Re: Approccio alla Bibbia. chiavi di lettura

Inviato da  incredulo il 30/10/2015 14:36:31
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invisibile ha scritto:
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incredulo ha scritto:

Infatti il Testo Masoretico è un testo propagandistico, scritto ben nove secoli dopo Cristo e usato in alternativa alla Bibbia dei LXX scritta in Greco, che era quella che tutti usavano ai tempi della nascita del Cristo e che metteva l'Ebraismo in forte imbarazzo teologico, per la diversità di lettura su molti punti del testo, punti anche molto importanti e significativi.

Puoi fare uno o più esempi di questi "imbarazzi teologici" tra la Bibbia dei LXX ed il testo masoretico?

Mi interessa molto.

Ciao


Gli "imbarazzi teologici" derivano dai riferimenti al Cristo presenti nella versione dell'Antico Testamento della LXX ed assenti nella versione del Testo Masoretico.

Ti posso linkare qualche studio di approfondimento sulla varie differenze fra i testi.

Al tempo di Tolomeo Il Filadelfo, nel 284 avanti Cristo, la traduzione è compiuta, o così si credette, prodigiosamente: la Gloria del Signore - come una nube - allora ricoprì la terra per tre giorni. [3]

Aristea, uno storico dell'epoca, ricorda che la traduzione fu compiuta da 72 sapienti, sei per ogni tribù d'Israele, divinamente ispirati. [4]

Prodigi e leggende a parte, al tempo di Cristo l'Antico Testamento si presentava, quindi, così: Pentateuco (Genesi, Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio), Gesù dì Navì, Giudici, Rut, 4 libri dei Re, 2 dei Paralipòmeni, 2 di Esdra, Neemìa, Tobia, Giuditta, Ester, 3 o 4 libri del Maccabei. 150 (o 151) Salmi di David [5] ,
Giobbe, Proverbi di Salomone, Ecclesiale, Cantico, Sapienza di Salomone, Sapienza di Siràch, Osea, Amos, Michea, Gioele, Avdìa, Giona, Naum, Amvacùm, Sofonìa, Aggeo, Zaccarìa, Matachìa, Isaia, Geremia, Varùch, Lamenti di Geremia, Lettera di Geremia, Ezechiete, Daniele. [6]

Questo testo - il testo usato dal popolo d'Israele al tempo di Gesù - si rivelò prezioso e provvidenziale a causa di tre catastrofi abbattutesi sugli Ebrei.

Nel 138-7 prima di Cristo, Antioco Epifane fece bruciare tutti i Libri sacri ebraici: lo storico siciliano Diodoro d'Agira ricorda che, per ordine d'Antioco, prima d'essere dati alle fiamme i Libri furono profanati aspergendoli col brodo di carni immolate agli dei e resi così inutilizzabili (XXXIV-XXXV I, 4).

In seguito, nell'anno 70 dopo Cristo, a Gerusalemme cessarono i culti perché Tempio e Libri sacri furono saccheggiati dai soldati romani di Tito, come aveva profetizzato Cristo.

L'imperatore Adriano, nel 135, completò l'opera stroncando per sempre ogni rivolta giudaica: fece abbattere Gerusalemme e sulle sue macerie costruì una nuova città, greco-romana, chiamata Atia Capitolina.

Esplose allora violento l'odio contro i cristiani, visti come responsabili della catastrofe d'Israele e, soprattutto, accusati di non aver partecipato alle insurrezioni contro i Romani.

L'Ev-angelion (Buon annuncio) cristiano, in ebraico fu definito awen-gelion o owon-gelion (vale a dire: rotolo della menzogna o del peccato).

Da parte loro, i cristiani vedevano in quegli avvenimenti il puntuale verificarsi di quanto predetto nell'Antico Testamento.

Sino allora, Giudei e cristiani usavano lo stesso testo dell'Antico Testamento; in un batter d'occhio mutò l'atteggiamento degli ambienti ebraici più fanatici.

Le parti dell'Antico Testamento scritte in greco furono rigettate come non canoniche: libri spuri o letteratura popolare; letture edificanti ma, assolutamente, non Libri ispirati da Dio.

I Profeti, in blocco, furono declassati: come sacri furono considerati solo i primi cinque libri dell'Antico Testamento, che sarebbero stati dettati direttamente da Dio a Mosè (in ebraico, Torà"La Legge").

E' l'embrione d'ulteriori, successive, distinzioni (le bibbie della cristianità occidentale distinguono tra Legge - Nebi'îm (Profeti, distinti, a loro volta, in maggiori e minori) - Ketubîm (scritti vari), oppure tra Legge - Libri storici – Libri profetici - Libri sapienziali).

Fu realizzata una ripulitura dei testi, per eliminare qualsiasi possibile riferimento a Cristo. [7]

Sino allora Cristo era stato considerato almeno come un Rabbi, un ebreo dotto: improvvisamente diventa - nella letteratura ebraica - un non-ebreo, uno straniero (peggio: un bastardo, figlio di qualcuno degli odiati soldati romani).

Il principe dei ri­traduttori pare sia stato Aquila, un pagano del Ponto Eusino - vissuto nel secondo secolo dopo Cristo - convertitosi al giudaismo e discepolo di quel rabbi Aqiba eroe della II Guerra Giudaica durante la quale giudei zelanti e giudei cristiani separarono per sempre le loro sorti.

I Libri sacri furono così ri-composti in ebraico, venendo a formare quel che gli specialisti chiamano Testo Masoretico.

Col passare del tempo si giunse a un testo che i rabbini fissarono definitivamente otto o nove secoli dopo Cristo. I rabbini si dedicarono, in particolare, a "spezzare" il testo e a "vocalizzarlo".


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Qui puoi trovare uno studio sulla Creazione che compara LXX e TM

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Qui invece la comparazione viene fatta su Geremia.

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Insomma, da qualsiasi parte la si guardi, non è il Testo che si usa ad esprimere la Verità, ma è la Verità ad essere indipendente da ogni testo che pretenda di esprimerla.

Ciao

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