Re: Eterno ritorno dell

Inviato da  Ippia il 30/1/2013 14:34:33
Citazione:

invisibile ha scritto:
Non si concilia. E' un infiltrato in campo nemico. E' difficile osservarlo, se fai parte del nemico o se sei indeciso da che parte stare, perché si nasconde (spero che lo faccia bene, per il suo bene).
Finge consapevolmente per vivere e per fare quello che ha deciso. Si può rilassare solo con gli amici.
Un uomo libero fa solo quello che sceglie di fare. Pensa solo quello che vuole pensare. E via così.
Se compra la benzina é perché a scelto di fare qualcosa che é più importante al momento. Non é un compromesso interiore. Ma per seguire la sua intenzione deve comprare la benzina. Non legittima, ma avendo scelto di stare in quel mondo per una ragione precisa deve accettare una parte del suo funzionamento. Come farebbe un infiltrato in tempo di guerra.
Se vuoi che ti mostri la sua natura devi farci amicizia e guadagnarti la sua fiducia.
Siccome l'Uomo libero é l'arma vincente in se, si deve tutelare perché é prezioso più di qualsiasi altra cosa.
Siamo in guerra amico mio.


Certo, ma riconoscerai che fra uomo libero in incognito e legittimatore a pieno titolo il passo è breve e il confine spesso confuso. Dentro se stesso l'uomo "libero" deve avere una forza interiore formidabile, e ogni volta che formalmente legittima lo status quo deve ripetersi "lo faccio solo perché devo, non perché mi piace", deve godere e disprezzare allo stesso tempo, vivere la vita ma non viverla, amare e non amare, deve essere distaccato come lo Scettico, che vede il mondo disilluso, distaccato (ma vivere così che senso ha??): per me è un compito sin troppo difficile per un uomo, per questo dico che l'uomo libero non può vivere nel Sistema, troppi compromessi, troppi inganni. Piano piano si farà corrompere, dirà "perché no?", farà crollare la sua integrezza d'animo e fallirà, essendo diventato pedina molto prima di quanto se ne sarebbe potuto rendere conto. Vedi l'eroe orwelliano di 1984: pensava di aver sconfitto il sistema, e invece ne era il burattino sin dall'inizio.

Calvero: setta è il termine più adatto, non vedo sinceramente l'accezione negativa: pensa che gli "adepti" (ed è corretto chiamarli così) si dividevano in adepti degli: -akousmata (le cose che vengono ascoltate), che erano allievi che semplicemente ascoltavano nozioni generali sul mondo, sempre in un rapporto discepolo-maestro; -mathemata, gli oggetti delle sc. matematiche: i numeri, le grandezze, le proporzioni. Solo in pochi potevano arrivare alla vera sapienza, costituita appunto dai mathemata.
E proprio in ambiente pitagorico si sviluppa la concezione dell'infallibilità del Maestro, quell'ipse dixit che tanti danni causa ancora oggi.
Scusa l'excursus scolastico.

Tu dici che c'è questa Verità universale e che noi possiamo coglierla, seppur solo in parte?

Forse, più semplicemente, non c'è niente da cogliere, perché tutto è già dentro di noi.. Basta chiudere gli occhi e mettere fra parentesi la realtà sensibile.

Docnight: Certo, consapevolezza. Non è questione di negare il progresso, è questione di portarlo avanti con la consapevolezza dei fini che si stanno perseguendo.
La fisica ci insegna che ad ogni azione c'è una reazione uguale e contraria, allora perché continuiamo a vivere il progresso come se esso non portasse conseguenze?
Non riusciamo proprio a vedere oltre il nostro naso? Pensaci e potrai applicare questo principio in tutti gli ambiti della vita, dalla medicina all'energia, dai trasporti all'istruzione..
Poi ultimamente oltre alla normale cecità che ci opprime è uscito fuori pure il dogma del profitto per cui se una qualche cosa ti fa guadagnare è buona, altrimenti è male.

Invidio i monaci buddhisti. Forse fottersene è l'unica via..

edit: di Schuré hai letto questo: 1889. Les Grands Initiés. Esquisse de l'histoire secrète des religions. Rama ; Krishna ; Hermès ; Moïse ; Orphée ??
è l'unico che ho trovato attinente con Pitagora per via di Orfeo

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