Re: Le limitazioni del Proprio Io

Inviato da  mc il 12/10/2007 17:33:08
Citazione:
Quando la tua coscienza si perde nel sonno dov'è quell'eterno di cui sei costituito.

Come "eterno del quale siamo costituiti" intendo la materia atomica, intesa a sua volta, come energia eterna. Che non si crea e non si distrugge. Prende forma in cumuli di questa energia. La forma nel quale si 'materializza' determina il modo di agire nell'esperienza (la coscienza).
Il corpo e' la materia eterna configurata in forma umana, la coscienza e' una manifestazione di quella "configurazione".
Perdendo la coscienza in seguito alla morte corporea, perdo quel tipo di struttura atomica, anche se in effetti, ogni singolo elemento che la costituiva continua a far parte del tutto.
Ecco il punto: e' la struttura, la forma che determina le potenzialita', secondo me.
Persa quella forma nulla di cio' che rimane e' riconfigurabile nella stessa combinazione, e nulla di cio' che prima era altro ha memoria di cio' che era prima.

Ecco, dove mi pongo tra le varie teorie.
Ammetto una funzione vitale universalmente infinita, ma dichiaro il limite mortale come una perdita irreversibile della propria esistenza.
In questo senso, la notte, non provoca un annullamento definitivo della coscienza, ne determina una pausa, una rimessa a punto, un rilassamento, e non un completo disfacimento.

Che ne dici?

mc

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