Re: Nega, nega...

Inviato da  Pispax il 2/1/2010 2:46:30
Una precisazione: quando dico che Paolo Barnard "è di parte" non sto riferendomi a una appartenenza politica.

E' che sono convinto che la catena di eventi che ha portato alla nascita ufficiale dello stato di Israele sia una catena molto lunga ed articolata, e che gli ebrei tutto sommato in questo processo, pur essendone sia causa che destinatari, siano stati in assoluto uno degli elementi meno determinanti.
Nel bene o nel male ci hanno messo le mani in parecchi.

Per esempio nel 1936 c'è stata una massiccia emigrazione di ebrei in Palestina, circa 80.000 persone. Perlopiù venivano dalla Polonia: il Governo polacco in quel periodo alimentava i pogrom antisemiti in modo più feroce del consueto, e questo generò la fuga di molti ebrei dalla Polonia.
L'idea dell'incremento delle persecuzioni antisemite polacche nasceva proprio da questo: visto che tanto si prevedeva che gli ebrei prima o poi sarebbero dovuti andare tutti là, allora che si affrettino e tolgano il disturbo subito.


Considerato che il significato implicito del Trattato di Sèvres era che lo Stato di Israele sarebbe nato rapidamente solo se gli ebrei avessero "colto l'occasione" e fossero diventati maggioranza demografica nella regione (e anche gli inglesi durante il Mandato si adoperarono abbondantemente a questo scopo), si può dire in questo caso che i pogrom antisemiti polacchi - e questo è solo uno dei tanti esempi - siano stati molto efficaci per la nascita di questo stato e la conseguente creazione di un "problema"palestinese?
Secondo me si. Eccome.
La stragrande maggioranza degli ebrei europei aveva in Europa la propria vita, le proprie radici, i propri affari, i propri amici, le tombe dei propri morti, la loro anima. Non ci pensavano nemmeno lontanamente ad andarsene.

Per farli sloggiare era necessario aumentare la pressione: e infatti la pressione fu aumentata.
E nessuno fra quelli che furono artefici delle persecuzioni razziali fra le due guerre aveva particolarmente a cuore la nascita di uno stato ebraico sovrano.

Insomma: la Palestina per i (pochi) sionisti era un sogno possibile; per gli Stati antisemiti (tanti) era un'opportunità politica per togliersi gli ebrei di torno; per gli antisemiti in genere era una semplice scusa per aumentare il livello delle persecuzioni.
Per la stragrande maggioranza degli ebrei europei invece la Storia ci ha dimostrato che la Palestina è stata solo un ricordo storico passato e una tragica scocciatura presente.

In troppi si dimenticano di considerare questo passaggio: se Hitler è riuscito ad assassinare e a torturare SEI MILIONI di ebrei significa solo che quell'enorme numero di persone aveva comunque deciso di restare in Germania nonostante la situazione infame in cui già si trovava e in cui sapeva benissimo che sarebbe finita entro pochi anni.

La Storia non si fà con i se e con i ma: però non posso fare a meno di pensare che se l'antisemitismo europeo non fosse stato così feroce in Palestina ci sarebbero andati solo Hertzl, Begin, Stern, Shamir e qualche altro fanatico, e sarebbero stati messi rapidamente nella condizione di non nuocere.


Barnard in questa complessa situazione ha deciso saltare parecchi passaggi: si limita ad affermare che i problemi dei palestinesi siano nati principalmente con l'arrivo delle masse ebree in Palestina (vero), ma perlopiù si dimentica di ricordare le ragioni che all'epoca portarono proprio alla nascita del Sionismo stesso e all'emigrazione degli ebrei in Palestina.
E si dimentica di come il Sionismo nacque fondamentalmente come movimento DIFENSIVO, non offensivo; anche se è vero che poi fu invaso da una serie di imbecilli - la madre dei quali pare essere perennemente indaffarata.



Mi viene da pensare che se Barnard fosse stato un ebreo di Cracovia dell'epoca (o di Berlino, o di Parigi, o di Roma, o persino di Londra) queste ragioni le troverebbe scontate.
Invece sceglie di abbracciare la causa del "Sionismo come elemento perturbatore assoluto".
Il suo riflettore si concentra su alcuni fatti e ne lascia al buio molti altri. Sulla base dei fatti che vengono illuminati trae le sue conclusioni.
Se sia stata solo questo tipo di visione spot a far maturare le sue opinioni o se siano state le sue opinioni a causare una selezione degli argomenti è un argomento che non mi interessa affrontare.

La sua è un'opinione legittima, sia chiaro; ma è altrettanto legittimo trovarla un'opinione parziale.

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