Re: La seconda venuta di Gesù Cristo

Inviato da  shm il 8/3/2012 23:31:26
2 aettimane fa ho letto "Maschera e volto dello spiritualismo moderno" - Jules Evola, tralasciando il Guenon(massone) trasferitosi in Egitto, direi che Evola riassume concettualmente tutto quanto sia stato travisato dal teosofismo, antroposofismo(Steiner), piscologismo Freudiano nonchè Junghiano(neanche sto a citare "Tipi Psicologici" di Jung, che ho trovato alquanto meccanicistico e riduttivo, ed è rimasto sopra la scrivania lasciato ancora a metà...)...

Per carità, a qualcuno può anche venire in mente, di contraddire Evola, ma penso che il principio di fondo non sia errato: l'uomo, sia occidentale che orientale(Il Guenon, invece, attribuisce alla dottrina orientale, secondo me ingenuamente, la capacità di salvare l'occidente per mezzo di una guida al ritorno verso una tradizione perduta), sta cercando altre soluzioni alla propria frustrazione interiore...

C'è chi lo fa con la scienza(o pseudo-scienza) e c'è chi lo fa con saggezze di questa o quella dottrina, ma sta di fatto che l'uomo è insoddisfatto di sé...

Una soluzione che porti ad una certa soddisfazione personale rientra sempre nel portare FEDE verso quella via, strada, dottrina che affronti una "liberazione"...

Ma se tutto ciò si risolve in questo, e cioè nella pura ed unica fede, che motivo c'è da parte di un cattolico, per esempio, di abbracciare il buddismo, piuttosto che lo shintoismo ecc., dal momento che tutte queste credenze necessitano di un principi universale come la fede??

Per arrivare al Nirvana devi pur credere nelle 4 verità, e se questo risultato pensi di ottenerlo mediante l'ottuplice via devi crederci: è FEDE...

Ossia: fede nell'ignoto... In qualcosa che non conosci! E di cui non puoi aver la sicurezza dell'effetto!

Dostojevsky scriveva, nei "Fratelli Karàmazov", che per governare l'uomo serve padroneggiare 3 principi: Mistero, Miracolo e Autorità

Se la forza di una credenza religiosa occidentale od orientale risiede in una certa soteriologia(dottrina salvifica) è necessario che l'adepto vi creda, per dichiararsi appartenente a quel credo, anche se ai suoi occhi, tutto ciò, rimane un mistero impenetrabile.

Se nel caso del teosofismo si parla di aver trovato la soluzione per sfruttare le capacità latenti dell'uomo per mezzo di una conoscenza superiore impartita da più o meno noti Custodi, l'adepto non sarà che costretto a credervi dall'infatuazione della meraviglia suscitata per il mistero rivelato... Il relativismo del relativismo!

Ma questa non è più fede nei confronti di ben più semplici, umani ed elementari principi cosmici tradizionali. Diventa piuttosto, a mio avviso, una credenza metropolitana derivata da influssi filosofici e altre amenità popolari ottocentesche miste alla sublimazione dell'alienazione conseguita in seguito al malcontento post-rivoluzionario della fine del diciottesimo secolo e culminante nel romanticismo... Con l'aggiunta di tutto ciò che in quell'epoca servisse a poter destare maggior impressione e cioè la conoscenza(o la paura che dir si voglia) di una supposta dottrina orientale impartita agli adepti occidentali. Mistificata, degenerata e mal insegnata, perché superficialmente appresa da chi aveva la sola necessità di, appunto, impressionare(abbagliare>ingannare)...

Per cui il problema ultimo rimane sempre uno ed è quello di sempre: credere, o, non credere...

Per quanto mi riguarda, attualmente, non credo!

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