migliorare” la
situazione, liberi di pensarlo. Penso però che tante volte le cose
si facciano per far vedere quanti si è bravi e per avere la
soddisfazione personale del vedersi accettato qualcosa, specie da
parte di coloro che consideriamo “più competenti e bravi di noi”.
Da parte mia [...] ci tengo a dire che [...] è sbagliato fare un
opuscolo con delle linee guida (semmai, perché non qualcosa, da
parte vostra, che “costringa” gli psichiatri a rispettare le
norme vigenti? [...]

Natale Adornetto

--- Dom 26/4/09, Furio ha scritto:

Salve stiamo cercando con alcuni colleghi
di provare a tracciare delle linee guida
o buone prassi
per i casi di TSO in caso di doppia diagnosi ( siamo tutti contrari a questo strumento
per come e' proposto dalla normativa vigente
pero' per adesso e' quello che esiste..
ma spesso c'e' molta confusione
a seconda dei distretti socio sanitari, città, regioni ecc.)
una sorta di opuscolo sia per operatori e un altra
per le famiglie
qualcuno puo' aiutarmi?

Natale forse ci puoi dare una mano?
http://senza-futuro.blogspot.com/2009/05/opuscolo-tso-e-buone-prassi.html
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Con l'occasione, do alcune informazioni.
Il sito dell'OISM (Osservatorio Italiano Salute Mentale) e quello di NoPazzia-AntiPsichiatria sono da qualche mese "oscurati", ed è per questo che se si clicca sui relativi link segnalati da gaia all'inizio della discussione, non si trova niente.
Visto che gaia ha elencato fra le Storie e Riflessioni l'articolo "La psichiatria? Non mi riguarda". Ma...", articolo scritto da me, se qualcun* volesse leggerlo, clicchi qui http://senza-futuro.blogspot.com/2009/09/la-psichiatria-non-mi-riguarda.html
Segnalo poi dei siti e dei blog:
- Senza Ragione: http://www.senzaragione.org/
- NoPazzia: http://www.nopazzia.it/
All'interno di NoPazzia trovate altri link.
Infine, un altro riferimento personale: http://www.tracce.org/adornetto.html
Natale Adornetto

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