Perchè è nato il concetto di Dio?

Inviato da  Santaruina il 7/1/2006 17:16:00


Nessuno si interroga sul perche' sia nato il concetto di dio? ...

Andando oltre le favolette che insegnano alle superiori (“i balumba primitivi non sapevano spiegarsi il fulmine e così inventarono Dio”), uno scienziato americano, lo psicologo e psichiatra Julian Jaynes si è posto questa domanda, e ha scritto un testo fondamentale, che credo molti troverebbero più che interessante:

Il crollo della mente bicamerale e l’origine della coscienza

Lo riassumo brevemente perché merita.

Jaynes era esperto in sindromi schizofreniche, professore di psicologia alla Priceton University.

La sua ricerca parte da una scoperta fondamentale: vi è una zona del cervello, nell’emisfero destro, completamente inattiva nelle persone sane, ma attiva nei malati di schizofrenia. (semplifico per non dilungarmi)

Questa zona del cervello genera le “visioni” ai malati, allucinazioni visive ed uditive, e se stimolata le allucinazioni crescono di intensità.

Jaynes passa quindi ad un’analisi dei testi più antichi giunti fino a noi, in particolar modo dell’Iliade e della Bibbia.

Scopre che in questi testi arcaici i protagonisti dialogano abitualmente con le divinità, come se fosse normale avere un contatto diretto con loro.
Analizzando attentamente la Bibbia risulta inoltre evidente come la capacità di discorrere con la divinità si perda mano a mano che i testi si fanno più recenti.

Si parte dalla Genesi in cui Adamo discorreva con Dio per passare a epoche in cui Dio comunicava solo con i “profeti” fino agli ultimi testi in cui gli uomini si disperano del fatto che Dio non faccia più sentire la sua voce.

L’ipotesi di Jaynes è la seguente: in epoche arcaiche quell’area dell’emisfero destro che genera le “allucinazioni” era attiva in tutti gli uomini, che interpretavano le voci che sentivano quali “la voce di Dio”.

Col tempo l’umanità ha cominciato a perdere questa caratteristica, diventata appannaggio di pochi “privilegiati”, che la società seguiva quali “guide” sacerdotali.
Questo passaggio è ben descritto nei testi arcaici.

Infine, con la civiltà classica la sezione del cervello in questione è diventata del tutto inattiva, ad eccezione dei malati di schizofrenia che però non sono più in grado di accettare e comprendere le “voci” che sentono.

L’ipotesi di Jaynes è affascinante, e suffragata da innumerevoli esempi in circa 600 pagine.
Descrive le “visioni” di molti suoi pazienti che nei momenti in cui si attiva la sezione del cervello in questione discutono in lingue scomparse o raccontano fatti di cui non dovrebbero essere a conoscenza.

Il tutto catalogato ed effettuato sotto le più strette modalità scientifiche.

Jaynes, da vero scienziato, crede che sia il cervello stesso a generare tali messaggi.

Io mi sentirei di aggiungere che esiste anche una piccola possibilità che quel segmento dell’emisfero destro che noi non usiamo più fosse quello che i nostri antenati utilizzavano per comunicare con il mondo superiore, capacità di comunicazione la cui perdita ci raccontano tutti i miti di tutti i popoli.

Come se l’umanità attuale avesse un senso in meno rispetto ai suoi avi.

E’ solo una ipotesi, ma da non scartare.

Blessed be

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