Re: Ateismo di "default"

Inviato da  Kirbmarc il 26/4/2007 19:27:56
Ecco un bell'argomento: la Teodicea.
Ovvero la giustificazione ( o meno) di uno dei problemi più grossi che la visione religiosa pone.
È un dato di fatto che nel mondo molti innocenti soffrono e molti malvagi prosperano.Inoltre,spesso le disgrazie capitano senza senso logico o "morale".Come si concilia questocon una divinità buona,onnipotente e onnnisciente?
Storicamente, si è reagito in quattro modi diversi:
Si possono chiudere gli occhi, fingere d'ignorare ed attenersi al principio di giustizia retributiva originale (cioè non esteso alla vita utralterrena,come nell'ebraismo classico).Ma questo è un "gettare il problema fuori dalla finestra".
Si può concepire una divinità indifferente alle vicende umane, che si chiude nella sua perfezione. Questa posizione, come la seconda, è inammissibile per il monoteismo ebraico (ma anche cristiano e islamico)che è fondato sulla rappresentazione di un Dio creatore del mondo e che se ne prende cura. Concepire una divinità indifferente era, invece, una prospettiva autorevole nel mondo greco antico: il primo motore immobile di Aristotele e gli dei di Epicuro ne sono un classico esempio. Ma a questo punto,le divinità non sarebbero più esseri perfetti moralmente,ma semplici demiurghi,non distinguibili in maniera netta dalle cause immanenti del mondo(potrebbero esistere,ma sarebbero in una dimensione totalmente "altra" e incomunicabile).
Si può optare per una teologia diversa, invocando l'incommensurabilità della sapienza di Dio e l'imperscrutabilità del suo volere( posizione che getta sempre via il problema,in quanto non da la minima rispoosta), oppure estendendo la giustizia retributiva alla vita ultraterrena(posizione cristiana classica:posizione nichilistica,però,perchè priva la vita terrena di ogni senso,in quanto semplice palestra o anticamera di qualcosa d'altro.Inoltre pone il problema etico della non perfezione etica divina, in quanto questo potrebbe spiegare il male del mondo,ma non il motivo per cui l'ipotetico creatore abbia deciso di agire eticamente in tale modo).
Infine,si può interpretare questo fatto come prova che Dio non esiste: la distribuzione nel mondo della felicità e della sofferenza non è operata da una giustizia divina, ma è casuale, insensata, oppure corrisponde a logiche costituite nella natura e nella società umana. È questo un punto di vista ateo.

Messaggio orinale: https://old.luogocomune.net/site/newbb/viewtopic.php?forum=47&topic_id=3113&post_id=88144