Re: Una strana accoppiata simbolica.

Inviato da  toussaint il 30/3/2015 15:25:22
Il Biscione è il simbolo dell'Alfa, come del resto anche del Milan, di Mediaset ecc. solo di risulta.
In realtà, appare a Milano con la casata dei Visconti, a partire dall'XI secolo, ossia intorno all'anno mille.

Biscione

Ma chi erano questi Visconti?
Da questo resoconto, si evince che ai Visconti si deve il motivo, ornamentale e simbolico, dei pavimenti a losanghe bianche e nere, tipiche della Tradizione Templare e Massonica.
Dunque, i Visconti probabilmente nascono, come casata, proprio dal loro servizio templare...


Castello di Bianzano: il fiore a stella inciso nella roccia, simbolo dei Templari

Mistero e incognite hanno tracciato nei secoli la storia del castello di Bianzano. Le intriganti vicende legate a questa struttura feudale, che domina il cuore della Valle Cavallina, riportano in primo piano un enigma del passato, che continua ad affascinare gli studiosi.

La presenza dei Templari - questo l'arcano - è stata avvalorata da alcuni indizi noti, cui se ne sono aggiunti in tempi recenti altri sconosciuti ai più. Per comprendere i motivi del passaggio dei cavalieri dell'antico e temuto ordine religioso cristiano-medievale, occorre anzitutto guardare alla collocazione geografica del castello.

Un primo e palese indizio si ricava dallo stemma del Comune di Bianzano, un blasone diviso in tre parti, una di queste, su fondo rosso, reca due simboli: una conchiglia argentea e il bordone del pellegrino, chiari riferimenti al fatto che la località è stata zona di sosta per viandanti e fedeli.

I Templari, che garantivano assistenza ai pellegrini, ma anche l'esazione dei pedaggi, potrebbero aver scelto questo centro come luogo di riferimento per il controllo dell'alta valle. È tuttavia nelle mura del maniero che occorre posare gli sguardi per scorgere fra le pietre i segni riconducibili ai Templari.

L'ipotesi è stata oggetto di studi da parte di storici e appassionati, da Aldo Tavolaro a Vittorio Faglia, da Corrado Verga a Renato Previtali, per citarne alcuni. Partiamo dai numeri. Una pietra, ormai introvabile, recava incisa la data del 1233: si pensò dunque che la costruzione risalisse al medioevo.

Di questo avviso il Faglia, che diede per certa la fondazione del castello a quell'anno. I numeri più intriganti sono però altri. Qui ci soccorre Tavolaro, autore di uno studio su Castel del Monte, in Puglia, dove ha rilevato elementi archeo-astronomici trovati anche a Bianzano.

Il maniero della Val Cavallina è orientato verso i 4 punti cardinali con gli angoli del suo impianto quadrato e regola con precisione le proporzioni del corpo di fabbrica, del cortile e della torre in relazione alle culminazioni solari al solstizio d'inverno, agli equinozi e al solstizio d'estate. Più precisamente, i raggi del sole agli equinozi colpiscono un preciso angolo interno, mentre per i solstizi i punti di incidenza individuano larghezza e altezza della torre, del castello, del cortile; la luna invece corregge l'orientamento del castello ai punti cardinali con 10 gradi di differenza.

La fortezza di Bianzano contiene inoltre il cosiddetto «numero aureo», o «di Fidia» nei due portali del cortiletto, che si ricava dividendo l'altezza per la base: il risultato è 1,618, numero aureo, «divina proporzione». Una cifra già teorizzata sotto i Greci e portata avanti da Leonardo da Vinci, che l'avrebbe applicata al Cenacolo. Dai numeri passiamo ai simboli. Nella parte sinistra dell'ingresso si nota un «fiore della vita», scolpito in un cerchio: sopra vi compaiono una data illeggibile e il segno zodiacale del Leone (mese di agosto?).

Sopra il ballatoio e appena sotto il tetto è stato rilevato un altro «fiore della vita». Questo simbolo è presente come elemento decorativo in tante altre chiese, luoghi di culto e castelli Templari. Nella simbologia del castello di Bianzano non manca pure un tondo che inscrive una stella a sei punte, la stella di Davide. Fra gli altri elementi decorativi spicca la geometria delle losanghe bianche e nere. I Templari ne fecero largo uso nelle loro costruzioni. Il cortile è praticamente tappezzato da questi «rombi», associati alla famiglia Visconti, ma che potrebbero nascondere il dualismo cielo-terra, luce-tenebre.

Sguardi più attenti hanno portato alla scoperta di croci sui sassi, mentre non sfugge la particolare forma - appunto di croce - delle feritoie sulla torre centrale, sull'ingresso, sul lato della torretta. Marisa Uberti esclude che questa forma sia stata creata per collocarvi una balestra e si chiede allora che funzione potessero avere queste aperture. La stessa Uberti trova «molto suggestiva l'inquadratura data da due specchiature della torretta periferica, dalla quale è possibile vedere il campanile del santuario dell'Assunta, eretto un anno dopo del castello (1234)».

«Un tempo la chiesa aveva un campanile a vela e sembra potesse costituire a sua volta un punto di avvistamento importante perché, sorgendo in asse al castello ma su un'altura più avanti, permetteva di visionare tutta la porzione di vallata che dal maniero non era possibile osservare. Non si può escludere che vi fossero dei passaggi sotterranei che collegassero i due edifici».

Un contributo interessante alla soluzione dell'enigma è stato dato da Renato Previtali, appassionato di storia, per il quale il segreto del castello di Bianzano sta tutto in un medaglione decorato con uccelli sulla volta del maschio della torre. Si tratta di uccelli crocieri che secondo la leggenda avrebbero tentato di togliere le spine dalla corona di Cristo. «I crocieri in Bergamasca arrivano verso Natale - ha scritto Previtali - e il luogo dove trovarli è il monte Crocione, sopra Bianzano».

Crocieri rossi, dunque, che nasconderebbero il simbolo della Croce (rossa con gli uccelli) e il rimando alla croce dei Templari è immediato. Oggi il castello rivive il suo passato nelle rievocazioni storiche messe in scena d'estate. E se due indizi fanno una prova, è chiaro che quello Bianzano ha tutti i titoli per definirsi maniero templare.

La storia comunque è sempre piena di misteri. Anche l'interno del castello conserva molti enigmi. Guide esperte ricordano che lì si cela un sistema di trabocchetti, come del resto in tante altre fortezze, dove aleggiano leggende e pagine fosche di un passato glorioso. Ma ricche di fascino e di intrighi.

Emanuele Roncalli

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