Re: Petrus Romanus (Profezia di Malachia)

Inviato da  polaris il 28/2/2013 18:17:45
Per correttezza riporto l'intero commento dell'utente migz:

Citazione:
per chi ci crede, numerosi veggenti cristiani legati alle apparizioni mariane sostengono che sia stato costretto a lasciare l'incarico e che il prossimo papa sarà il famoso falso profeta delle profezie a cui seguirà la venuta dell'anticristo.
In tal senso anche la profezia di Malachia sosterrebbe che Benedetto XVI è l'ultimo papa, dopo di che ci sarà Petrus Romanus che condurrà la chiesa verso l'ultima tribolazione.

In persecutione extrema Sanctae Romanae Ecclesiae sedebit Petrus Romanus, qui pascet oves in multis tribulationibus; quibus transactis, civitas septicollis diruetur, et Judex tremendus iudicabit populum suum. Finis

Per gli appassionati di coincidenze, l'attuale Camerlengo e Segretario di stato vaticano, che reggerà ad interim il seggio vacante, è Tarcisio Bertone il cui nome completo è Tarcisio Pietro Evasio Bertone, nato a Romano Canavese il 2 dicembre 1934.


Tuttavia facendo una rapida ricerca ho scovato qualcosa di interessante

Citazione:
La profezia di Malachia rientra nella consuetudine di usare testi profetici come armi psicologiche, usanza particolarmente diffusa nei momenti di instabilità politica, come, ad esempio, il periodo dello scisma d'Occidente.[11] L'astrologo o il profeta, che tradizionalmente miravano a compiacere le mire del potente di turno, potevano utilizzare i pronostici come arma per influenzare gli eventi, prospettando come sicuri e inevitabili gli sviluppi più congeniali a loro o ai loro committenti. Favorito dalla diffusione della stampa, il genere profetico ebbe un nuovo momento di grande popolarità in Italia fra il 1494 ed il 1530,[12] restando comunque vivo anche nei decenni successivi. In questo quadro non sorprende che il genere della profezia sia stato utilizzato anche per influenzare l'esito dei conclavi. Nel caso della profezia di Malachia l'attenzione degli studiosi cadde sul 75° motto, Ex antiquitate urbis, un riferimento estremamente vago, soprattutto in Italia, dove moltissime città e centri minori esistono da tempo immemorabile. Una profezia, quindi, facilmente confermabile dall'esito di un conclave. Al tempo stesso, il motto era particolarmente aderente alle caratteristiche di uno specifico candidato, il cardinale Girolamo Simoncelli, nato ad Orvieto (Urbs vetus, in latino, cioè la città antica per antonomasia).
Il motto potrebbe essergli stato dedicato per adulazione, con la speranza di concreti benefici in caso di sua elevazione al papato, oppure potrebbe essere stato commissionato da suoi sostenitori e fatto circolare nella curia vaticana per influire su un imminente conclave. Tutto il testo della profezia di Malachia, dunque, potrebbe essere un falso storico costruito solo per creare un contesto di verosimiglianza al motto.
Se questa ipotesi fosse vera, il testo stesso della profezia di Malachia implicherebbe che il documento sia stato utilizzato inutilmente (o preparato senza essere utilizzato) in occasione del conclave del 1590, che vide l'elezione del milanese Nicolò Sfondrati. Agli inizi del XX secolo Luigi Fumi attribuì le profezie di Malachia all'opera di un noto falsario cinquecentesco, Alfonso Ceccarelli, i cui rapporti con i familiari di Simoncelli erano solidi ed accertati.[13]
Il metodo di lavoro di Ceccarelli, utilizzato ad esempio verso il principe Cybo, era di predisporre falsi documenti antichi o cronache storiche attribuite ad antichi autori (reali o mai esistiti), mediante i quali dimostrare la discendenza del committente da personaggi o da famiglie illustri del lontano passato. Con questi escamotaggi, Ceccarelli era in grado di invogliare il committente a finanziare studi storici di approfondimento o ad acquistare copie dei documenti "originali" in suo possesso.
Queste caratteristiche fanno di Ceccarelli il candidato ideale per essere l'autore delle profezie di Malachia. Ceccarelli, tuttavia, fu giustiziato il 9 luglio 1583, sette anni prima del conclave del 1590, e perciò questa attribuzione è dubbia.[14] Per mantenere l'attribuzione occorre ipotizzare che il manoscritto trascritto da Wion abbia avuto una storia articolata in diversi momenti: una prima redazione ad opera del Ceccarelli in data anteriore al 1583 ed un successivo adattamento, con l'inserimento di altri motti ad opera di anonimi sostenitori del cardinale Simoncelli, in vista del conclave del 1590.
Chiunque sia stato l'autore del documento, la tesi prevalente, seguita anche dall'ultima edizione dell'Enciclopedia Cattolica, resta che il manoscritto sia un falso storico, redatto nella seconda metà del XVI secolo al fine di influenzare il conclave del 1590.[15]


Fonte

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