I planetesimi si sono originati dalla nube originaria. Erano i primi corpi in accrescimento, dal gas e dalle polveri, dai quali poi sono originati i pianeti per aggregazione.
La gravità dei pianeti che man mano aumentava con l'accrescimento, ha attratto a sè il resto della materia circostante.
Per quanto riguarda Giove, l'attrazione maggiore che comunque esercitava anche in fase di accrescimento
e poi successivamente, ha impedito il formarsi dell'altro pianeta
Ripeto poi che c'erano molti planetesimi, molti urti, molte influenze gravitazionali anche fra planetesimi stessi.
E' possibile poi che Giove avesse già più massa all'epoca o si sia accresciuto prima.
Il pianeta mancante non è mai diventato un pianeta come Marte e la Terra, non ce l'ha fatta per i motivi addotti finora secondo la teoria
Non mi pare che sulle tavolette ci sia un sistema solare migliore dell'odierno. Li poi ci sarebbero 12 pianeti. Se includiamo di nuovo Plutone arriviamo a 10 con Nibiru, altrimenti si tornerebbe a 9 visto che Plutone è declassato. Manca roba!!
« È dunque l’universo uno, infinito, immobile; una è la possibilità assoluta, uno l’atto, una la forma o anima, una la materia o corpo, una la cosa, uno lo ente, uno il massimo et ottimo; il quale non deve poter essere compreso; e perciò infinibile e interminabile, e per tanto infinito e interminato e per conseguenza immobile; questo non si muove localmente, perché non ha cosa fuor di sé ove si trasporte, atteso che sia il tutto; non si genera perché non è altro essere che lui possa derivare o aspettare, atteso che abbia tutto l’essere; non si corrompe perché non è altra cosa in cui si cange, atteso che lui sia ogni cosa; non può sminuire o crescere, atteso che è infinito, a cui non si può aggiungere, così è da cui non si può sottrarre, per ciò che lo infinito non ha parti proporzionabili »
(Giordano Bruno, De la causa, principio et uno, 1584)
[omiss]
È una richiesta di poter insegnare nella prestigiosa Università che viene accolta e nell'estate del 1583 Bruno vi tiene lezioni sulle teorie copernicane.
I buoni pedanti di Oxford non gradiscono quelle novità, come testimonierà venti anni dopo, nel 1604, l'arcivescovo di Canterbury Georg Abbot, che fu presente alle lezioni di Bruno, «quell'omiciattolo italiano [...] intraprese il tentativo, tra moltissime altre cose, di far stare in piedi l'opinione di Copernico, per cui la terra gira e i cieli stanno fermi; mentre in realtà era la sua testa che girava e il suo cervello che non stava fermo».
Messaggio orinale: https://old.luogocomune.net/site/newbb/viewtopic.php?forum=48&topic_id=4731&post_id=130867