Re: Meditazione, Tai Chi, Yoga. Le pratiche spirituali.

Inviato da  invisibile il 10/9/2015 11:18:13
Citazione:

TheNecrons ha scritto:

Lo immaginavo, ma già così puoi vedere quanto cambia la vita.

Quando si arriva veramente a non pensare a nulla, anche facendo le cose, cambia tutto, in tutti i sensi.

Chissà com'è

E' sempre diverso, ogni singola volta ed in ogni singolo istante.

Tutto è in divenire e quindi anche il "come è" è in divenire

E' la mente che vuole sapere come è come a ben capito zeppelin e ha capito che cercando di saper come è, non è più.

La scelta è nostra: vogliamo sapere come è?
Lo sapremo, ma siccome il sapere è solo fotografie statiche del passato, che inoltre sono solo fotografie di una parte piccolissima della realtà, ci stiamo negando da soli la vera conoscenza nel divenire.

Citazione:

In questi pochi giorni ho riscontrato una cosa: ogni tanto non ce la faccio a pensare di meno, e quindi provavo a forzare la cosa. Completo disastro, ancor più pensieri di prima. Quindi ora aspetto...aspetto..e ad un certo punto sento proprio il bisogno (non so se reale o cosa) di liberarmi da questo caos mentale, e ci metto un niente a farlo (in parte)

Questo conferma che a causa del fatto che siamo delicatissimi, fisicamente, mentalmente e spiritualmente, ogni uso di qualunque tipo di forza, non funziona.

Se usiamo la forza su di una entità delicatissima (corpo, mente), questa rifiuta l'istruzione perché sa che sarà danneggiata e magari reagisce opponendosi come può, magari aumentando il caos-flusso incontrollato dei pensieri.
Ma nel caso che hai raccontato, può anche essere l'ego che si ribella al tuo volere.
Per capire cosa è cosa ci vuole tempo e lavoro, di solito.
Ho potuto individuare cosa succedeva a zeppelin perché ho lavorato molto su queste realtà ma magari tu ci arrivi prima e con meno lavoro

Citazione:
Altra domanda: molto tempo fa mi parlasti che c'è una differenza tra felicità e contentezza, tra cercare la felicità e cercare la contentezza. Qual'è?

Sono due domande

La differenza tra felicità e contentezza si può descrivere come diversi "gradi" della stessa cosa: lo Spirito umano che va sù.

Non c'è una vera differenza tra cercare la felicità e la contentezza secondo me, che sono taoista e tendo ad abborrire le morali

La differenza è in quello che succede nel cercare l'una e/o l'altra ma soprattutto quello che succede "vivendo in esse".

Cosa sono queste "cose" ?

Sono "stati dell'Essere".

Immagina una "linea mediana" che corrisponde al punto di equilibrio tra la più assoluta tristezza che sta in fondo alla parte inferiore e la più assoluta felicità che sta al vertice della parte superiore.

Lo Spirito umano è raffigurato da un cerchio che può stare in qualunque punto, vivendo tutte le possibili gradazioni degli stati dell'Essere tra il punto più basso ed il punto più alto.

Per "salire" serve energia e per arrivare al vertice ne serve tantissima. Per rimanere molto tempo al vertice, ne serve ancora di più.

Tutto ha dei limiti, anche la nostra "scorta" di energia.

Se si rimane in alto è solo una questione di tempo affinché la nostra energia si esaurisca e a quel punto è inevitabile scendere giù.
Se abbiamo consumato tutta la nostra energia è possibile arrivare anche al punto più basso, dove ci attende una grande tristezza che se si protrae a lungo può anche diventare disperazione.

In quella fase non possiamo fare altro che rimanere giù, perché dobbiamo aspettare di recuperare l'energia necessaria anche solo per risalire e raggiungere la linea mediana.

La scelta, come sempre, è nostra, ma io credo che il modo naturale di vivere per un essere umano sia quello di "ondeggiare" vicino alla linea mediana (equilibrio), come un pallone un po' pesante che galleggia sul mare. Va un po' sù e un po' giù.
Il risultato è la contentezza che è più che sufficiente a rassicurare e confortare i nostri Cuori.

Anche andare al vertice della felicità è una cosa naturale, ci vuole ogni tanto una "grande celebrazione del miracolo della Vita", ma a mio avviso non è il posto dove l'uomo, nella sua vita terrena, deve vivere normalmente.

Ma c'è la sorpresa

Quando una persona accetta di vivere con umiltà, rimanendo prevalentemente vicino alla linea mediana, il mondo è molto contento perché sa che quella persona ha capito chi è e che accetta il suo posto nel mondo, e così, piano piano, dolcemente ed in maniera quasi invisibile, non percepita, la felicità viene a noi.



Insegnamenti e disegno del mio Maestro.

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