Re: L'arte è un sogno o i sogni sono un'arte sottaciuta?

Inviato da  invisibile il 24/5/2014 19:24:53
Citazione:

Calvero ha scritto:
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- la percezione [nostra] che, "di riflesso", coglie nell'etere i suoni, formulati, determinati e voluti secondo un'ordine stabilito (in questo caso, si presuppone, da un'artista o quanto meno da un esecutore che si propone a sua volta in un protocollo artistico)...

.... è in primis (secondo quanto esteticamente pervade il nostro percepire) quell'insieme "astratto" chiamato musicale, il quale scorre secondo un determinato tracciato sulla linea del tempo (ma senza lo spazio a imporsi come dimensione): - un compiuto, teso a materializzare un'opera che solo nel suo complesso ha il suo senso;

Concordo.
Ma anche una porzione dell'opera ha (può avere) un suo senso. Il ritornello di una canzone, una parte di una melodia, una successione di accordi...
Quando il vero senso dell'opera si ha solo (o soprattutto) nel suo insieme, è, a mio avviso, animata in modo particolare.
Voglio dire che ci sono delle canzoni (parlo di queste perché hanno una forma semplice), che una volta che hai svolto le sue 2 o 3 parti hai detto tutto. Il resto è ripetizione. Invece ci sono dei brani che più vai avanti è più acquistano significato, in cui il (i) "messaggio" diventa sempre più "forte", o "chiaro" o profondo"...

Citazione:


- questo percepire [nostro] riceve informazioni di un'opera, identificandola nei suoi stilemi, non propriamente dalle note in sé, dal loro ordine, ma dalla differenza di una "non-nota" che noi cogliamo come passaggio ----> tra l'una e l'altra, generando, nel continuum da ...

---> punto iniziale "A" a punto terminale "B" <----

... un processo musicale oggettivo che, soggettivamente (per il "riflesso" di cui sopra), imporrà un determinato giudizio per una determinata sensibilità che nel gusto critico/musicale imporrà differenze notevoli

Questo è da chiarire. Quando parli di "non nota", intendi tutte le frequenze di vibrazioni che ci sono tra una nota e un altra che non vengono suonate in quanto assenti dal tono o dal sistema seriale?

Non ho capito bene...
(poi li mortacci tua non è che scrivi semplice semplice... )

Citazione:
...e cioè, mi pare di cogliere che:

- in una dodecafonia, l'opera artistica risulterà all'orecchio del critico, dell'appassionato, dell'esteta, come un "dialogo" che ha una portanza (metaforicamente quelle delle ali di un aereo), dicevo: una "portanza" minore nel suo continuum poiché la sua costruzione, il suo costrutto artistico, è chiamiamolo impertinente agli occhi di un "classicismo" meglio subordinato ad una emotività di fondo (esteticamente) cui l'ascoltatore può attenersi ...

... mentre nella dodecafonia, l'elemento artistico soggiace e si vivifica forse più a una "creazione primigenia", che a un "perseguire".

Complimenti. E complimenti a me
Molti intellettualissimi (è esatto) hanno affermato che la musica contemporanea ha una valenza "primitiva", in quanto primigena, separata dalle convenzioni dei tempi.
Comunque questo riguarda, in misure diverse, tutta la musica atonale, non solo quella dodecafonica.
In realtà la dodecafonia "pura", è più tradizionale della musica contemporanea tout court, perché impone un sistema molto rigido di composizione, e per cui è comunque ancorata all'idea di regole a prescindere, invece di faccio come cazzo mi pare o mi do le regole di volta in volta sempre come cazzo mi pare.
Infatti lo stesso inventore l'ha rinnegata, rendendosi conto che comunque per la musica le regole servono a creare un dato linguaggio e una certa forma, che serve a veicolarlo, ma più diventano strette e più la musica fa cagare.

Il che apre delle riflessioni molto interessanti sul binomio leggi/libertà.

E noto che i peggiori compositori di musica cosiddetta "colta" [prrrr sempre sia prrr], sono quelli più accademici, tipo insegnanti di composizione dei conservatori (con le dovute eccezzioni chiaramente).

Mozart era un genio. Lo era anche perché se ne strasbatteva delle regole del suo tempo (e delle regole in generale...), e per cui la libertà interiore permetteva alla creatività di fiorire in mille direzioni diverse.

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