Re: Educazione alla violenza

Inviato da  lupetto il 4/3/2006 18:02:08
Citazione:

soleluna ha scritto:

Spero di essere stata più chiara


Eri già stata chiara, con un intervento bellissimo di cui ti ringrazio.

Ma io credo che la dimensione dell'ombra (angoscia, paura, orrore, mistero...) sia diversa dall'azione violenta (la costrizione fisica, il sopruso, il godere del dolore e della sconfitta altrui...)

Io da bambino cercavo i film horror o inquietanti come i vecchi telefilm "ai confini della realtà", paurosi e bellissimi perché rompevano tutte le regole della razionalità, ci mettevano di fronte alle paure più profonde e la stessa cosa fanno certe favole malvage, ma sopportavo con fatica i film di Bud Spencer e Terence Hill, che andavano molto di moda. Là non c'erano ombre, c'erano solo pugni, dati con grande allegria.

Penso che il problema della violenza inculcata attraverso certi spettacoli si possa porre senza negare quello che tu giustamente sostieni.

Il termine "censura" è difficile da accettare, e credo che Popper lo usi in modo provocatorio per costringerci a guardare un problema che anche a me appare grave.

Non si tratta di precludere ai bambini la conoscenza di un certo tipo di realtà, e nemmeno di sottrarli alla dimensione della paura, si tratta secondo me di non costruire una realtà completamente falsa.

Se i bambini vivono di TV e ogni film contiene violenze e omicidi, se lo sport è brutale come il wrestling o tribale come il calcio, se i cartoni e i vidoegiochi sono solo lotte sanguinarie e il telegiornale ci mostra uccisioni e arresti come quello di Sassuolo, proviamo a fare la somma di tutto questo nell'economia della loro giornata e chiediamoci: stiamo offrendo loro una corretta visione della realtà?

Spero di essere stato più chiaro.

PS - Anche per le considerazioni sulle agenzie educative, cerchiamo di capirci, nessuno pensa che la Tv sia meglio della scuola, ma è un fatto che i ragazzi preferiscono e credono di più nella TV e che la scuola sta perdendo continuamente di valore. Non è una proposta mia o di Popper, è una costatazione che mi sembra ampiamente condivisa anche da chi opera nella scuola (vedi Paola Mastrocola - La scuola raccontata al mio cane - Una barca nel bosco)

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