effeviemme ha scritto:
Che ne diresti di provare a considerarlo come un atto di profonda umiltà nei
riguardi di dio ( o di un mio atteggiamento arrogante nel considerarmi umile)?
Sulla base della mia convinzione, che credo di aver tratto con il semplice uso
della mia "logica": Dio E' ... e niente altro;
Non gli posso affibbiare attributi, non lo posso misurare, non so che colore abbia, che nome abbia perchè Dio è solo un concetto che io (noi) ho battezzato così:
in sostanza un mistero, il massimo mistero.
E non mi sento in grado nemmeno di avvicinarmi ad una "cosa" così misteriosa
per esplorarla: non si sa da dove cominciare, con quali mezzi indagare.
Un mistero che è un mistero.
Lo accetto per quel mistero che lo vedo, appunto; perchè io so che Dio c'è.
Penso che il fatto di sentirci spinti a trovare un equilibrio morale (o spirituale
quel che qualcuno chiama il sè, immagino) sia da considerare un suo dono.
E la ricerca vada fatta sull'uomo, cominciando dal più vicino che abbiamo, cioè
noi stessi: ciascuno sè stesso, l'unica materia con capacità di esplorazione di cui disponiamo a tutte le ore del giorno.
Mi sentirei più marionetta affidandomi fideisticamente ad una religione che
brancolando nel "buio" alla ricerca del mio "sè".
Anche la parola "Amore" che spesso usa Calvero, mi mette nello stesso
disagio che provo se cerco di capire Dio; mi sembra quasi che siano la
stessa cosa.
probabilmente avrò tralasciato qualcosa perchè ad ogni post su questi argomenti mi fumano i neuroni...
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