METODO BATES "Cura difetti visivi" REALTA' O FANTASIA!?

Inviato da  Satirus il 14/6/2006 12:44:11
Dal sito : centralfixation.net




Cosa è il metodo Bates?
Forse è più semplice iniziare con il dire che cosa NON è: il metodo Bates non è costituito da una serie di esercizi (nel senso comune del termine), né tantomeno da una sorta di ginnastica oculare.
La muscolatura dell'occhio è già molto più forte di quanto è necessario per la accomodazione (messa a fuoco) di per sé, quindi non ce è alcun bisogno di rinforzarla. Questa è il più diffuso errore interpretativo del metodo compiuto da chi vi si accosta per la prima volta.
Il metodo Bates, al contrario, si basa sulla "NON ATTIVITA' ". Anche qui si incorre spesso in un errore concettuale: il metodo Bates non impone il rilassamento, bensì lo implica e lo provoca come conseguenza.
Da "Il Metodo Bates in una conchiglia":
La strada per una visione migliore passa attraverso l’apprendimento del modo fisiologicamente corretto per usare il sistema visivo. Un sistema visivo (occhi e mente) usato nel modo errato provoca tensione da sforzo.
Il rilassamento migliora la visione, lo sforzo e la tensione la peggiorano.
Il metodo è sostanzialmente volto a raggiungere un rilassamento dinamico del sistema visivo.
Rilassamento della "mente", che induce il rilassamento della muscolatura dell’occhio, facilitato da tecniche apposite.
Rilassamento va inteso come attenuazione della tensione (il termine esatto è "strain" simile a sforzo, non ben traducibile nel contesto). La tensione secondo Bates, origina dal modo errato con il quale si impiega il sistema visivo, e non da cause "emozionali".
Capire però perché il "sistema visivo" entri in tensione (la tensione della "mente" provoca la "tensione degli occhi") non è immediato. Occorre guardare le cose da un'altra prospettiva: quella del modo fisiologicamente corretto di usare il sistema visivo (occhi e mente). Ristabilito questo, si rimuove la causa che causa la "tensione da sforzo" e di conseguenza la vista difettosa (ed altre malfunzioni del sistema visivo).
Lo scopo del "Metodo Bates":
ristabilire il modo fisiologicamente corretto di usare il sistema visivo (occhi E mente).
"Per capire come è un'acquario da fuori, è meglio non essere un pesce". (André Malraux).
Ricorro qui a delle sintesi estreme perché credo aiutino a dare un taglio netto con ciò che si conosce e con i suoi pregiudizi impliciti. Occorre liberarsi di questo per riuscire a vedere le cose da un altro "punto di vista" (quello naturale!)

Prima sintesi estrema:
La vista imperfetta è dovuta ad alla soppressione degli istinti naturali della visione.
Detto così può sembrare un concetto infondato e fantasioso. Sembra talmente estraneo a quello che è conosciuto da sembrare già incredibile, vero?
Non abbiamo sempre saputo che gli errori di rifrazione (l’impossibilità da parte dell’occhio di mettere correttamente a fuoco le immagini) sono dovuto ad un fatto prettamente fisico o meccanico, che va corretto con lenti (occhiali, lenti a contatto, chirurgia refrattiva, etc.) di segno uguale e contrario? Magari ci è anche stato spiegato che un occhio miope, per esempio, è più lungo del normale, e che uno ipermetrope è troppo corto. E l'astigmatismo poi?
Cosa c'entrano "gli istinti" con un fatto puramente fisico? Come è possibile sopprimere i naturali istinti della visione? E, soprattutto, cosa c'entrano con la "forma dell'occhio"?
Seconda sintesi estrema:
L'occhio ha una limitatissima capacità percettiva, concentrata soprattutto in una piccolissima area, grande quanto una capocchia di spillo. Altrettanto limitata è la capacità della trasmissione di quanto viene percepito, attraverso il nervo ottico. E limitata è anche la capacità di elaborazione da parte delle zone cerebrali facenti parte di questo insieme, definibile come "Sistema Visivo".
In definitiva, quello che arriva dagli occhi al cervello è ben poca cosa rispetto a quello che vediamo.
Sorprendente vero? Se la parte che si "capta" bene è solo la parte centrale di quello che si sta guardando, come è possibile che si riesca a vedere bene e distintamente tutto, anche quello che è lontano da questa zona centrale?
Terza sintesi estrema:
La visione è tutta nella mente.
Di quello che vediamo, solamente una piccola parte si origina dagli occhi, mentre il resto proviene da altre aree del cervello non direttamente collegate ai centri della visione.
Scrivendo mente, non si intende cervello. Il cervello è la parte fisica. La mente è la corrente dei pensieri, se vogliamo definirla così. Un poco come il rapporto che c'è tra un computer ed il software che lo rende utilizzabile, una radio e la musica ricevuta e decodificata, un fiore secco tra le pagine di un libro e la forza intangibile che lo rende vivo e lo fa crescere.
Ma cosa c'entra la mente con la soppressione degli istinti naturali della visione e con la limitatezza degli organi visivi? Come può la mente essere legata a questi due concetti ?
Le risposte di W. H. Bates.
Come può la mente compensare l'inadeguatezza della capacità percettiva di organi fisici. E come può, la mente, dare una immagine completa se mancano, da quello che si capisce dei particolari?
Forse... La mente lo inventa? Lo immagina?
LA RISPOSTA E': SI ! ! !
Ma se lo immagina, da cosa prende i dettagli che usa per questa integrazione, visto che la mente non riesce ad immaginare cose che le sono completamente ignote? Da cose che ha visto in passato?
LA RISPOSTA E': SI ! ! !
Queste due risposte costituiscono un concetto cardine delle scoperte di W.H.Bates: Memoria e Immaginazione sono parte integrante del sistema visivo. La loro inibizione comporta, in sintesi, attraverso una serie di reazioni consequenziali, un degrado nel processo della visione.
In questo modo si è giunti a quella che sembra la soluzione più assurda.
Ma che dalle più recenti ricerche si rivela esatta, quasi un secolo dopo!
Nella cupola celebrativa del terzo millennio costruita a Londra ("The Dome"), nella sezione mente, si leggeva:
""If research into the uman visual system has found that only 20 percent of its symbols come from the eyes and 80 percent from other areas of the brain, should we believe that all what we see , or is reality all in the mind?"
(Traduzione: Se le ricerche nel sistema visivo umano, hanno scoperto che solo il 20 % dei suoi simboli viene dagli occhi mentre lo 80% da altre aree del cervello (non direttamente collegate ai centri della visione, N.d.T.), dovremmo forse credere che quello che vediamo, o la realtà, è tutto nella mente?)
E' quindi anche vero che "Noi vediamo soltanto ciò che vogliamo vedere, inconsciamente o consciamente; in altre parole, solo una parte di ciò che vediamo proviene dal mondo esterno, il resto si trova in noi. Le nostre interpretazioni sono strettamente legate alle nostre esperienze passate".
Queste sono state le geniali intuizioni del Dr.Bates, che non comprese, hanno portato da una parte al rigetto delle sue scoperte, e dall'altro alla loro errata applicazione. Altro cardine è quello della "Fissazione Centrale", anche questo spesso incompreso, soprattutto nelle tecniche da eseguire per il suo ristabilimento.
Questo concetto è stato così importante nel suo lavoro, che egli lo elesse anche a nome della sua casa editrice. Ed è quello che da il nome a questo sito (subito imitato e copiato...).
Ma cosa significa il termine "fissazione centrale"?
Per capirlo occorre considerare la struttura della retina, la parte dell'occhio dove viene focalizzata e "proiettata" l'immagine di ciò che si sta guardando. La retina, che viene spesso erroneamente comparata ad una pellicola fotografica o al sensore di una telecamera, ha il compito di convertire (per via elettrochimica) la luce in segnali nervosi (deboli impulsi elettrici) poi trasmessi ad altre aree del sistema visivo. La retina non può essere considerata come una pellicola non tanto per il differente principio fisico di funzionamento, ma per la struttura fisica completamente diversa! La
retina, infatti, ha una "risoluzione" (la capacità di discriminazione dei dettagli) ed una sensibilità ai colori molto elevate nella sua zona centrale, mentre allontanandosi verso la sua periferia queste diminuiscono fortemente (mentre una pellicola ha la stessa risoluzione in ogni sua parte). Chiaro quindi che è solo in questa zona centrale che le immagini possono essere "viste" bene, mentre le zone periferiche servono solo a dare una visione di insieme. Non solo è impossibile prescindere da questo principio, ma il cercare di farlo provoca quella "tensione da sforzo" descritta nei testi di Bates.
Concludo dicendo che Bates, inoltre, dimostrò sperimentalmente che la muscolatura esterna dell'occhio è un fattore nella accomodazione, che non è quindi attribuibile (esclusivamente?) al cristallino e che parte del suo libro è dedicata a questo concetto. Che spiega fatti e possibilità, ancora oggi, altrimenti non classificabili...

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