Re: Lorigine pagana del cristianesimo

Inviato da  komak il 2/5/2008 19:40:12
Seguo questa discussione con entusiasmo anche se non scrivo mai.
Oggi però ho deciso di intervenire per esternare le mie considerazioni, spero di non finire troppo OT.

Parto dal presupposto che la vita così come si manifesta nell'universo, così come la percepiamo, segue un ciclo, nascita-vita-morte, rinascita-vita-morte....... infinito. Questo vale per qualunque entità, sia essa un essere vivente, un vegetale, un pianeta, una galassia, tutto.
In questo senso possiamo considerare il ciclo della vita, idealizzandolo con un cerchio.
Ogni cerchio sta dentro a un cerchio, che è a sua volta all'interno di un cerchio, all'infinito.
La Terra segue quindi un ciclo di vita che la porta ad una palingenesi ogni x anni. Non entro nel dettaglio numerico, chi ha letto Guenòn o anche solo qualcosa sulla precessione degli equinozi può farsene un idea.
Ecco io penso che ad ogni palingenesi della terra, l'uomo abbia la possibilità di rinascere, di rinnovarsi, non tanto in senso fisico quanto come entità, se è pronto a farlo.
Abbiamo x anni per prepararci a questo "salto", x anni di vite, insegnamenti, morti e rinascite, cicli di vita che ci preparano all'ora x, l'ora "del giudizio", in cui alcuni, quelli pronti, potranno fare il grande salto, altri faranno un salto in basso (l'inferno?), altri resteranno dove sono (il purgatorio? mhà...).
In questo contesto la figura del messia, chiunque esso sia stato, come si chiami e dove sia venuto, in quanto incarnazione del verbo rappresenta la strada da percorrere, il percorso stesso, per compiere il grande salto, per passare al livello superiore. Il concetto del messia, figlio di dio, è del resto presente in tutte le civiltà a noi note (anche se non lo è necessariamente), e necessita di un corredo di richiami astronomici e astrologici (dio-sole, 12 apostoli-costellazioni, ecc...) per accostarlo al ciclo di vita terrestre.
Ha senso in questo contesto considerare l'universo come un grande orologio, con galassie e pianeti come ingranaggi. Un orologio universale, immutabile, che qualunque popolazione in qualunque momento può scrutare, vero e unico punto di riferimento per l'uomo di ogni tempo.
Orologio che ben conoscevano gli antichi, che si sono tramandati da una civiltà all'altra, da un'epoca all'altra le conoscenze astronomiche, la "scienza sacra", che permetteva di stabilire dove e quando sarebbe venuto il "salvatore", il messia, portatore del messaggio che il giorno del giudizio era vicino. Messia che a mio parere può anche non essere venuto fisicamente, ma che con la sua "mitica" venuta rappresenta cmq il cronologico punto di riferimento per il tempo che manca all'ora x. Le piramidi sparse su tutta la terra, specchio di questo grande orologio sono un messaggio universale, strutture erette in epoche remote (la loro datazione è ancora oggetto di grande discussione), in grado di resistere al tempo, questa la loro funzione: resistere al tempo per portare il messaggio il più possibile a lungo.
A riguardo ho letto un interessante articolo che vi linko:
http://www.edicolaweb.net/atlan23a.htm
Pertanto probabilmente è giusto parlare di origine pagana del cristianesimo ma sostanzialmente riduttivo, perchè il concetto di messia o figlio di dio col suo corollario di nozioni astronomiche-astrologiche si perde probabilmente nella notte dei tempi, o meglio ancora è insito nel nostro dna ( e non potrebbe essere altrimenti, perchè siamo comunque destinati a divenire altro).
Questo il mio personalissimo pensiero, chiedo scusa se ho scritto qualche vaccata di troppo.

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