Eterno ritorno dell'uguale. È dimostrato?

Inviato da  Ippia il 22/1/2013 11:50:56
Premetto che non so se la discussione sarà prettamente inerente al forum "religione e spiritualità" ma non sapevo dove metterla ed autorizzo chi modera a sfancularla dove meglio crede.

Con questo post vorrei cercare di dimostrare come da titolo la certezza dell'eterno ritorno dell'uguale, il mito per cui l'esistenza di ognuno di noi e dell'universo intero si ripeterà uguale a se stessa per l'eternità. L'idea per la dimostrazione viene da Leibniz ma visto che non ricordo le sue parole esatte la farò mia e tenterò di spiegarla con parole e concetti miei.

Per far ciò bisogna postulare l'esistenza (e infinità) di tempo e (la finità) di materia (e con essa forma).
Il tempo per me esiste solo come forma di misurazione del moto: fintanto che ci sarà movimento, seppur minimo, nell'universo-dimensione, finché ci sarà anche solo un elettrone sperduto nel vuoto cosmico, il tempo dovrà esistere, e viceversa. Quando nulla sarà più, se nulla sarà più, allora il tempo cesserà di esistere. Il tempo quindi si può ipotizzare infinito, dal momento che è difficile pensare che l'universo-dimensione in cui viviamo possa non essere stato o potrebbe non essere più.

Tempo infinito, dunque. I modi, cioè le forme, in cui la materia si attua invece sono finite (al momento conosciamo tutti o quasi gli atomi costitutivi dell'universo ed essi sono in numero finito, così come finiti sono i modi in cui si possono aggregare). Ma anche ipotizzando una materia infinita, essa sarà di un infinito di ordine di grandezza di molto inferiore a quello del tempo (pensate alla differenza che c'è fra numeri irrazionali e numeri naturali: entrambi infiniti, ma c'è un abisso fra di loro) e quindi trascurabile in relazione ad esso.

Ora considerando l'aggregarsi e il disgregarsi perpetuo della materia nel tempo eterno, e considerando che i modi in cui essa si può aggregare-disgregare sono di numero finito, essa dovrà, prima o poi, necessariamente ripetersi nelle sue forme di aggregazione, e quindi, portando all'estremo, cioè a tempo=infinito, essa si ripeterà infinite volte e infinite volte sarà uguale a come è adesso.

Faccio un paragone con la probabilità per spiegare con più chiarezza: è come se io avessi un cappello senza fondo, nel quale mettessi innumerevoli biglie da estrarre (con rimessa, visto che nel mondo fisico non c'è l'esclusione ad esistere per ciò che già è esistito).
Per quanto la probabilità di estrarre due volte la stessa pallina possa essere una probabilità infima, del tipo 1/ilnumeropiùgrandechepotetepensarenell'interavostravita, portando ad infinito il numero delle estrazione la probabilità che questo succeda diventa certa (calcolo infinitesimale).

Il cappello è l'universo, le biglie sono i modi di aggregarsi della materia, o i mondi possibili, il numero infinito di estrazioni è il tempo che essendo eterno mai cesserà di far aggregare la materia in modi sempre diversi (ma anche uguali!).

Quindi, se il tempo eterno, ci saranno infiniti mondi uguali in tutto per tutto a questo che oggi è, e per l'eternità rivivremo ciò che oggi viviamo.

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