Re: HIV e AIDS

Inviato da  kalo86 il 18/12/2006 22:33:31
Prefazione al libro di Peter H. Duesberg
AIDS – Il virus inventato
Baldini Castoldi Dalai editore
Titolo originale: “Inventing the AIDS Virus”

di Kary B. Mullis

Nel 1988 lavoravo come consulente allo Specialty Labs di Santa Monica, per impostare una serie di analisi di routine per il virus dell’immunodeficienza umana (Hiv). Ero un esperto nell’ideare esami di laboratorio per qualsiasi cosa contenesse acido nucleico, perché ero io che avevo inventato la Polymerase Chain Reaction (Reazione a catena della polimerase). Era per questo che mi avevano assunto.
Dell’Acquired Immune Deficiency Syndrome (AIDS), d’altra parte, non ne sapevo molto. Così quando mi trovai a stendere una relazione sui progressi e gli obiettivi del progetto a cui stavo lavorando, sponsorizzato dal Nih, mi resi conto di non conoscere fonti scientifiche che potessero corroborare una frase che avevo appena scritto: “L’Hiv è la causa probabile dell’Aids”.
Così mi rivolsi al virologo seduto alla scrivania di fianco, persona attendibile e competente, e gli chiesi quali fonti potevo citare. Mi rispose che non ne avevo bisogno. Non ero d’accordo. E’ bensì vero che certe scoperte o tecniche scientifiche sono ormai così accettate che non si sente più il bisogno di citarne la fonte nella letteratura contemporanea, ma la regola non mi sembrava applicabile al legame Hiv-Aids. Per me era del tutto sorprendente che l’individuo che aveva scoperto la causa di una malattia mortale, per la quale non si conosceva ancora una cura, non venisse continuamente citato nelle pubblicazioni scientifiche, almeno fino a che quella malattia non fosse stata sconfitta con una cura efficace. Ma come avrei presto imparato, nessuno aveva sulla punta della lingua il nome di quell’individuo, che pure sarebbe stato un perfetto candidato per il Nobel.
Naturalmente, da qualche parte doveva pure esserci la fonte di questa notizia semplice ma fondamentale. Altrimenti decine di migliaia di operatori sanitari e stimati scienziati, che cercavano di risolvere il tragico mistero della morte di tanti omosessuali e/o tossicodipendenti di età compresa fra i 25 e i 40 anni, non avrebbero permesso alla loro ricerca di battere un’unica strada. Non avrebbero gettato l’amo nello stesso stagno, se non fosse stato appurato che gli altri stagni erano privi di pesce. Doveva pur esserci un lavoro pubblicato, o forse più di uno, che indicasse che l’Hiv era la causa probabile dell’Aids. Doveva esserci assolutamente.
Feci le mie ricerche tramite computer, ma non venni a capo di nulla. Naturalmente nelle ricerche computerizzate c’è sempre la possibilità di non ottenere risultati perché non si digitano le parole chiave giuste. Su un argomento scientifico è meglio chiedere le informazioni direttamente ad altri scienziati. Dovrebbe essere questa la ragione prima per cui si organizzano congressi in posti lontani con spiagge bellissime.
Per il mio lavoro io andavo a un sacco di congressi e convegni. Presi così l’abitudine di avvicinare qualsiasi relatore che avesse parlato di Aids per chiedergli che fonte dovevo citare per quella benedetta frase, “l’Hiv è la causa probabile dell’Aids”.
Dopo dieci o quindici congressi a cui partecipai nel giro di un paio d’anni, ero decisamente allarmato dal fatto che nessuno sapesse citarmi la fonte in questione. Mi si stava formando in testa una sgradevole conclusione: tutta la campagna montata contro una malattia che era sempre più considerata la Peste del XX secolo si basava su un’ipotesi di cui nessuno ricordava l’origine. Questo era contrario alla scienza e al buon senso.
Finalmente ebbi l’occasione di parlare con uno dei giganti della ricerca sull’Hiv e l’Aids, il dottor Luc Montagnier dell’Istituto Pasteur, quando venne a San Diego a tenere una conferenza. Quella sarebbe stata l’ultima volta in cui sarei stato in grado di porre la mia domandina senza mostrare irritazione, e immaginavo che Montagnier sapesse la risposta. Così gli esposi il mio problema.
Con un’occhiata stupita e condiscendente, Montagnier mi disse: “Perché non cita il rapporto del Cdc (il Centro per il controllo delle malattie)?”
Risposi: “Perché quel rapporto non risponde al quesito se l’Hiv sia o meno la probabile causa dell’Aids, non è così?”
“No”, ammise lui, senza dubbio chiedendosi quando mi sarei tolto dalle scatole. Cercò sostegno con lo sguardo fra le persone che gli si erano radunate intorno, ma tutte, come me, avevano l’aria di aspettare una risposta più definitiva.
“Perché non cita il lavoro sul Siv (Simian Immunodeficiency Virus, virus dell’immunodeficienza della scimmia)” mi suggerì il buon dottore.
“Ho letto anche quello, dottor Montagnier”, risposi. “Ciò che accade a quelle scimmie a me non ha fatto venire in mente l’Aids. Inoltre quel lavoro è stato pubblicato solo un paio di mesi fa. Io sto cercando il lavoro originario in cui qualcuno ha dimostrato che l’Hiv provoca l’Aids.”
A questo punto, invece di rispondermi il dottor Montagnier si allontanò rapidamente per andare a salutare un conoscente all’altro capo della sala.
E arriviamo così a qualche anno fa, a un giorno in cui mi dirigevo in macchina da Mendocino a San Diego. Come chiunque altro, ormai sapevo molte più cose sull’Aids. Ma ancora non conoscevo il nome di chi aveva stabilito che la sindrome era causata dall’Hiv. Mentre guidavo dulle San Bernardino Mountains, mi prese un colpo di sonno e per svegliarmi accesi la radio. C’era un tizio che parlava dell’Aids. Si chiamava Peter Duesberg, ed era un noto virologo di Berkeley. Avevo sentito parlare di lui, ma non avevo mai letto suoi lavori scientifici né lo avevo ascoltato di persona. Ormai del tutto sveglio, lo sentii spiegare esattamente perché incontravo tante difficoltà a trovare le pezze d’appoggio del legame Hiv-Aids. Non ne esistevano. Nessuno aveva mai dimostrato che l’Hiv provoca l’Aids. Arrivato a casa, invitai Duesberg a San Diego per esporre le sue idee a una riunione dell’American Association for Chemistry (Associazione americana per la chimica). Quanto mai scettico all’inizio, il pubblico si fermò a sentire la conferenza fino alla fine, e poi rimase per un’altra ora di domande e continuò a discutere sull’argomento finché non gli fu chiesto di sgombrare la sala. Tutti se ne andarono con più domande irrisolte di quante ne avevano all’inizio della conferenza.
Peter Duesberg mi piace e lo rispetto. Non credo che sappia necessariamente che cosa provochi l’Aids; sulle cause non abbiamo le stesse convinzioni. Ma entrambi sappiamo con certezza che cosa non provoca l’Aids.
Non siamo riusciti a scoprire nessuna ragione valida per cui la maggior parte della gente è convinta che l’Aids sia una malattia causata dall’Hiv. Semplicemente non esistono prove scientifiche che dimostrino questo assunto.
Non siamo neanche riusciti a scoprire perché mai i medici prescrivano un farmaco tossico chiamato Azt (Zidovudina) a persone che non presentano altri disturbi se non la presenza di anticorpi anti-Hiv nel loro sangue. Anzi, non riusciamo a capire perché la gente debba prendere quella medicina per qualsivoglia ragione.
Non sappiamo come sia nata questa follia ed essendo vissuti entrambi a Berkeley, abbiamo assistito a cose davvero strane. Sappiamo che errare è umano, ma l’ipotesi Hiv-Aids è un errore macroscopico.
Lo dico forte e chiaro per mettere in guardia la gente. Duesberg lo va dicendo da un sacco di tempo. Leggete questo libro.

Messaggio orinale: https://old.luogocomune.net/site/newbb/viewtopic.php?forum=49&topic_id=186&post_id=68024