Re: Educazione alla violenza

Inviato da  Linucs il 4/3/2006 14:21:05
L'angolo del drive-by posting:

Per realizzare una società liberale (aperta) Karl Popper indica le seguenti priorità:

Potresti definire rapidamente "liberale" e "aperta?" Temo che mi sia sfuggito qualcosa.

1) Pace;

Intendi quindi libera associazione, libero scambio, libertà di contratto, rispetto assoluto della proprietà, eccetera?

2) Limitazione dell'esplosione demografica;

Non si vede quale possa essere la relazione con la società libera. Oggi c'è il famoso calo demografico e la società è tutt'altro che libera, quindi ti toccherà scoprirne le cause misteriose.

3) Educazione

Ottimo. Educazione da parte di chi?

"Se vogliamo perseguire la pace, non possiamo educare i bambini alla violenza e per evitare questo è necessario ricorrere anche alla censura."

Ah ecco. Perché il fine giustifica i mezzi. Visto che mamma e papà non sono capaci di spegnere il televisore, allora dobbiamo farlo spegnere - volevo dire censurare - a qualcun altro, eterno custode della nostra moralità.

Intervistato su questo punto che sembra contraddire il concetto di società aperta, Popper dichiara: "Mi dispiace dirlo proprio perché sono un liberale e non sono favorevole alla censura.

Me n'ero accorto.

Il fatto è che la libertà dipende dalla responsabilità.

E i diritti derivano dai doveri, proprio come sosteneva Mazzini, il massone solidale.

Se tutti fossero pienamente responsabili (...) e considerassero gli effetti delle loro azioni sui bambini, non avremo bisogno di censura, ma purtroppo le cose non stanno così e la situazione è andata peggiorando: la gente vuole sempre più violenza, chiede alla televisione di mostrare più violenza. Non possiamo accettare che si vada avanti così."

La gente chiede alla televisione. Allora c'è bisogno di una censura per proteggere la gente stupida, e i figli stupidi della gente stupida. A chi toccherà vegliare su di noi?

"E' nostro dovere educarli correttamente proprio come è nostro dovere insegnare loro a leggere e a scrivere.

Ecco, cominciate ad educarli a leggere e scrivere.

Dobbiamo evitare la caduta delle resistenze naturali alla violenza nella maggioranza della popolazione."

Quale popolazione, quella che trova giusto e lecito rubare per provvedere ai servizi? Hoppe, salvaci tu.

La libertà - aggiunge Popper richiamandosi alla formulazione di Kant - esiste solo in forma limitata, nei limiti della libertà da concedere agli altri. Dove i limiti vengono superati deve intervenire la legge.

Certo! Perché la libertà è come un recinto: la mia finisce dove comincia la tua, proprio come la definizione che si dà in terza elementare, per spiegare ai bambini che devono stare zitti e fermi mentre la maestra riempie loro la testa di cazzate. E siamo più liberi quando la legge, lo Stato, Popper e la censura vegliano su di noi, perché loro - loro sì - sono illuminati e sono in grado di decidere cosa è meglio per tutti, ma soprattutto per i bambini. E' tutto vagamente mazziniano.

Perciò "se noi educhiamo meglio i nostri bambini, anche ricorrendo alla censura, allora possiamo avere più libertà. Se ce ne dimentichiamo avremo meno libertà."

"Nostri bambini?" Quali, i bambini del villaggio globale, che sono un po' figli di tutti, figli della collettività? I bambini impareranno la libertà a forza di censura? Cos'è, Rocky XIV - La Vendetta dei Myrdal?

Senti questa: e se facessimo abortire per legge tutti i bambini nati da famiglie stupide, avremmo solo bambini intelligenti per il bene della società! Sarà compito dei filosofi e degli educatori decidere chi è meritevole. Ti ricorda vagamente qualcosa?

"Se andiamo avanti come stiamo facendo ora, ci troveremo presto a vivere in una società in cui l'assassinio sarà pane quotidiano."

Certo! E gli arabi cattivi porteranno il mondo di Mad Max nelle nostre città. I soldati-bambino del Congo ci spareranno addosso, mentre i nazisti guidati da Irving ci chiederanno di mostrare il documento biometrico. Ooops scusate, mi sono confuso con il governo.

Ho visto di persona la verità di quello che dice Popper. Mia figlia, che fino a due anni fa chiudeva gli occhi anche alle scene violente dei cartoni animati, adesso ha otto anni e pretende di vedere in Wrestling in TV e protesta furiosamente al mio divieto: "Non capisci niente papà, quello è tutto finto, non c'è niente di male."

Perfino la bambina capisce che i due pupazzoni salgono sul ring volontariamente, e se le suonano ogni santo sabato perché lo preferiscono al pulire i cessi alla stazione. Magari un giorno capirà anche che i contributi di papà finiscono spesi per fare la guardia al pozzo dell'ENI, ma sicuramente il wrestling è un problema più urgente.

Lo so, è tutto finto, come sono finti i film. Questo ci porta a superare la barriera psicologica, ci fa aprire gli occhi davanti allo spettacolo "finto" di assuefazione alla violenza.

Ovvio! Ricordiamo infatti che il cervello rettiliano non distingue la realtà dalle immagini, quindi il wrestling dei pupazzoni colorati ci trasforma in belve assetate di sangue. Il pugilato invece no. O forse sì, ma solo in TV. Ah, e se ascoltiamo il rock diventiamo tutti satanisti. E' tutto molto chiaro.

Il meccanismo naturale per cui la scena violenta ci fa soffrire per immedesimazione con la vittima (l'istintiva identificazione con la vittima è la base della solidarietà umana, è quell'impulso che ci porta a separare due litiganti a prescindere dai torti e dalle ragioni) si rovescia nel desiderio di vedere il nostro campione primeggiare, sconfiggere, opprimere l'altro e ci fa esultare del suo trionfo, ignorando la sconfitta e l'umiliazione dell'altro.

La sconfitta e l'umiliazione di chi è salito volontariamente sul ring? Ci prendi in giro?

Una volta abituati a scegliere, a parteggiare con uno dei contendenti (di solito il più bello e il più forte)

"E il più ricco, e il più bianco, ricordate!"

anche di fronte alla violenza vera faremo istintivamente una scelta e ovviamente sceglieremo il vincente: "Se lo sta picchiando avrà le sue ragioni", "Lo stanno pestando per difendere noi, quella è la violenza degli eroi".

Certo. Il tutto nasce guardando due pupazzoni con contratti milionari che si menano sopra un ring di plastica. Per fortuna i social workers e i filosofi indagano i nostri istinti e ci proteggono con la censura.

La nostra educazione, ormai tutta basata sui mezzi di comunicazione di massa ai quali nessun genitore o insegnante può opporsi se non vuole essere ridicolizzato e sbeffeggiato,

Come? La "nostra educazione" non era quella "free and compulsory" dello Stato?

si affida ai "maestri" del cinema come Quentin Tarantino che ci presenta un nuovo film (Hostel) con il massimo di "contenuti violenti, scene truculente, inquadrature brutali - La vera sfida è guardarlo fino in fondo."

La sfida di che? Se non lo vuoi guardare, non comprare il biglietto. Qualcuno ha forse prelevato i pargoli dalle loro case per costringerli a guardarlo? Non mi risulta. Casomai li preleva dalle loro case per imbottire le loro povere testoline di boiate solidali partorite da qualche NGO. In quel caso tutti zitti, mi raccomando.

Tarantino ha già dato tanto a questo tipo di educazione, con la sua capacità di trasformale la violenza in gioco e ironia, e trova il terreno spianato da anni di cartoni giapponesi dove si combatte con ogni genere di arma e di fantasia,

Guarda, non te lo volevo dire, ma da quando sono spariti i cartoni giapponesi dalla TV i pargoli hanno iniziato a prendersi a coltellate nelle scuole. La generazione precedente tirata su a forza di Kenshiro non aveva l'abitudine di stuprarsi nei cessi delle scuole elementari. Chissà perché?

Ma naturalmente è sempre colpa della TV, la cattiva maestra. Mai di educatori, filosofi assortiti e pattume collettivista di varia natura.

di violentissimo wrestling offerto a bambini piccoli, di tifo calcistico trasformato in esibizioni di odio, uccisioni vere come quella di Quattrocchi trasmesse per i bambini nel telegiornale del pomeriggio e poi c'è anche quella violenza tutta psicologica, carica di cinismo assoluto, di spettacoli leggeri come "Camera Caffé", un ufficio dove nessuno lavora, ma sono tutti perennemente impegnati in un gioco di massacro psicologico.

Nessuno lavora? Sarà un ufficio pubblico?

Cosa c'è, a mamma e papà si è rotto il telecomando? Mamma e papà hanno ricordato di verificare cosa viene insegnato ai loro figli nelle scuole, oppure sono troppo impegnati a guardare il TG in televisione (per cosa? per le storie dei gatti randagi?) e le soap boliviane?

Episodi come quello recente di Sassuolo (ma la stessa cosa accadde nel 2001 per le violenze di Genova) aprono polemiche senza fine perché oltre al fatto in sé (un arresto eseguito con modalità molto violente) entrano in discussione le reazioni emotive, infatti le persone che conservano la naturale simpatia per la vittima non possono accettare che la polizia invece di impedire le violenze sia essa stessa apportatrice di violenza;

Invece possono accettare in principio che il tutore dell'ordine abbia il monopolio della forza, e lo possa usare a propria discrezione sui cittadini? E come dovrebbe mai impedire le violenze, questa polizia? Fammi indovinare: con il deterrente, ho indovinato? Basta aprire un giornale...

le persone ormai assuefatte alla violenza, avendo cancellato la dimensione non-violenta come possibilità reale di convivenza, godono nel vedere il trionfo della polizia: quanto più violenta è l'affermazione della polizia sul presunto criminale, tanto più sarà godibile la scena come trionfo del giusto.

Non mi dire! Le persone sono assuefatte alla violenza di Stato, da dove avranno mai appreso queste strane idee? Probabilmente dal wrestling, ci sarà un pupazzone vestito da carabiniere!

Non si tratta solo di capire se il presunto criminale è un vero criminale, se merita o non merita la punizione.

Anche perché per capire questo serve una cosa chiamata "processo." Infatti:

Il problema è un altro: il sistema punitivo è affidato ai giudici che devono esercitarlo secondo le regole del processo, e l'anticipazione poliziesca della punizione, anche se giusta, trasferisce il potere punitivo ad una forza violenta che non ha e non può avere il dovere di fare accertamenti o di ascoltare la difesa.

"Anche se giusta?" La punizione fisica arbitraria è diventata giusta?

Accettando questo si accetta la cancellazione di ogni garanzia di legalità.

Ma come: i tutori dell'ordine sono il simbolo della legalità stessa. Il cittadino deve sempre aver presente che può essere perquisito, interrogato e pestato in ogni momento, per il bene della collettività. Il branco viene sempre prima dell'individuo. Non sarà un caso se hanno iniziato pestando gli immigrati, per ottenere il consenso della mandria: se avessero iniziato pestando un anziano di passaggio avrebbero avuto meno fortuna. Ma c'è ancora speranza: negli USA trattano bambini ed anziani a forza di Taser.

Il pupazzone colorato viene pestato per contratto, il migrante in questione viene pestato non per impedirgli di nuocere ma solo per divertimento: difficilmente saltargli sulle costole (quando si trova già a terra) è un intervento necessario per il bene della collettività, a meno che non si voglia colpirne uno per educarne cento.

MI scuso per la lunghezza e concludo con parole di Popper:

"Lo stato di diritto esige la non-violenza, che ne è il nucleo fondamentale". Se siamo d'accordo su questo dobbiamo fare qualcosa.

Certo, esige la non-violenza, ma solo da parte del cittadino, ovvero il disarmo. Poi magari tiene qualcuno in carcere senza prove e senza processo, per tutelare la mandria belante.

Non solo non possiamo giustificare i vignettisti e i ministri che vanno ad esibire le vignette provocatorie, non possiamo giustificare i carabinieri di Sassuolo, nemmeno quando riusciamo a comprendere la loro reazione in una situazione realmente difficile.

Mettiamo i vignettisti e i carabinieri picchiatori sullo stesso piano? Partendo dal wrestling?

Per i carabinieri è una "situazione difficile" disinnescare un povero imbecille ubriaco? Stando così le cose, forse non dovremmo mandarli in giro per il mondo a costruire democrazie.

Dobbiamo agire sull'educazione, e all'educazione civica partecipano anche i giornalisti, i ministri, i carabinieri... dobbiamo agire sulla formazione delle coscienze che non avviene più tra la casa, la chiesa e la scuola, ma avviene in Tv, al cinema, in palestra, per strada.

Se non avviene più a scuola, cosa ce li mandiamo a fare i pargoli? A prendere aria?


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