Sincronicità Junghiana

Inviato da  javaseth il 4/10/2006 17:38:46
Citazione:
Direi che considerato il fatto che l'argomento non è ancora stato trattato, si può continuare qui la discussione.


Thanks Santa!

Citazione:
Non si potrebbe fare un eccezione e spiegare un pò la cosa!?


Jung definisce la sincronicità come una "connessione a-causale fra stati psichici ed eventi oggettivi".

Una particolare forma di coincidenza, chiamata anche coincidenza significativa.

Ma significativa per chi?

Un esempio classico è quello dell' esempio: pensiamo ad un amico ...e lui improvvisamente ci telefona.

Il fatto, magari per chi sta vicino a me mentre squilla il telefono, non configura alcuna coincidenza.

Ma per me, che ho pensato a quell'amico, quel fatto è una coincidenza, e in più, significativa.

Un avvenimento interiore (il mio pensare all'amico) ha trovato un corrispettivo evento esteriore (la telefonata).

Un avvenimento acausale, se visto con una prospettiva esteriore, in quanto sembra non avere nessi di causa ed effetto. Ma, lo stesso evento, visto con una prospettiva interiore, in un certo senso li ha. ha significato.

In questo modo, Jung si pone su un piano di profondità ed illumina il rapporto psicofisico che esiste tra la dimensione fisica e le altre dimensioni.

Scrive Marie Louise von Franz: «Il fenomeno più essenziale e forse più impressionante nei fenomeni di sincronicità, è il fatto che la dualità di psiche e materia sembra in essi annullata. Sono perciò un accenno empirico, ad un'unità ultima di tutto l'essere, che Jung chiama «unus mundus», rifacendosi alla filosofia naturale medioevale».



......

Da http://www.puntosufi.it/iking.htm


Occorre però fare una precisazione: Jung non era un mistico né tantomeno uno spiritista o un occultista. Era un uomo di scienza che da studioso e medico psicoterapeuta si accorge del verificarsi di tali episodi nella vita delle persone in generale e dei suoi pazienti in particolare, e cerca, nei limiti del possibile, di dare a questi episodi delle spiegazioni di tipo psicologico, senza la pretesa di volere tutto comprendere e tutto spiegare.

Uno dei fenomeni che più lo impressionava era il verificarsi di episodi di sincronicità.

Con tale termine si intende il verificarsi di una coincidenza significativa, apparentemente fortuita tra un fatto interno psichico e un fenomeno del mondo fenomenico esterno. Ad esempio: sognare una certa persona o semplicemente pensare ad essa e poi incontrarla.

Jung era impressionato dalla frequenza in cui tali fenomeni si manifestavano, soprattutto in pazienti in fasi critiche della loro vita, e aveva l’impressione che ci potesse essere qualcosa in più di una semplice combinazione statisticamente possibile.

Clamoroso ad esempio è il caso di un suo paziente. Questi era un ingegnere che basava e regolava la sua vita su basi esclusivamente razionali, escludendo completamente aspetti più emotivi o irrazionali. Un giorno fece un sogno estremamente complesso che qui non riporto ambientato nell’antico Egitto. Tale ambiente un po’misterioso ed oscuro era connesso proprio a questi elementi psichici che lui rimuoveva. Al centro del sogno stava la figura di un misterioso scarabeo d’oro, di cui si stava cercando di capire il significato. Ad un certo punto, ricordo che siamo in Svizzera e non all’Equatore, si sente un rumore sordo alla finestra, Jung va ad aprire e si accorge che una scarabeo d’oro era venuto a cozzare, proveniente da chissà dove, proprio lì dove due uomini stavano parlando di uno scarabeo.

Fenomeni misteriosi, elusivi, sfuggenti, che a noi rimangono ancora oggi inspiegabili, così come ai tempi di Jung. Ma una cosa è certa, sia a noi che a lui: tali fenomeni non solo sono inspiegabili, ma non dovrebbero neanche sussistere all’ interno di un modello di riferimento dell’universo di tipo cartesiano-newtoniano, fatto di oggetti separati e distinti,unicamente materiale e rigidamente suddiviso in materia (res extensa nella filosofia cartesiana) e spirito (res cogitans nella filosofia cartesiana) identificato quest’ ultimo unicamente con il pensiero.

Simili fenomeni, a meno che non li si voglia semplicemente ridurre a combinazioni statisticamente prevedibili, sono spiegabili da modelli che implicano una specie di "continuum" tra microcosmo e macrocosmo, con rispondenze tra i due, possibilità di entrare in risonanza non causale. E allora Jung focalizza la sua attenzione a campi del sapere e della cultura ove in qualche modo sia presente un tale modello di tipo olistico.

Trova una rispondenza, forse inattesa a prima vista, nel campo della fisica della materia. Nei primi anni del 900 scoperte inattese nel campo della fisica nucleare, che porteranno poi alla nascita della fisica quantistica, fanno emergere un modello di questo tipo. In particolare intrattiene una fitte corrispondenza con gli esponenti di questa nuova fisica, in particolare A. Einstein e W. Pauli.




Per saperne (poco) di più

http://it.wikipedia.org/wiki/Sincronicità

Cercherò qualcosa di più sostanzioso, evitando (per quanto possibile) le brodaglie new age :)

Ciao
-javaseth

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