Re: La Nuova Cronologia di Anatolij Fomenko

Inviato da  Fabrizio70 il 28/7/2014 20:08:59
Citazione:
Ah, il complottista sarei io? Dici che il metodo è assoluto senza una prova.
Non c'è bisogno di essere complottista per essere uno storico che usa un metodo sbagliato. La gente bada a fare il suo piccolo lavoro ed a prendere per garantite le competenze altrui. Fino a che non deve compromettere dei principi fondamentali su cui si basa la propria identità. Se questo non accade, tiri diritto. Non è complottismo: è quieto vivere.


Quieto vivere di che ?
A parte che stai dicendo che il decadimento radioattivo non ha prove (quindi TUTTI i fisici sono coinvolti ) hai la minima idea di come si data un reperto ?

No , ecco un esempio facile :

http://it.wikipedia.org/wiki/Madonna-reliquiario_di_Santa_Maria_Maggiore

Citazione:
La Madonna è stata sottoposta a un restauro nel 2002, da parte dell'Opificio delle Pietre Dure, in occasione del quale si sono potute togliere una serie di ridipinture che ne avevano alterato l'aspetto, soprattutto nei volti e nel manto del bambino, e si è proceduto a una generale ripulitura che ha rivelato la splendente doratura e l'uso di alcuni colori tenui.

Durante gli studi si è constatato come il supporto usato fosse in legno di castagno, analogo a quello di altre opere toscane del XII secolo, ma mai usato nella pittura fiorentina del XIII secolo, quando si usavano già legni di pioppo e tiglio in maniera pressoché esclusiva a causa della meno rischiosa presenza di tannino, una sostanza che emanano alcuni legnami e che macchia lo strato di preparazione e talvolta anche la superficie pittorica.

Durante una radiografia si è scoperto che le cornici erano state ridorate e nascondevano una decorazione a racemi, di tipo islamico, chiaro influsso della scuola bizantina, presente anche in altre opere toscane. Inoltre sono saltati fuori alcune linee di decorazioni non presenti sulla superficie della tavola, che sono state spiegate come presenti sulla tela di lino, strappata e riutilizzata per tenere insieme gli strati di materiale preparatorio alla pittura. Ebbene queste decorazioni sono state ricomposte e hanno dato la sagoma di un crocifisso con le estremità dei bracci caratterizzate da pallini tondi agli angoli e da una voluta tondeggiante all'incrocio delle braccia: un motivo tipicamente bizantino che è attestato dal VI al XII secolo in area orientale. È chiaro quindi che chi aveva preparato la tavola aveva riutilizzato un vecchio arredo liturgico, che non doveva essere estraneo alla sua cultura. Anche il diffuso uso di punzoni sulla doratura è piuttosto inconsueto per l'area toscana fino al XIII secolo.

Altre perplessità sono nate dallo spessore e dall'alto grado di finezza dell'oro, usato in maniera più povera nella scuola toscana, e dall'uso di alcuni colori, riscoperti con la pulitura del restauro, quali l'indaco e i delicati rosa, grigi, violetti, che in Toscana si conoscono solo dopo le esperienze del senese Duccio di Buoninsegna.

A un esame al carbonio 14, si è scoperto che il legno risaliva ad un periodo tra la fine dell'XI e gli inizi del XII secolo: anche prevedendo qualche decennio di stagionatura, la pittura non poteva essere stata stesa più di un secolo dopo, non essendoci tracce di un reimpiego di una tavola già dipinta; la colla usata nella preparazione a gesso degli strati pittorici invece risaliva al X secolo, cosa che è stata spiegata con l'usanza di preparare tale ingrediente usando vecchie pergamene, come documentato anche in antichi ricettari come quello di Teofilo.

Durante il sopralluogo per il prelievo dei campioni da analizzare furono trovati due piccoli fori chiusi da tappi in cera in corrispondenza della testa della Vergine e di quella del Bambino. Essi coprivano due cavità delle quali si era persa la memoria, ciascuna contenente un piccolo sacchetto con un velo, fili di tessuto, un frammento di legno e una placchetta di stagno ripiegata che celava un cartiglio con un'iscrizione parzialmente danneggiata che testimoniava la presenza di una reliquia: Lignum sanctae Crucis nec non et / reliquiae sancti ... (segue un nome illeggibile). La scrittura è riferibile a quella dell'Italia centrale tra il 1125 e il 1175. La stoffa di uno dei due sacchetti, in seta, è stata attribuita a una manifattura del Mediterraneo orientale tra l'XI e il XIII secolo.

Anche l'iconografia, in particolare la disposizione degli apostoli, fissa in opere coeve di scuola bizantina, ha fatto pensare a un artista costantinopolitano.


E secondo te per quieto vivere tutti zitti ?
Poi dici che non esiste il gomblotto globale per appoggiare le stronzate di Fomenko...

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