Re: Cibi e malattie

Inviato da  Ermetico il 15/2/2012 2:06:47
Argomento molto interessante.

E' una vera impresa districarsi con consapevolezza e buonsenso tra le molteplici e contrastanti suggestioni dietetiche commercialmente motivate (basti pensare alla cosiddetta "dieta mediterranea" assurta a vero e proprio slogan pubblicitario per la qualsiasi), tra le scelte alimentari abbracciate per scelta "ideologica" prima che ragionata e, soprattutto, tra le scelte "irrinunciabili" dettate della inerzia culturale delle abitudini inveterate (ndt: la cucina di mamma, di nonna e della bisnonna).

Ma vale la pena provarci.
Concordo con chi ritiene che il farmaco più importante per la nostra salute è la qualità (... e la quantità!) del cibo che assumiamo tutti i giorni per tutta la vita.


music-band:

Citazione:
... sperimentare di persona molti dei concetti espressi nella moderna ricerca della nutrigenomica... ad esempio cosa ti cambia nella quotidianità rendere più alcalino il tuo fisico. Tutti i valori degli esami mi sono radicalmente cambiati in 8 settimane nelle quali, senza fare alcun tipo di dieta, cioè non privandomi del cibo, sono anche dimagrito di 9 kg. In termini di benessere è incredibile ciò che è successo in sole 8 settimane ...


Mi riprometto di leggere appena possibile il libro da te citato ("Mangia che ti passa").
Se ne hai voglia, visti i risultati, sarebbe interessante, almeno per me, conoscere in modo più esplicito gli accorgimenti e le scelte che hai sperimentato di persona.


Cassandra:

Citazione:
... duecento anni fa in campagna si mangiava poca frutta


Potresti chiarire da quale fonte desumi questa affermazione?

Per quello che posso ricostruire io, nel mio piccolo, sono portato a ritenere che, invece, in campagna, soprattutto in passato, l'apporto dietetico costituito dalla frutta fosse invece massiccio e ciò nonostante del tutto sottovalutato "culturalmente" (anche da chi la utilizzava non essendo considerata cibo di "sostanza"), vedi, ad esempio, proprio la dieta mediterranea che per molti sembrerebbe consistere soprattutto nella pasta (magari a pranzo e cena).

Le mie "fonti" ( ):

- i racconti dei "vecchi" che ho conosciuto (tra cui alcuni nati tra fine ottocento e primi del novecento);

- il ricordo personale di come fosse strutturato in genere il campo coltivato (sostanzialmente un frutteto misto/orto/giardino che coesisteva con il seminativo e che forniva frutti a rotazione per molti mesi dell'anno con una enorme varietà di essenze) prima che la meccanizzazione generalizzata li riducesse a deserti arati per almeno 6 mesi all'anno.

Ovviamente bisogna considerare le variabili orografiche regionali, ma la mia ricostruzione penso sia estensibile quantomeno alla maggior parte delle vallate e delle zone collinari appenniniche.

Ovviamente si fa riferimento a gente che, volere o volare, non fosse nelle condizioni di doverla acquistare per poterla consumare.


Ma un buon bicchiere di vino ce lo permettiamo?
Alla nostra!

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