Re: Cos'è la legge?

Inviato da  ludfrescj il 19/4/2008 12:31:34
A PROPOSITO DEL POST N. 5

“Il canone Rai è illegittimo, non illegale. La differenza è notevole e fondamentale: legale si riferisce semplicemente alla legge; legittimo si riferisce al diritto. Se è vero che la legge ha la funzione di legittimare, la logica aggiunge: “a condizione che essa rappresenti il diritto”. Quando non lo rappresenta è intrinsecamente e moralmente nulla. Il diritto non è figlio della legge, ma è esattamente il contrario. La legge è pura espressione del potere mentre il diritto appartiene all’uomo, il quale, pertanto, non lo può inventare ma può solo scoprirlo e “leggerlo” nei bisogni essenziali e costanti della propria specie, che vanno sotto la denominazione di “diritti naturali”. Tornando al canone Rai, si tratta di un vero e proprio “pizzo di Stato” senza alcuna validità biogiuridica se non quella discendente dalla forza, in altre parole dal potere.” (Carmine R. Viola da ‘comedonchisciotte’)

(Uso le parole a modo mio: per me vale altro...) Prima viene VOLERE, poi DOVERE, poi POTERE: il mio sistema di riferimento è ternario. Analogicamente, prima viene la legge, poi il regolamento, poi il diritto. La legge – come pensiero (se scritta è meglio) – dovrebbe fissare i limiti entro cui ogni uomo svolge le sue azioni; il regolamento – come un filo d’Arianna – dovrebbe assisterlo attimo per attimo, giorno per giorno; il diritto donargli la facoltà di riquadrarsi tutte le potestà di cui è capace (implicanti libertà, scelta, benessere, ecc.).

In giurisprudenza (non soltanto) il nostro sistema è binario: diritti/doveri. Per ciò stesso amputato, impotente, perverso... – con una parola caotico.

Sono le leggi che legittimano l’uomo – è vero; ma legittimazione per me vuol dire fondamento, progettualità, strategia. E sono i regolamenti che dovrebbero ‘legalizzarlo’; ma constato puntualmente che la parola ha una accezione squallida (ché dovrebbe tradursi invece, di volta in volta, in spiegazioni semplici, guide pratiche, didascalie chiarificanti e altro del genere). Mentre è il diritto che illumina/dovrebbe l’uomo – penso, facendolo sentire destinatario di libertà vera, di sicurezza reale, di creatività autentica.

La Legge – filosoficamente – non è espressione del Potere, ma della Volontà... (Quale volontà? – questo il punto.) Né il potere appartiene a classi dominanti di sorta come avviene storicamente/geograficamente, da sempre; ma a ciascun individuo... (Quando avverrà? – questo il punto.) Ed è/dovrebbe essere figlio della legge, semmai, il diritto e non vivecersa; ma figlio d’una legge spiegata/corredata da regolamenti ‘educativi’, buoni/utili, più che utili ‘amicali’... (Che non sono mai esistiti né esisteranno dati i tempi e le mode!) ludfrescj

P.S. Tuttavia, al di là di utopie linguistico/esistenziali, condivido entro limiti il discorso di Carmine Viola.


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