Re: Il grande cerchio

Inviato da  ahmbar il 18/8/2009 16:44:44
Pispax, leggo ora il tuo intervento

Chiaramente tale complesso doveva essere rudimentale in tutto e per tutto, tranne che nei pietroni giganteschi.




...un’indagine aerea del sito ha rivelato la soluzione. Multiple strutture a griglia e a labirinto sono visibili in tutta Tiwaanacu, a causa della decolorazione del terreno sottostante, e fanno scoprire un’antica rete di giardini e di canali, in grado di permettere la coltivazione

...Il piano è geniale. Reti di canali circondavano i giardini. La profondità di questi canali era mantenuta a 2–2,5 metri, in modo tale che la forte luce del sole durante il giorno potesse facilmente riscaldare l'acqua. In serata, quando l'aria fredda causava il gelo, dai canali di sfiato usciava il loro calore immagazzinato sotto forma di nebbia. Questo manteneva la temperatura intorno alle piante elevata sopra il congelamento e contribuiva anche alla loro irrigazione.
E' interessante notare che i canali sono stati costruiti in un insieme ben pianificato e secondo un preciso modello. Questo indica ulteriore l'intelletto e l'apprezzamento estetico di questa cultura.
link


Costruivano con armonia architettonica (sempre presente) un modo di vivere a 4000 mt, coltivando alimenti e fiori come noi non riusciamo a fare in pianura, e tu lo trovi "Rudimentale in tutto e per tutto?"


E a proposito di armonia...

esisteva un bacino per la raccolta dell’acqua piovana, con un pozzo centrale a forma di croce che, secondo gli archeologi, alimentava una serie di canali interni, attraverso i quali l’acqua raggiungeva i vari livelli del manufatto; un complesso sistema di tubazioni faceva scendere l’acqua lungo i fianchi con effetti che dovevano essere spettacolari.
I sette terrazzamenti della sopra elevazione erano sostenuti da mura di contenimento ad ogni livello e l’insieme del manufatto si presentava in origine a forma di “T”, come appare
nella ricostruzione grafica qui a lato.


Tiwanaku (Bolivia) Source: Jean-Pierre Protzen & Stella E.Nair, “On Reconstructing Tiwanaku Architecture”, Journal of the Society of Architectural Historians



Come ho gia' scritto qui
... cio' che mi impressiona maggiormente di queste meraviglie del passato e' proprio la diversita', come gia' sottolineato, dell'impiego delle risorse

Secondo i nostri parametri certi perfezionismi ingegneristici o architettonici sono inutili, gli allineamenti stellari men che meno, etc etc, mentre e' un tema ricorrente nella antichita'

Per dirla in soldoni, cio' che si "legge" (o , perlomeno, cio' che affascina me) e' un rapporto uomo/terra/universo decisamente diverso dal nostro

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