Citazione:
Devo dire che così ti seguo poco nel discorso.
È vero che Pitagora si rifaceva al culto orfico (probabilmente mutuato dalla cultura egizia) della trasmigrazione delle anime, ed è anche vero che pare fosse importante la mistica del numero, però, però non ho capito come legarlo con il resto del discorso..
qual è "la pantomima che a forza di nominarla è diventata verità"?
Comunque parlava di prigionia dell'anima nel corpo, però al tempo stesso quantificava la realtà con numeri e formule geometriche...
La pantomima [poiché sto rimanendo connesso al discorso "Nicciano"] è un esercito in movimento nel divenire di opinioni, aberrazioni, approssimazioni alla realtà, circoscrizioni di significati mai [mai lo saranno] circoscrivibili, di cose a lungo plasmate, solidificatesi, ingioiellite fino a divenire "verità".
Non c'è verità che non attinga dalla medesima fonte. Non c'è verità che si basi su costrutti che possano definirsi razionali, non c'è ragione nella verità, e non ci sarà ragione che potrà inseguirla, ragionarla.
Cose che a cavallo di un asinello arrivarono a Firenze e dintorni, che arrivarono anche a Bruno. E non c'è verità che possa essere spiegata, non c'è pensiero autorevole che possa averla razionalizzata se non rendendola pronta per orecchie pronte a percepirla. Non c'è razionalizzazione alcuna in Pitagora se non nel Pitagora scolastico ... e lo stesso Pitagora avrebbe bruciato le scuole e tuttora si rigira nella tomba a sapere cos'è oggi - scuola. Non per niente hanno bruciato la sua. E' il continuum che ci sfugge ...
... e si torna sempre lì .. ci diamo al sano epicureismo dei "vertici e precipizi" del protocollo ingegneristico della preservazione della specie o impazziamo nella coscienza infinita?
Essere o non Essere ... questo il problema.
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