Re: Energia da fonti rinnovabili

Inviato da  Abulafia il 5/12/2005 18:30:29
Accogliendo Erebyte, vorrei esprimere un paio di dubbi sull'idrogeno: pur essendo quella della cella a combustibile una tecnologia già matura (ha più di cent'anni), oggi per alimentarla si usa idrogeno prodotto da idrocarburi od alcoli (derivati da petrolio, in molti casi). Se in un futuro si volesse utilizzare acqua si dovrà impiegare notevole energia elettrica per l'elettrolisi (l'acqua è una molecola molto stabile, perciò serve maggior "sforzo" per scinderla). La realtà attuale vede l'energia prodotta da rinnovabili ancora minoritaria rispetto alle fonti convenzionali, il pensare che una parte di questa possa essere dirottata dagli usi finali (luce, riscaldamento...) per produrre invece idrogeno è dunque quasi masochistica! Voglio intendere che la tecnologia ad idrogeno avrà maggior senso quando l'energia da rinnovabili avrà messo a disposizione notevoli eccedenze, cosa ancora molto di là a venire.
C'è poi una questione di logica... se il ciclo dell'idrogeno comporta la sequenza: elettricità - elettrolisi - idrogeno - cella a combustibile - elettricità per usi finali, con le ovvie dispersioni proprie di ogni passaggio, perchè non saltare tutti quelli intermedi e fare solo primo ed ultimo? Si risparmierebbe parecchio in efficienza. Per me l'idrogeno ha un solo vantaggio decisivo rispetto a solare, eolico etc...: è un vettore alternativo al petrolio; cioè è utile per immagazzinare energia da usare in un secondo tempo, mentre le celle fotovoltaiche e i generatori eolici producono energia istantanea che può essere accumulata solo con le comuni batterie ad acidi (altamente inquinanti).

P.S.: la prima volta che sentii parlare di idrogeno fu da Beppe Grillo, relativamente alle auto "Fuell cell".... riuscite ad immaginare una città come Milano, in cui tutto il parco auto sia ad idrogeno? Il vapore acqueo emesso è un gas serra come la CO2 (le nuvole sono fatte proprio di vapore) e si avrebbe un'afa tremenda in estate (con relativi malori ed infarti negli anziani e cardiopatici) insieme a decine di persone che scivolano sulla condensa ghiacciata d'inverno... per non contare infiltrazioni, muffe, aumento della nuvolosità con relativa minor efficienza dei pannelli. Oltre alla nebbia che già c'è normalmente. Che vantaggio ci sarebbe tra il morire di cancro o d'infarto?

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