Re: Luogocomunardi e religione

Inviato da  kbrosky il 23/12/2009 21:49:29
Citazione:

sick-boy ha scritto:

Il bello arriva quando da esperto di biologia, l'aritmetico salta a giudicare la «mitologia».
La «mitologia antica», quella della Grande Madre, era «giusta» perché conferma ciò che dice quello che Odifreddi crede essere la «scienza»: ossia sottolinea la «centralità primordiale della donna, la sua profusione di fertilità e di abbondanza».

Solo dopo, assicura, gli uomini, avendo preso il potere, hanno affiancato a Iside e ad Afrodite «figure femminili di morte, da Kali ad Eva, il cui mito non è altro che una delle innumerevoli variazioni sul tema della subalternità, biologica e morale, della donna rispetto all'uomo».
E così, l'intero scibile delle «cose prime» è sistemato: è tutta una questione di maschilismo repressivo.
Facilissimo.[/font][/i]

Il fatto è che

[i][font=Courier]Coloro che lo elaborarono non partivano da orologi molecolari e dal primato della materia. Per loro, la Dea Madre era fin dal principio anche Kali che danza sui campi crematori, vestita di teste e mani di cadaveri. Ciò perché il «femminile» dà la vita biologica, e ciò che ha vita biologica, ineluttabilmente, morirà. Una nozione che non si studia nei laboratori, ma che fa parte della comune esperienza umana. Solo che gli uomini e le donne, un tempo, non si contentavano di questo destino biologico. Cercavano una vita che fosse al di là della vita, che fosse liberazione dalle catene dell'esistere zoologico. Ragionarono che ogni cosa che esiste di qua ha un lato «materiale» - la sua composizione fisico-chimica - ma anche un lato «formale» o essenziale, che è più importante.

Un coltello può essere fatto di quasi ogni «materia» dura, ferro o pietra o rame; ma ciò che lo rende «coltello», ossia intelleggibile, è la «forma» che gli ha dato il fabbro - non la forma materiale, che può essere varia, ma l'intenzione razionale, il «logos».
E questa forma non è nella materia, ma è prima «pensata» nella mente dell'artigiano.

[...] Dunque, gli uomini (e le donne) cercavano questa vita che è sopra la vita, che è invisibile perché è intelligenza.

[...]In quei tempi antichi (dove gli Odifreddi sarebbero stati esposti al ludibrio che loro spetta, incapaci di capire persino i principii della loro stessa scienza), dice Horkheimer, «il grado di ragionevolezza di una vita umana dipendeva dalla misura con cui si armonizzava con la totalità» della Ragione presente oggettivamente nel mondo.

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[i][font=Courier]«Ciò che nasce dalla carne [della donna] è carne, ciò che nasce dallo spirito è spirito» e quindi oggettivo. Quindi eminentemente «sottratto alla morte». La funzione del padre, di ogni padre, è quella di inserire il figlio biologico nella realtà superiore alla biologia, nell'impersonale, eterna verità oggettiva.



ciao, salto tutta la roba sui vangeli che io personalmente credo falsi come del resto credo falso cristo, almeno tutto quello che è inerente loro e che deriva dalla chiesa.

quindi ti rispondo solo per la grande madre.
allora io ti dico quello che io so e le mie idee null'altro.

non esiste una mitologia della grande madre, almeno nel campo accademico non è contemplata e chi ha portato studi su questo campo non è stato accettato oltre che discriminato dalle accademie, anche se sò che ci sono moltissimi laureandi che portano come tesi le idee che si sarebbero formate sulla dea madre nell'antichità.

che ci sia stata una centralità della figura femminile nell'antichità è possibile, in fondo la più grande ricchezza per un popolo sono i figli e di conseguenza le donne. che esse abbiano sviluppato una loro religione è possibile, in quanto lo vedo come naturale che una donna preghi una divinità femminile, semplicemente perchè si cerca sempre il conforto in figure che rappresentino e che possano condividere le pene e le sofferenze, inoltre è naturale che ci sia un culto femminile anche nelle religioni a predominanza maschile, una donne si sente più felice a parlare con una divinità che è femmina e che come lei ha un figlio, un compagno etc.. quindi lo vedo assolutamente normale.

il fatto di desiderare una vita oltre le morte, bhè non ci vedo nulla di innaturale o di assurdo, nessuno o almeno la maggioranza delle persone vuole sparire nel nulla.
inoltre si sà che credere in una vita possibilmente piacevole dopo una morte di un parente o di un figlio, dà sollievo alla pena della perdita.
sono tutte necessità umane.

la religione e la fede nascono da esigenze umane.

sinceramente sul resto non vedrei come risponderti anche perchè fare copia e incolla di frasi che sembrano prese a caso, non mi danno la possibilità di rispondere.

cmq sia se c'è stata o meno una civiltà che aveva le donne al suo centro non credo sia un problema reale, a parte naturalmente scoprire tutti gli imbrogli e le assurdità della moderna archeologia.

uno studio e una riformulazione dei metodi archeologici e una messa in scena di tutti quei reperti catalogati a caso e con esplicita intesa di mantenere una sorta di base di fondo storica, che si arrampica sugli specchi sarebbe una cosa utile a comprendere la storia dell'umanità.

katia

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