Re: L'arte è un sogno o i sogni sono un'arte sottaciuta?

Inviato da  invisibile il 27/5/2014 11:34:07
Calvero

Citazione:
Ciò che invece non è eludibile (e non sminuisce quanto hai aggiunto) è invece quello che riguarda il momento in cui un'opera viene riconosciuta, e non si può parcellizzarne il senso.

Concordo.

Citazione:
Quello che emotivamente coglie nell'espressione artistica l'autore che sta creando/sviluppando il suo "lavoro" (consciamente o meno) così come l'ascoltatore che n'è coinvolto, è l'indefinibile "significato" mentale/emotivo che si ha come risultato quando una nota passa a un'altra. Lì risiede ciò che di divino ed eterno è insito nella musica.
...............

Quando tu (esempio a caso) da un accordo di LA minore, passi al LA ... quello spazio che intercorre, ha un perché nella TUA memoria, la tua memoria musicale viene "trasformata/guidata/evoluta" in un'altra sensazione sonora ed ecco, che lì, c'è stata una creazione nella creazione, che è oltre il binomio ---> LA m / e il LA ... .. non è una questione tecnica; è in quel momento di "non-nota" che si genera uno stato mentale/emotivo; un trasporto indefinibile quanto esistente.

Hai letto la mia firma?
"L'utile delle cose è in quello che non c'è"

"Utile in questo caso non è carino, rispettoso, ma il senso è lo stesso.
Inoltre in musica, il silenzio è altrettanto importante del suono.
Esistenza / non-esistenza.
Senza la non-esistenza l'esistenza non è possibile.
Senza il nulla le "cose" non avrebbero "luogo" dove esistere.

Ma il nulla, per definizione, non esiste.
Ma se non esistesse nemmeno le "cose" potrebbero esistere perché non ci sarebbe un "posto" dove esistere.

Bel paradosso

Si, io penso la stessa cosa.
Ma secondo me, ed è per questo che ho scritto quanto sopra, vale per qualsiasi cosa manifesta.
Possiamo dire che la musica è Arte, non solo quando è viva, ma anche quando esprime il mistero dell'esistenza grazie al "passaggio" da una condizione di non-esistenza ad una di esistenza, e viceversa.
E' proprio quel passaggio che tocca in noi qualcosa, qualcosa si muove in noi, e questo è significativo.

Per cui ti prego:

Citazione:
Per approfondire questo concetto dovrei parlare di una mia tesi ---> sul perché della musica per l'uomo. Ma non è proprio il caso. Almeno per ora.

Quando vuoi.

Citazione:
Detto ciò, dimmi dove mi sbaglio, ma ascoltando il pezzo che hai postato e valutandolo secondo la tua definizione quando dici: Citazione: Questo significa che prima di ripetere una nota già suonata, devono essere suonate tutte le altre. Non mi sembra in certi passaggi che note già suonate abbiano atteso il giro delle altre, quindi: - o non ho capito o forse il dire "nota già suonata", musicalmente va compreso diversamente.

Non avevo verificato. Mi sono fidato di wiki.
Non sono un esperto della dodecafonia per cui le sottigliezze sfuggono anche a me. Ho verificato e pare che quel pezzo non sia veramente rigoroso (le note ripetute, la stessa nota ripetuta ritmcamente credo che "non contino" nella regola). Ho trovato note della serie che riappaiono prima di aver suonato le 12.
Ma l'idea è quella, e il "suono", il tipo di risultato è quello.

A mio avviso la cosa interessante, è che gli stessi dodecafonici hanno abbandonato velocemente quell'idea, per il semplice fatto che non funzionava.
Io credo che la musica, come tutte le creazioni umane, deve avere una parte "naturale" per poter comunicare quello di cui parlavamo sopra, per poter toccare quel "qualcosa" in noi. Non può essere totalmente "controllata" dalla mente umana. Anzi, più è incontrollata e più tocca.

Intermezzo:
Chiesero a Mozart come cavolo faceva ad inventare tutte quelle melodie in così poco tempo, tutte belle, fantasiose e stimolanti, innovative. Lui rispose che non inventava proprio niente, le trovava.

Esiste la musica dell'Universo?
Io credo di si.
Basta sintonizzarsi sul canale giusto.

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