Re: Perchè è nato il concetto di Dio?

Inviato da  Farvatus il 20/4/2006 21:09:35
Citazione:
La fisicita' degli oggetti reali e' percezione comune, non individuale. Questo li rende probabilmente reali come li conosciamo... non puoi cancellare questo fatto, altrimenti da qualche parte nel mondo, qualcuno potrebbe attraversare i muri, mentre altri camminerebbero sull'acqua (ahaahahah), etc...


Il fatto che la fisicità è una percezione comune non significa che la fisicità non sia un illusione. Mi sembra che la scienza abbia da un pezzo smontato la nostra concezione del reale: se col dito tocco un tasto della tastiera non è che esattamente il polpastrello e la superficie del tasto si tocchino, apparentemente avviene questo, ma di fatto avviene una cosa ben diversa cioè un interazione elettromagnetica tra particelle o forme d'onda. Questo forse non falsifica il reale ma di certo ci pone di fronte a numerosi problematiche.
Noi viviamo in un epoca interessante perchè la tecnolgia ci ha portato verso una sempre più radicale messa in discussione delle nostre interpretazioni su cosa il reale sia. Se io prendo un oggetto diciamo un bicchiere lo metto sul tavolo dietro di me e non lo guardo più, il bicchiere è ancora li? Esiste ancora? Mi volto e controllo... posso fare un sospiro di sollievo è perfettamente dove l'ho lasciato. Ma posso davvero sentirmi tranquillo? Ho forse sto dando per scontato qualcosa. Se prendiamo la realtà virtuale, un qualunque videogame 3d può mostrarci ambienti tridimensionali illusori, posso muovermi all'interno di essi, per quanto suggestivi mi rendo perfettamente conto che sono illusioni.
Se creo un ambiente Virtuale 3d e poi ci metto un tavolo ed un bicchiere sopra, il tutto finto, fonte di calcoli matematici, mi volto virtualmente e non guardo il tavolo ed il bicchiere. Essi sono ancora là? No, perchè in effetti non ci sono nemmeno mai stati, ma se mi volto virtualmente, è altamente probabile che ritroverò il tavolo ed il bicchiere esattamente dove li ho lasciati. Ok oggi mi rendo conto che sono illusioni, ma con la velocità con cui procede l'evoluzione tecnologica, in futuro potremmo cominciare ad avere qualche problema.
Matrix parte da questo concetto: Nel momento che non posso più chiaramente distinguere reale ed immaginario come potrò edificare tra loro consolatori confini?
Forse è un problema ma magari anche un vantaggio...

Citazione:
Dove vorrei arrivare... che e' l'interpretazione che differisce tra un individuo e l'altro... penso saremo d'accordo... ma le analisi che scaturiscono dall'interpretazione individuale, hanno in comune una base "reale" sul quale si coagulano i "ricordi" della memoria (l'archivio delle info). Anche se risulta convenzionale questa base comune, il lato importante a mio avviso e' che la abbiano questa base comune... un fondo di realta' comune alla base del ragionamento soggettivo.


Come dici giustamente tu una base comune esiste, una realtà oggettiva, deve esistere per permettere a noi due di comunicare. Vivamo nello stesso universo, però occupiamo una differente prospettiva di esso. Potremmo dire che come sulla superficie di una sfera ogni punto possa essere considerato il centro, così come ogni prospettiva possa dirsi regina. Ognuno di noi può dire:"hey io sono il centro" ma per via dell'uguaglianza assoluta che esiste tra le prospettive non si corre il rischio di ricadere nel solipsismo.
Torniamo al nostro bicchiere, se io te te lo guardiamo, possiamo dire che è lo stesso bicchiere? Si probabile che lo sia, certo ne vedremo sempre una differente prospettiva di esso. Inoltre quel bicchiere nel momento che interagirà con noi richiamerà automaticamente un carico simbolico Soggettivo dalla nostra memoria e dal nostro inconscio. Potremmo ricordarci di Jung e magari accettare che via sia un inconscio collettivo, perchè in fondo siamo differenti aspetti di un solo universo, quindi una base comune ci deve magari in profondità essere anche a livello simbolico.
Ma vedi il problema ritorna, è vero noi siamo prospettive, ma prospettive di che cosa? Cosa stiamo guardando? Sopprattutto con che occhi lo stiamo facendo?
Appunto con gli occhi non tanto oggettivi, ma mutuati da un interpretazione che noi diamo della realtà sedimentata da Eoni, codificata nel nostro Dna, poi nel nostro inconscio e nella cultura e in tutto quanto abbiamo fatto. Però in definitiva, vedi ognuno vedrà quello che è portato a vedere, come io apparirò vestito di quello che indosso, ma il punto non è tanto questo semmai è il fatto che io, che te, che tutti, stiamo forse solo fissando il Riflesso di uno Specchio.
Vedi noi ci troviamo agli antipodi, tu ti sorprenderesti se vedessi uno camminare sull'acqua, ma dal mio punto di vista potrei dirti che a me sorpende esattamente il contrario. Come mai non ho mai visto nessuno camminare sull'acqua?

Citazione:
Se ti ritrovi sull'isola, cosa pensi che negare l'esistenza del mare ti possa aiutare a tornare indietro?


Ma magari forse, negare l'esistenza del mare dell'isola e di quant'altro ritenga necessario, non serve tanto a tornare indietro o andare al di là del mare, ma capire che in fondo posso tranquillamente passare il resto della giornata a godermi il sole sulla spiaggia, in attesa della sera.

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