Re: Approccio alla Bibbia. chiavi di lettura

Inviato da  invisibile il 21/11/2015 9:00:33
Da: https://www.youtube.com/watch?v=eZkgb8l0oLY

Biglino dice:

Citazione:
"Nessuno al mondo sa e nessuno al mondo saprà mai come era vocalizzata la bibbia nel momento in cui è stata scritta.
Quindi, la prima cosa da dire sulla Bibbia, è che noi sappiamo di non sapere.
Questo lo dovrebbero dire tutti [...] perché tutti partono dal presupposto che questo [indica la scrittura ebraica sullo schermo] sia un dato assoluto. Questo è un dato assolutamente relativo, di cui si sa pochissimo.
Allora se abbiamo questa serenità e questo equilibrio, la cosa che possiamo fare è quella di fare finta [...] "


Dall'intervista postata da Sertes:

Citazione:
ESC – Chi sono gli Elohim? Da dove venivano? E se non ci sono prove tali da giustificare le due risposte, qual è la tua opinione?

M. Biglino – Come posso sintetizzare qui il lavoro contenuto in molti libri? Ci provo attenendomi ai dati biblici. Gli elohim erano individui tecnologicamente molto progrediti; erano strutturati in una scala gerarchica militare; hanno fabbricato l’uomo con l’ingegneria genetica e si sono spartiti il pianeta Terra dividendolo in sfere di influenza. Uno degli elohim, di nome Yahweh, è il protagonista dei racconti biblici perché a lui è stato assegnato quel popolo col quale ha stabilito una sorta di contratto, una alleanza basata su impegni reciproci.
La Bibbia è dunque quell’insieme di libri che narra che cosa è stato fatto da quei signori in origine e che cosa ha fatto in particolare quello di loro che si chiamava Yahweh: un ’individuo in carne ed ossa che la invenzione teologica ha poi trasformato in Dio, in totale assoluto disprezzo di ciò che è invece scritto nel testo biblico.


Ed ecco che "la prima cosa che noi sappiamo" ovvero "che noi sappiamo di non sapere" è scomparsa dal ragionamento, visto che sulla bibbia lui sa tutto e non ha il minimo dubbio (il verbo essere ed altre espressioni note, in italiano hanno una funzione precisa, non è che le si può usare a piacere).

Non capisco come non si possa prendere atto della incoerenza che sta alla base del "metodo" di Biglino.
Questo non è un metodo, è un percorso mentale in cui si danno dei presupposti assoluti, per poi negarli totalmente in maniera altrettanto assoluta.

Qualcuno è in grado di spiegare il passaggio logico in cui Biglino passa dal non sapere e "fare finta che", al sapere tutto con certezza assoluta?

Se questo passaggio logico non esiste, le conclusioni di Biglino non hanno nessun valore in quanto illogiche e contraddittorie rispetto ai suoi stessi presupposti.

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