Re: concetto di "donna" nelle religioni cristiane

Inviato da  shevek il 31/1/2006 1:16:07
Salut y Libertad, IperSanta!


Dici: "così però mi fai apparire come una specie di massone incappucciato vincolato da qualche obbligo di segretezza"

Dont'worry, volevo solo farti uscire allo scoperto... Infatti mi hai detto che "Non c’è nulla di “oscuro” o di "segreto", nello studio del simbolismo, se ne avrai voglia ci sono anche alcuni testi che ne parlano abbondantemente. Ti consiglierei “Simboli della Scienza Sacra” di Guénon e tutta la opera di Mircea Eliade."

Vedi, io un po' il conosco - anche se non al tuo livello, credo - ma - a parte che tu, per citare il tuo Platone, puoi rispondere alle obiezioni mentre il libro, perdipiù di un defunto, no - non mi sembra che essi sfuggano alle mie obiezioni.

Infatti, quando tu mi dici, citando le tesi classiche del pensiero tradizionale: "In verità il linguaggio simbolico prescinde il principio di non contraddizione, tipico della mentalità razionale, e procede principalmente secondo il metodo “analogico”, per analogia." la faccenda non risolve affatto la questione che ti avevo posto del "conflitto delle interpretazioni": in presenza di interpretazioni analogiche in palese contrasto, come si risolve la faccenda in maniera non soggettiva?

Un esempio dalla citazione che mi/ci hai proposto:

"L’uomo si è riconosciuto nella “vita” della luna non soltanto perché la propria vita ha fine, come quella di tutti gli organismi, ma soprattutto perché la luna nuova rende valide, con la sua sete di rigenerazione, le sue speranze di rinascita. Un oggetto sacro , quali che siano la sua forma e la sua sostanza, è sacro perché rivela la realtà ultima, o perché vi partecipa. Quindi anche la Luna non fu mai adorata per se stessa, ma fu adorata in quel che rivelava di sacro, cioè nella forza concentrata in lei, nella realtà e nella vita inesauribile che manifesta. Il Destino metafisico della Luna è di vivere pur rimanendo immortale, di conoscere la morte in quanto riposo e rigenerazione."

Controinterpretazione analogica al volo:

""L’uomo si è riconosciuto nella “vita” della luna non soltanto perché la propria vita è caratterizzata dal movimento, come quella di tutti gli organismi, ma soprattutto perché la luna nuova rende visibili, con il suo movimento, le sue caratteristiche animali di mobilità. Un oggetto sacro , quali che siano la sua forma e la sua sostanza, è sacro perché nasconde la realtà ultima (nel caso specifico sparendo dietro l'orizzonte), o perché vi partecipa. Quindi anche la Luna fu sempre adorata per se stessa, fu adorata in quel che che velava del sacro, cioè nella forza che, come luce, è capace di disperdere, nella realtà e nella vita inesauribile che mostra e nasconde. Il Destino metafisico della Luna è di muoversi pur rimanendo immobile, di non conoscere la morte in quanto eterno movimento e ricomparsa dell'identico."

In base a che cosa la mia interpretazione analogica "al volo" sarebbe "falsificabile" in base alla "Scienza Sacra", se non ricorrendo al principio d'autorità? In ciò il pensiero tradizionale non mi ha mai dato grande aiuto.


Il filoofo desacralizzatore Shevek

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