Re: Approccio alla Bibbia. chiavi di lettura

Inviato da  toussaint il 2/7/2015 14:18:54
Vorrei ricordare che gli Incas scambiarono all'inizio gli Spagnoli per Dei non perché fossero dotati di armi spaventose (tant'è che gli Spagnoli continuarono a usarle, quelle armi, ma gli Incas poi si ribellarono, avendo capito che non erano affatto gli Dei di cui attendevano il ritorno) ma perché erano bianchi, come Viracocha, il Dio che li aveva visitati e che "camminava sulle acque".
Ricorda qualcosa e/o qualcuno?


Il cammino di Viracocha, la divinità del mondo andino

Anche se fu Inti, (in quechua: Sole), il generatore della vita per centinaia di generazioni d’indigeni d’America, il Creatore, e pertanto il Dio assoluto, era, nel mondo andino, denominato Viracocha (pronuncia: viracocia).
Quando gli spagnoli giunsero al Cusco, inebriati dalle tonnellate d’oro carpite con l’inganno a Cajamarca, furono inizialmente accolti come liberatori, in quanto avevano ucciso l’odiato Atahualpa e pertanto sembravano essersi schierati a favore del compianto Huascar.
Quando entrarono nel palazzo del Coricancha rimasero estasiati al vedere tanta magnificenza e ricchezza, ma non sapevano che i tre oggetti più importanti in assoluto, due di quelli rappresentanti Viracocha, la persona suprema, erano stati già portati via. Si trattava della catena d’oro di Huascar, raffigurante il serpente bicefalo, o Yawirka, il gran disco solare d’oro (con al centro il volto di Viracocha), e una statua antropomorfa, anch’essa rappresentante il Dio andino, detta Punchau (energia del Sole).
Quando circa venti anni dopo, l’erudito spagnolo Cieza de Leon giunse presso le rovine di Tiahuanaco, gli anziani Aymará della zona gli descrissero il loro Dio, come un magnifico eroe civilizzatore, creatore e riformatore del mondo, il cui nome era Viracocha.
Gli scrittori spagnoli successivi a Cieza de Leon, come Juan Diez de Betanzos e Sarmiento de Gamboa, che ricostruirono le leggende andine dopo aver passato anni a parlare con gli anziani dell’altopiano, presso le sponde del Titicaca, il lago navigabile più alto della Terra, descrissero Viracocha come un essere antropomorfo, che apparve presso l’isola del Sole (lago Titicaca), durante l’epoca del Purun Pacha (il silenzio dopo la tempesta).
Il mito vuole che in quel periodo solo l’anima del giaguaro (in aymara: Titi), dominasse le immense vallate andine. Ma Viracocha si manifestò nell’isola del Sole. Era alto, robusto, bianco, con fluenti capelli biondi e barbuto. Era venuto per stabilire l’ordine, creare, rigenerare, civilizzare.
Aveva poteri immensi: poteva far piovere, appianare le montagne, deviare i fiumi. Creò il cielo e la Terra. Poi diede origine ai giganti, chiamati Waris Runa, il cui capostipite, detto Pirua, diede il suo nome al Perú intero.
Ordinò ai giganti di adorare il Wari, un essere mitico con il corpo di una macrauchenia (un grosso mammifero che fu reale, somigliante ad un arcaico equino), con muso di un felino (Titi), e le ali di un condor.
I giganti eressero così i primi templi per l’adorazione di Viracocha, di Wari, e del Sole (Willka, in aymara).
Secondo le credenze ricompilate da Sarmiento de Gamboa, i giganti furono irrispettosi nei confronti di Viracocha, che si vendicò scatenando il diluvio universale (Uno Pachaci).
Secondo Blas Valera il nome primordiale di Dio era Illa Tiki, che in aymara significherebbe “luce originale”. Il nome Viracocha invece gli sarebbe stato attribuito solo in seguito, quando scomparve nel mare di Tumbes (Vira, spuma; cocha, specchio d’acqua).
Dopo il diluvio, il Creatore divise il mondo in quattro parti, e forgiò gli esseri umani, che separò in quattro popoli che si dipartirono dal centro, ovvero dal Titicaca (Titi, giaguaro; kaka, pesce). I suoi tre discepoli, che ebbero il compito di creare gli animali, le piante e i fiori, si chiamarono: Manco (legislatore), Colla e Tokay.
A questo punto la leggenda narra che Viracocha intraprese un viaggio, in direzione nord-ovest.
Giunto nel sito di Raqchi, subì l’affronto dei suoi abitanti, che si negarono di ascoltarlo e lo scacciarono, tirandogli delle pietre. Viracocha si vendicò facendo piovere fuoco su Raqchi, calcinando tutti i suoi abitanti. (nell’era incaica a Raqchi fu poi eretto un grandioso tempio dedicato a Viracocha, anch’esso saccheggiato dagli spagnoli, che cercavano il Punchau).
Il cammino di Viracocha continuò verso nord-ovest e giunse dove oggi sorge il Cusco, quindi proseguì seguendo un percorso rettilineo fino a giungere al mare nei pressi di Tumbes. In quelle spiagge, dove lo attendevano i suoi discepoli, Viracocha camminò sulle acque, e si allontanò con i suoi seguaci nell’immensità dell’oceano. Da quel momento fu detto appunto Viracocha, ovvero: “spuma dell’oceano”.


edit: si dice che più che Dio a creare gli esseri umani a propria immagine e somiglianza siano gli uomini a immaginarsi Dei simili a sé stessi, almeno nell'antichità (vedi l'Olimpo greco).
Ma allora, dove mai avevano visto un bianco gli Incas prima che arrivassero gli Spagnoli?

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