Re: Chiave di lettura alternativa della IIWW

Inviato da  Davide71 il 8/8/2010 12:33:06
Ciao a tutti:
in occasione dell’anniversario della Bomba a Hiroshima e Nagasaki compaiono spesso articoli interessanti. Di seguito ne linko 2, uno da “ComeDonChisciotte”: “Le bugie di Hiroshima sono le bugie di oggi” (originale inglese di John Pilger), e uno postato come commento al predetto, tratto da “Nazioneindiana”: “L’orribile Anniversario” (di Antonio Sparzani).
Il primo sostiene che gli Stati Uniti non avevano nessuna necessità di sganciare la Bomba Atomica contro il Giappone, ma lo fecero per SPAVENTARE I RUSSI. Questo nell’ottica della mia tesi è decisamente interessante. Di fatto la guerra contro il Giappone è piuttosto strana. Tutti noi ci siamo sempre chiesti perché il Giappone attaccò gli Stati Uniti. Abbiamo tutti, da piccoli, vissuto come una vigliaccata l’attacco alla flotta americana di Pearl Harbor, e implicitamente le Bombe come una “giusta punizione” per quell’atto. In realtà il Giappone, impegnato fin dal 1931 ad estendere il suo dominio sulla Cina, mal digeriva le imposizioni degli Stati Uniti nei suoi confronti (di ritirarsi dalla Cina fondamentalmente) perché avrebbero declassato i giapponesi al rango di dominio coloniale, privo di autonomia nel campo delle risorse energetiche e dell’acciaio. Fin qui il movente è chiaro. Oppure no? In realtà il Giappone non aveva nessuna ragione valida per attaccare gli USA. La Cina, devastata dalla guerra civile, offriva ai giapponesi un impero enorme, la conquista del quale lo avrebbe emancipato dalle pretese di qualunque potenza occidentale. Il Giappone non aveva alcun interesse a svegliare il can che dorme. Allora perché attaccare Pearl Harbor il 7 dicembre 1941? Molti oggi si rendono conto che quell’azione, lungi dal danneggiare gli USA, lo hanno in realtà favorito per ragioni assai note: hanno permesso al governo americano di piegare l’opinione pubblica alla necessità di una guerra, con annessi sacrifici di vite umane e investimenti economici di rilievo. Oltre tutto oggi sappiamo che gli Stati Uniti si aspettavano un attacco del genere (avevano decodificato i crittogrammi giapponesi), e avevano giustamente ritirato le loro portaerei (l’arma navale più potente dell’epoca), lasciando là (morti) 2000 uomini e qualche ferro vecchio. Infine, e nell’ottica del mio articolo la cosa acquista un peso, hanno permesso agli USA di rinviare l’attacco alla Germania, accampando la “scusa” della preminenza del fronte del Pacifico.
Domanda: come avrebbero fatto gli Stati Uniti a imporre al Giappone un attacco che conveniva a loro e non al Giappone? Questo non lo so, però sembra che gli archivi di Washington contengano proposte di pace giapponese a partire dal 1943! (dal secondo articolo). Oops. E se fosse che gli Stati Uniti avessero proposto ai giapponesi l’attacco in cambio, che so io, di petrolio e acciaio e con la promessa di accettare una proposta di pace in breve tempo (magari dopo una serie di vittorie gratificanti)? Sarà dietrologia…
Sta di fatto che gli Americani continuarono la guerra contro il Giappone con un dispendio di mezzi incredibile per una nazione coinvolta su due fronti, e poco ci mancò che lo radessero al suolo. Evidentemente lo sforzo bellico non era così pesante per loro, forse perché sapevano che i tedeschi non avrebbero offerto quella gran resistenza…
Un ultimo interessante oggetto di discussione è la natura degli ordigni. Qui mi devo rifare ad uno dei commenti fatti al primo all’articolo, secondo il quale gli Stati Uniti non avevano i mezzi per fabbricare acqua pesante e quindi fare esperimenti atomici e tanto meno plutonio (utilizzato nella seconda bomba come potenziamento o sostitutivo dell’U 238). Pare che materiali e tecnologia sarebbero stati forniti dai tedeschi stessi, che li avevano (!!!). Ma questo argomento, carico di mistero, lo devo accantonare in attesa di riscontri probanti. Il riferimento al plutonio è legato al fatto che fu una bomba al plutonio, pare, ad essere sganciata su Nagasaki.
Un dato ufficiale è che la bomba atomica era di difficilissima fabbricazione e, soprattutto allora, a parità di potenziale, era più economico l’esplosivo convenzionale trasportato da un gran numero si aerei. Per cui le bombe erano un bluff (del tipo: “guardate che noi potremmo fare moltissime così”, cosa in realtà impossibile). Questo corrobora l’idea che i destinatari del bluff non fossero i giapponesi, che erano già stati intimoriti a sufficienza.

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