Re: Salute, ambiente ed eticità: vegan vs onnivori

Inviato da  migiu2 il 21/7/2006 11:55:52
ciao _gaia_

purtroppo il nostro essere vegetariani (più o meno "spinti") non salverà il pianeta...ma questo è un motivo sufficiente per non esserlo? Io credo di no! Anche perche' come singoli abbiamo un immenso potere, basta pensare alle azioni di boicottaggio: quando "i singoli" si uniscono il potere che ne scaturisce ha una forza quasi devastante Quindi ben venga un piccolo grande cambiamento nella nostra cucina e il palato -una volta disabituatosi ai sapori forti- non ci farà più sentire desiderio di carne (io ne ero un gran mangiatore e mi piaceva).

Per il discorso "onnivorismo"..beh come già detto ci sono evidenze anatomo-fisiologiche che dimostrerebbero più propensione ad una dieta erbivora o vegetariana piuttosto che carnea:


Citazione:

Effettivamente gli studi di anatomia comparata fanno classificare l'essere umano fra i frugivori. Invero le nostre mani sembrano fatte per cogliere, svellere, sgusciare, e per se stesse non hanno nulla dell'arma assassina. Invece le zampe degli animali carnivori sono armate di poderosi e mortali artigli. La forma della bocca umana non ha le caratteristiche di quella dei carnivori né di quella degli erbivori: le loro robuste strutture diventano inutili quando si usano le mani per offrire il cibo alla masticazione.
Ma ancor più serve alla classificazione dell'uomo la conformazione della dentatura. I carnivori hanno incisivi piccoli, canini lunghi a forma di uncino, molari appuntiti e taglienti; gli erbivori hanno canini poco sviluppati, grandi incisivi, molari piatti adatti alla triturazione; l'uomo invece ha incisivi di media grandezza, canini corti seppure accentuati, molari di media grandezza e mammellonati. L'uomo ha quindi una dentatura simile a quella del frugivori, particolarmente adatta alla masticazione di frutta, granaglie, legumi ecc.
Inoltre lo stomaco dei carnivori è semplice, rivestito di mucosa che secerne un succo molto acido, e si continua con un intestino la cui lunghezza è considerata pari a tre volte quella del corpo, esattamente in rapporto alle particolari esigenze digestive delle proteine e all'assorbimento dei loro prodotti di scissione. Negli erbivori invece lo stomaco, voluminoso, è diviso in tre o anche quattro compartimenti, e l'intestino raggiunge una lunghezza pari a circa dieci volte quella del corpo: volume e lunghezza che permettono agli alimenti vegetali, data la loro particolare struttura, una sosta prolungata nell'apparato digerente. Se confrontiamo queste particolarità anatomiche con quelle corrispondenti dell'uomo, troviamo che lo stomaco umano è semplice, di grandezza media, secerne un succo gastrico di media acidità, mentre la lunghezza dell'intestino, in rapporto al corpo, sta fra quella del carnivori e quella degli erbivori. L'intestino umano appare quindi troppo lungo per la digestione della carne, che ha così tutto il tempo di abbandonarvi le sue scorie, come le purine. La fisiologia ci conferma che la digestione e l'assorbimento delle proteine carnee avviene dallo stomaco all'intestino tenue, cosicché le scorie non completamente digerite proseguono per tutto il colori, dove è facile la putrefazione, con formazione delle cosiddette «leucomaine», che vengono assorbite dal sangue.


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