Re: Energia da fonti rinnovabili

Inviato da  Abulafia il 16/12/2005 12:14:37
Buongiorno,
vorrei rispondere al post di Max_Piano in merito alle proprietà delle tele di ragno, sperando di poter contribuire alle sue curiosità. Il progetto di tesi che sto completando riguarda proprio l'uso di filati animali per la produzione di materiali utili all'uomo e dunque desidero focalizzare alcuni punti sulla questione.
La tela di ragno è a tutti gli effetti una seta, al pari di quella prodotta da vaste categorie di insetti lepidotteri. Essa è un materiale polimerico (= molecola a catena formata da tantissimi anelli, anche centinaia di migliaia) classificabile come proteina poichè realizzato tramite concatenamento di amminoacidi. Tra la seta dei vari animali c'è un distinguo: essendo solo 20 gli amminoacidi in natura, la differenza di proprietà meccaniche e chimiche nella fibra finale consiste nella composizione amminoacidica e nella particolare sequenza con cui gli amminoacidi si concatenano. Per quanto riguarda l'uso in campo biomedico, la necessità di ottenere un materiale altamente riproducibile (cioè sempre uguale a sè stesso, come le automobili prodotte in serie o i barattoli dello yogurt) risponde all'esigenza di non indurre reazioni infiammatorie nei pazienti e poterlo usare su larga scala con risultati prevedibili. A tal fine la seta del ragno è meno indicata, perchè gli amminoacidi con cui realizza le macromolecole della sua tela sono ricavate dalla digestione di ciò che mangia e dunque, avendo una dieta molto varia, la loro composizione relativa cambia anche molto spesso nel tempo (a volte cattura una mosca, altre un'ape...). Il baco da seta, di cui mi occupo, mangia solo e sempre foglie di gelso: questo gli permette di realizzare fibre statisticamente uguali tra loro nel tempo e ci assicura un prodotto meglio ingegnerizzabile. Questi innovativi materiali proteici stanno già trovando da molti anni impieghi estranei al campo militare, in vari laboratori del mondo, con ottimi risultati: cosmetici, sistemi a rilascio controllato di farmaci, tessuti, cavi, reti, protezioni anti-shock causa la notevole capacità della fibra d’assorbire urti elevati (tale caratteristica è comue alle poliammidi in generale: si pensi alle fibre sintetiche arammidiche quali il Kevlar®); nel mio si studia l'impiego per la realizzazione di vasi sanguigni artificiali, gel da iniettare che rigenerano i tessuti ossei, sistemi di filtrazione del sangue etc...; altrove si hanno: fili da sutura, cornee artificiali, lenti a contatto....
Proprio la tenacità, cioè la capacità di assorbire alte energie d'impatto prima di rompersi, è la proprietà in cui primeggia anche nei confronti dei metalli.
Una difficoltà maggiore nelle aracnidi piuttosto che negli insetti (i quali usano la seta per costruire un bozzolo protettivo, non un sistema di cattura) sta nella raccolta del filato. Forse per questo da più parti si è cercato di usare l'ingegneria genetica per far "filare seta" agli ovini.

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