Re: Archeologia alternativa

Inviato da  sonsokh il 18/7/2012 20:45:03
Popoli danubiani-società gilaniche

popoli del neolitico, vissuti nell'europa dell'est, per circa 5000 anni, organizzati in società non belligeranti, con struttura egualitaria uomo-donna, senza gerarchie sociali, senza armi e guerrieri.

]Marija Gimbutas (Vilnius, Lituania, 23 gennaio 1921 - Los Angeles, 2 febbraio 1994) é stata una storica e un'archeologa lituano-americana. Gran parte della sua vita é stata dedicata allo studio di quelle che poi saranno definite dalla sua allieva Riane Eisler società gilaniche.
Marija Gimbutas è nata in Lituania, a Vilnius, il 23 gennaio 1921, in una fase storica in cui il 50% della popolazione del suo paese era ancora pagana. A causa della guerra e dell’occupazione sovietica del suo paese, fu costretta a rifugiarsi in Austria . A Vilnius, in Lituania, e più tardi a Vienna, a Innsbruck e Tubinga ha studiato la linguistica, l'archeologia e le culture indoeuropee, ottenendo il suo dottorato a Tubinga, in Germania, nel 1946.
Nel 1949 è giunta negli USA come rifugiata politica. Nel 1950, in quanto esperta in materia di archeologia europea orientale è diventata ricercatrice ad Harvard, dove è rimasta per dodici anni.
Gran parte dei suoi studi hanno riportato alla luce la civiltà delle società (società gilaniche) dell'Antica Europa, sviluppatesi tra l'8000 a.c e il 2500 a.c intorno alla figura della Dea Madre secondo principi antiautoritari e sostanzialmente pacifisti. Nel 1956, la Gimbutas propone la cosiddetta "Ipotesi Kurgan", che mette in relazione l'indoeuropeo, e la relativa scomparsa delle società gilaniche, con le invasioni di una "civiltà" nomade-pastorale, caratterizzata da forti matrici guerriere, diffusa nelle steppe ponto-baltiche c. 4500-2500 a.C. e nota a partire da particolari sepolture a tumulo (dette, appunto, kurgan).
Nel 1963 si è trasferita all'UCLA dove ha insegnato come professore onorario di archeologia europea per molti anni.
E’ morta a Los Angeles il 2 febbraio del 1994. E' l'autrice di più di venti libri, compreso opere ben note come Il linguaggio della dea, La civilta della dea, e Dee e dei dell'Antica Europa.


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