Re: La Nuova Cronologia di Anatolij Fomenko

Inviato da  Nomit il 8/6/2013 19:02:04
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polaris ha scritto:
@ Nomit

Gli articoli di Ciapanna sono incomprensibili integralmente (ho curiosato sul suo sito) figuriamoci a frammenti!!! Non potresti pubblicarli per intero, con ordine?

Molte affermazioni oscillano tra lo sconcertante e il ridicolo.

Basta che poi non le scambiate per mie opinioni...

Citazione:
LA BIBBIA COME ENIGMA
Per capire cosa sta accadendo la Bibbia da sola è pericolosa perché è un testo da decodificare e l'interpretazione letterale non è quella giusta. Delle interpretazioni altrui non ci si può fidare perché non sono disinteressate, e si sono visti numerosi casi di abdicazione «spontanea» dalla propria cultura.

L'esempio più vistoso è offerto dai Testimoni di Geova, una setta capeggiata dalla Torre di Guardia che ha sede in alcuni grossi edifici a Brooklyn, privi di ogni ostentazione. I Testi sono su nessun albero: stanno fuori e basta, e infatti pur «temendo» YHVH, non possono chiamarlo così ma debbono usare la parola Geova.

Altro tronco, altro codice. Codice in latino vuoi dire tronco. I testimoni di Geova arrivano in massa dopo la Seconda Guerra Mondiale e praticano un pesantissimo proselitismo basato appunto sull'interpretazione letterale guidata, e siccome pensano che la Bibbia esiste da quattromila anni (le Tavole della Legge sarebbero state date a Mosè 19 secoli prima di Cristo, secondo la Bibbia Concordata ) sono convinti che una tale precisione di profezie non può non venire da una potenza extraterrena.

Ora è certo che qualcosa pilota gli eventi (la mia stessa esistenza ne è la prova per me) ma non è affatto certo che sia la Bibbia il veicolo. Se i Testimoni di Geova fossero esistiti ai primi del secolo scorso non avrebbero trovato traccia di Mosé né nella cultura, né nei vocabolari.

La particolarità che i Testimoni di Geova non conoscono è che loro stessi non riescono a immaginare il proprio psi, il proprio punto di osservazione del mondo, dall'esterno. Pensano che tutto ciò che gli sembra vero oggi sia stato vero sempre. Non distinguono la percezione della storia dalla realtà della storia stessa.

Se oggi gli sembra che Mosè c'è sempre stato, per loro Mosè c'è sempre stato. Non si rendono conto che sono loro che stanno inventando Mosè minuto per minuto.

Né si rendono conto che un personaggio che sta nella memoria può esserci stato messo da chi ha un interesse particolare a riempire libri, giornali e televisione di personaggi destinati ad entrare oggi nella memoria come personaggi antichi, e domani a restarci come autentici personaggi dell'antichità. Salvo essere cancella ti al prossimo giro di secolo.

Lo storico Gershom Scholem (un nome di fantasia) dice che la Bibbia è come un giuoco enigmistico impossibile da decifrare, e quindi bisogna seguire la sua versione dei fatti. Ma 100 anni non sono moltissimi e difatti da confrontare con le profezie della Bibbia ne sono successi tanti che si può certamente tentare di osservare la Bibbia dall'esterno. In fondo la Bibbia ha la struttura di un albero esterno al mio punto di osservazione, al mio psi, e questo è già un passo avanti nella via della soluzione. Il fatto che ne hanno stampato un miliardo e mezzo di copie conferma che bisogna prenderla sul serio.

Io che sono figlio di un uomo che da ragazzo è stato messo in uniforme e mandato con un moschetto 91/38 a conquistare «quota 91», che era in realtà una mitragliatrice austriaca, ed è tornato invalido, io non ci credo alle interpretazioni della Bibbia fornite da quelli del 92. Io sono ancora fermo al 91, e voglio capire.

Cominciamo dai bisantoni. In araldica (che è l'albero dei nobili, Abiinelek nella Bibbia) i bisantoni sono le palle di pietra da cannone che stavano nello stemma di Firenze prima che venissero sostituite dall'onnipresente Giglio. Questo in araldica significa che Firenze era una città dove Bisanzio comandava e che ancora non si chiamava Firenze. [questa parte mi piace]

Andiamo a Bisanzio. Scopriamo subito che non è il nome di un posto ma è una falsa pista. Bisanzio infatti significa “sancito due volte” e siccome «santo, sanzio» non è uno spirito celeste ma un ordine che scende dall'alto, vediamo di che santi si tratta.

Con la Treccani è facile, una volta scoperto il codice 92. Le cose vanno cercate nel volume dell'indice perché non stanno quasi mai dove uno si aspetterebbe di trovarle (per esempio la voce Massoneria, uno dei nomi che il potere ha, è spiegata sotto la voce Santa Alleanza).

Il luogo dove oggi ci dicono che secoli fa esisteva la città di Bisanzio oggi si chiama Istanbul. Ci sono tracce della passata presenza della repubblica di Genova (che costruì una cinta di mura tuttora visibili) e anche di Venezia. E poi c'è la basilica dedicata a Santa Sofia, la “conoscenza stabilita”. Sofia in greco significa conoscenza, e il richiamo all'albero della conoscenza del Bene e dcl Male con cui la Bibbia comincia è inevitabile.

Nella percezione di oggi, Bisanzio è stata la città dove Giustiniano intorno al 529 avrebbe raccolto i suoi codici illuminati (ossia illustrati) e dove aveva sede il Sacro Impero Romano d'Oriente (Trecc. XVII p. 391).

Nella percezione che la gente aveva un secolo fa (e nella storia della Turchia) uno dei nomi del luogo era Mandracchio, che nel Mediterraneo era diventato nome comune e indicava il porto mercantile. C'erano i turchi (che non sono i turchi che trafficavano col Vaticano, della cui invenzione si occupava un'apposita facoltà universitaria a Roma, Turcologia), e contemporaneamente c'erano i Genovesi, i Veneziani e i Greci.

Molto indietro la storia non può andare perché tutti i documenti archeologici sono stati stravolti, e sulla gente è calata la carta stampata.

Si sa con certezza che il Partenone e l'Acropoli di Atene erano normalmente in funzione quando arrivarono i Veneziani che lo devastarono combattendo contro i turchi, ma erano i turchi della Turcologia, non quelli della Turchia, Lord Elgin fece il resto, trasportando le bellezze di Atene nel British Museum, e quindi i tempi di Pericle sono finiti nel secolo scorso, non 25 secoli fa come ci raccontavano per scaricarsi dell'infamia.

Tutti i dati che vi presentiamo, e mille altri di conferma, sono leggibili da tutti nei trentasei volumi della Treccani, ma bisogna mettersi gli occhiali 92 per decifrarli perché sono messi in modo da sfuggire al lettore distratto.

Genova e Venezia, quindi, e i turchi della Turcologia, erano i tre poteri che comandavano a Bisanzio. Ma Bisanzio allora dove stava? Nelle porte di bronzo del duomo di Milano c'è un «turco» che sembra il Visconti, che non solo ha il turbante in testa, ma anche un vistosissimo scudo col biscione che ingoia un bambino. È l'aspetto «Erode» del 92.

Nella porta di bronzo il Visconti «turco” viene ucciso dal «crociato» (sempre di croce greca si sta parlando, come quelle dei cavalieri di mare. Cristo non c'entra). Questo è l'aspetto Apocalisse.

A Bellinzona invece possono stare tranquilli perché anche lì c'è il biscione ma non il bambino. Forse il serpente ha già mangiato. Bellinzona (una città molto bella nella zona) è ben dentro nel 92. Il prefisso telefonico 92 e l'antenna trasmittente «più alta d'Europa» concorrono a farne un luogo unico.

La storia degli imperatori romani che ad un certo punto, nell'anno 395, avrebbero diviso l'Impero in due (tra Onorio, Roma, e Arcadio, l'Oriente) presuppone un Impero ma questa forma di governo a Roma era sconosciuta. Imperatori erano occasionalmente dei generali. Ogni città aveva le sue regole, non esistevano né stati né passaporti (la figura dell'ambasciatore tra stati “indipendenti” è stata creata dalla Santa Alleanza,
e alla fine del secolo scorso gli Stati al mondo che dipendevano dalla Santa Alleanza, erano 26) e in tutti i porti del Mediterraneo si parlava la stessa lingua. Ancora oggi i marinai usano lo stesso gergo nei porti del Mediterraneo e ancora oggi gli ambasciatori delle «teste coronate» dell'albero della Santa Alleanza sono superiori in grado a tutti gli altri.

L'indipendenza degli stati è una finzione. Finalmente si è capito perché, dopo vent'anni di Fascismo, l'Italia non è diventato un paese neutrale come la Svizzera o l'Austria. Al tempo dei comuni alcune città prosperavano con gli scambi ed i commerci, e Napoli era di gran lunga la città più importante. Re Fuàd d'Egitto, padre di re Faruk il re del poker, parlava e scriveva benissimo il napoletano. L'italiano, ai tempi di re Fuad, era una specie di esperanto destinato a far scomparire i dialetti. Napoli era il centro naturale in cui convergeva il Mediterraneo, gli inglesi fingevano che ci fosse una monarchia, ma i suoi poteri non andavano molto oltre la zona vesuviana. I re di Napoli erano re di carta, tutte figure 92 le cui descrizioni riempiono i cataloghi dei librai antiquari, ma che non hanno nessun riscontro con la realtà, e infatti gli stessi libri, quando li ordini, non ci sono mai. Non c'era potere centrale, non c'era servizio militare, non c'erano tasse sui poveri (le imposte indirette).

Con i piemontesi è arrivata la schedatura delle persone (l'anagrafe, che non ha alcuna utilità sociale) e poi la tassa sul grano, quella sul sale, quella sui tabacchi... E una parte del debito che i Savoia avevano contratto per andare alla campagna di Crimea.

L'ultima comunità meridionale a cadere sotto le cannonate e l'assedio dei piemontesi fu Civitella del Tronto, difesa dai baroni Cornacchia. Quanto forte sia ancora oggi la mentalità comunale nel Meridione è dimostrato dal fatto che il nostro esercito considera ancora l'Aspromonte e la Sardegna “zona di operazioni”. Se è così dopo trent'anni di televisione, figuriamoci prima che fabbricassero le ferrovie e poi le strade.

L'ultima autonomia “commerciale”che avevano lasciato ai napoletani, quella della piccola importazione, gliel'hanno tolta quindici anni fa fingendo che non era commercio di diritto ma che si trattava di un'attività di contrabbandieri. Gli avevano fatto dipingere di blu i motoscafi per isolarli dal resto della popolazione.

Fino a pochi decenni fa c'erano foreste e paesi, e la mancanza di strade era la migliore difesa. Senza strade un esercito di cento persone armato di lance e di cannoni/petriere (così andavano le truppe fino a metà del secolo scorso) non dura una settimana. Che mangia? E poi la gente sapeva difendersi benissimo con gli stessi mezzi. I famosi fucili a trombone dei briganti erano delle petriere portatili, i briganti eravamo noi.

Nella visione del mondo che ci stanno imponendo, che è quella dei nostri nemici, le colpe del Meridione sono bibliche. Hanno cominciato con un best seller librario subito dopo la guerra: Cristo si è fermato ad Eboli, dove la prova dell'arretratezza delle persone era costituita principalmente dal fatto che erano poveri. Il fatto che i meridionali sono culturalmente indipendenti (e non sono un'invenzione del secolo scorso, ma una realtà millenaria) e privilegiano la comunicazione intuitiva su quella verbale viene preso per ignoranza.

Il giornale di New York racconta che i figli degli emigrati italiani che andavano nelle scuole americane dovevano tenere le mani sotto il sedere per imparare bene a parlare inglese senza gesticolare. Piccoli edomiti.

L'indipendenza è definita arretratezza, e fino a pochi anni fa i sindacalisti dell'Alta Italia venivano mandati a primavera a stravolgere il lavoro dei pastori nelle Puglie.

La gente si spostava per il Mediterraneo, o veniva spostata, con facilità. Nel paese dove sono cresciuto, San Benedetto del Tronto, prima che arrivassero le comunicazioni (anni '20 di questo secolo), il posto dove i pesèà tori tenevano gli orti e tiravano su le barche si chiamava Mandracchio, tre si diceva «talatta», e quando tornavano senza pesce dicevano “mafisc”, niente. Parole arabe.

Prima che arrivassero le barche a motore il mare era insidiato dai Saraceni, che erano proprio i discendenti di Sara, moglie e sorella di Abramo, nelle vesti di pirati. Erano i predecessori degli odierni “cavalieri » del Santo Sepolcro, di Malta, di Santo Stefano, eccetera. Quanto poco fossero cavalieri lo dimostra il fatto che i loro superiori si chiamano «ammiragli» e a questa particolare attività in Vaticano hanno dedicato addirittura un monumento (vedi foto a pag. XXI.).

A Pisa (che non è una città di mare ma è il nome che danno a Livorno ‘quando parlano di pirateria) a giugno '89 i cavalieri di Santo Stefano facevano una mostra dei loro cimeli. In mezzo ad una profusione di croci greche e di punte di lancia si poteva leggere l'elenco dei gioielli che un signore turco incontrato in mare «donava» al cattolicissimo imperatore d'Austria (titolare dell'Etruria nell'almanacco dei Gotha) nelle mani dei suoi maggiordomi Liechtenstein e nomi simili. Il bottino. Ma quella lista era palesemente falsa, inventata adesso per dar sicurezza agli altri 92, e compilata dalla stessa gente che ha inventato prima Ali Babà e i quaranta ladroni e poi zio Paperone. Il catalogo della mostra non era disponibile. Piratatato via dagli stessi cavalieri appena uscito di tipografia, hanno detto i custodi.

A questi debiti con la società, ed a fatti molto peggiori, dovrebbe rimediare l'Inversione Semasiologica che stanno tentando nei mezzi di informazione. Il V postulato di Euclide (l'imperatore Carlo V, nel gergo del 92; «sul cui mondo non tramontava mai il sole) è stato inventato apposta. È la segnatura di partenza in Vaticano, nell'affresco Scuola di Atene, che è attribuito a Raffaello Sanzio. Andiamo a vedere la lapide di Raffaello Sanzio nel Pantheon, e scopriamo che è Santo: Santo Raffaello. Sanzio, santo, sancito... ci siamo di nuovo. E una sanzione a fumetti murali, meglio dell'alfabeto.

San Raffaello ha la stessa realtà di San Carlo Magno, la “sanzione” su cui si fonda la Santa Alleànza, cui hanno dedicato il duomo di Aquisgrana. E in stile gotico e quindi sembra molto antico, ma tutte le chiese gotiche, di cui non si conosce mai la committenza, sono recentissime, le fotografie di Notre Dame in costruzione a Parigi lo provano. Lo stile gotico, spiega la Treccani , è un nome di fantasia, come lo stile barocco. I goti non sono mai esistiti, spiega, e i Visigoti e gli Ostrogoti del medioevo hanno la stessa realtà dei Visibarocchi e degli Ostrobarocchi. Comunque Ostrogoti e Visigoti si incontrano nella Treccani ad ogni pié sospinto e servono per insegnare al mondo che Roma è stata più volte conquistata dai barbari. Durante il Medio Evo, naturalmente. Nella Bibbia i Goti sono i Geti che ridurranno Edom all'obbedienza per consentire a Davide di tornare a Gerusalemme (Obed-edom, 2 Samuele 6.10-12)

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