fede e ragione

Inviato da  aeremita il 24/2/2008 23:53:53
Fede e Ragione

Il recente invito dell’ Università la Sapienza al Pontefice Ratzinger per inaugurare l’anno accademico, ha riacceso l’annoso dibattito sulla compatibilità tra scienza e fede, in questo caso, cristiana. C’è chi afferma la totale incompatibilità e chi ne delinea le specifiche competenze invitando a non confondere i campi; c’è chi auspica un avvicinamento, un dialogo. Personalmente, mi è dato osservare come questi due mondi, al di là di oggettivi punti di partenza differenti, giungano spesso a conclusioni del tutto sovrapponibili.
La legge di azione e di sua conseguenza, il karma, che la cultura religiosa orientale ha così magnificamente studiato e approfondito, nell’ambito della fede cristiana assume il connotato di peccato-punizione, perchè indissolubilmente associato al contesto della tentazione e della caduta di Adamo. Del karma, del frutto dell’azione e di eventuale punizione, parla in modo terribilmente chiaro il terzo principio della dinamica che suona così: “Ad ogni azione corrisponde un’azione uguale e contraria.” Naturalmente qualcuno può obiettare di aver subito il furto del motorino senza che mai ne abbia rubato alcuno. In questo caso ci viene in aiuto Melanie Klein la quale afferma che “la coscienza tiene sempre i conti di tutto”; il principio della conservazione dell’energia chiarisce definitivamente la questione: nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma. In generale quindi si può affermare che la legge di conseguenza e quindi di causa ed effetto è patrimonio, per non dire pilastro assoluto, della fisica classica di Newton.
L’Antico Testamento sta alla fisica newtoniana così come la Lieta Novella sta alla fisica quantistica. L’Antico Testamento, dominato dalla legge di causa ed effetto che si esprime nella legge del taglione o anche nella famosa formula “chi di spada ferisce di spada perisce”, è, alla lunga, promotore di un mondo chiuso in cui odi, risentimenti e vendette, si assommano gli uni agli altri in un circolo vizioso senza uscita (vedi Palestina e quant’altro). La Lieta Novella giunge a interrompere definitivamente questa catena infinita di sofferenza e introduce a chiare lettere una nuova forza, il perdono, a cui fa supporto fondamentale l’amore. Perdono ed amore piombano nella realtà spazio/temporale come un macigno, stabilendo un nuovo, fondamentale inizio per la storia e per la coscienza umana. Prima di allora l’uomo era vittima della terrenità e dei suoi eterni ritorni; ora ogni uomo è un uomo nuovo, indipendentemente dalla razza, dall’età, dal luogo in cui si trova. Per spezzare la ciclicità degli eventi, gli occorre solo un piccolo mutamento d’animo basato sul perdono e sull’amore. Un mondo altrettanto chiuso è quello di cui è promotrice la fisica newtoniana, che pone tutto e tutti sul triste tavolo da biliardo dello spazio/tempo dove la vita è un pogo (1) che ha come destinazione finale il freddo esaurimento di ogni forza per effetto dell’entropia. A salvarci da questo supplizio, viene la fisica della relatività, che rompe le catene dello spazio/tempo e apre un accesso diretto all’energia e alla sua espressione. Da tristi palle numerate che eravamo sul tappeto del biliardo, da esseri giocati e vinti inesorabilmente da forze più grandi, diventiamo noi stessi giocatori ed espressione dell’energia, perchè la stessa nostra coscienza, come si deduce dal principio di indeterminazione di Heisemberg, diventa parte integrante e determinante dell’attività conoscitiva. Siamo così entrati in piena era quantica, ma non c’è niente di nuovo sotto il sole. Analizzando molte delle sentenze pronunciate dal Cristo, se ne nota inequivocabilmente la natura quantica, nella misura in cui ogni parola è pronunciata per distogliere la coscienza umana dall’impantanamento meccanicistico/samsarico, e ricacciarla entro se stessa perchè lì trovi l’alchimia di ogni sviluppo. (La lucerna del corpo è l'occhio; se dunque il tuo occhio è chiaro, tutto il tuo corpo sarà nella luce; ma se il tuo occhio è malato, tutto il tuo corpo sarà tenebroso, Mt.6,22). Nella nuova coscienza quantico/cristica c’è sempre spazio per il dolore, motore fondamentale per la crescita e per il risveglio della coscienza, ma non per il vittimismo. Si tratta, una volta per tutte, di tirare fuori i talenti e di usarli, prima che il padrone li requisisca e li consegni non ai più poveri, ma a quelli che hanno mostrato di saperli usare meglio.
I sopracitati capricci newtoniani sono quelli di cui soffre oggi la moderna medicina scientifica che ha fatto suo il modello di Pasteur a scapito di quello di Béchamp. Oggi, questa scienza si trova nella posizione di poter curare ogni organo, ma sempre nella prospettiva di un effetto collaterale: sì, ti curo il fegato, però di mando in pappa i reni. Ciò accade non per un vizio di conoscenze, perchè ormai migliaia di fegati e di reni sono stati sezionati in lungo e in largo, ma per l’inconscia impostazione che fa ancora capo allo schema veterotestamentario di causa/effetto, azione/punizione e parimenti all’idea che la conoscenza sia diretta conseguenza dell’isolamento ed analisi di un singolo fatto. A scongiurare l’eccessiva meccanizzazione e disumanizzazione di questo nostro corpo e quindi a favore della visione olistica, vengono in aiuto oggi le discipline mediche non convenzionali, che, senza aver smesso di curiosare nel microscopio, hanno scoperto che il dolore del corpo è anzitutto dolore-della-coscienza-dell’uomo-che-ho-davanti la quale ha sempre un nome (Paolo, Marco, Claudia, Lucio...) e non può in nessun modo essere ridotto ad una formula chimica, spiegato con una statistica o tantomeno ricondotto esclusivamente alla presenza del tal virus o batterio. Tutte le discipline mediche non convenzionali hanno un assoluto carattere quantico che si esprime nell’universale formula: se vuoi guarire, esci dalla ruota delle passioni, osserva il tuo dolore, perdona (chi ti ha fatto torto), ama(lo).
Con questo articolo non si vuole certo esaurire il controverso capitolo della relazione tra fede e ragione. Piuttosto si vuol mostrare come i motivi dell’una e dell’altra sponda siano molto più vicini e commisti di quanto si possa pensare. L’importante, credo, sia sempre non confondere i sistemi di potere che intorno a tali principi si sono consolidati nel corso dei secoli, e principi stessi.

1) Pogo: danza collettiva di fine 20esimo secolo inventata secondo la tradizione da Sid Vicious (bassista dei Sex Pistols), che si svolge saltando ritmicamente addosso al prossimo senza avere alcuna cura di provocare traumi e dolore.

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