Re: concetto di "donna" nelle religioni cristiane

Inviato da  matelda il 31/1/2006 12:16:47
Ciao Fiammifero,

ho capito cosa intendi ma non credo che "la malattia" del nostro tempo si possa ricondurre solo all'ignoranza...(perchè comunque sia analfabetismo che superstizione sono dettati, a primo acchito, dall'ignoranza).

L'ignoranza è una delle possibili risposte ma non la sola, purtroppo credo che la questione sia molto più complessa.

A mio parere, è questione soprattutto di buon senso, di saper distinguere tra ciò che è bene e ciò che è male, ciò che porta a vita e viò che porta a morte.
Silvio è un criminale, e non ci vuole una laurea in scienze politiche o economia per rendersene conto.
Lo sa il mio portinaio con la terza media e non lo sa mio zio plurilaureato.

e' per questo che forse gli antichi, che avevano un maggior contatto con loro stessi, o semplicemente un maggior rispetto di sè, forse erano meglio di noi. comunque noi, tecnoligizzati, alfabettizati, figli dell'illuminismo, non abbiamo prodotto alcuna Iliade, alcuna odissea. Il nuovo Dante non è ancora nato.

Riguardo alla questione "dell'appoggio del potere" va sottolineata la differenza tra arte di regime e arte pura. Non è detto che chi -come Virgilio- era commissionato dal potere fosse necessariamente costretto a dare origine ad un'arte di regime, soggetta al potere.
Dipende dal rispetto che hai di te stesso, forse.
Nel caso di Virgilio, ad esempio, un "contentino" lo dai anche ad Augusto, fornendogli una genealogia, ma l'Eneide è chiaramente critica verso il potere assolutistico.

Poi citi il concetto di auctoritas, l'autorità: se l'ha detto lui che è istruito chi sono io per smentirlo?
Nel medioevo -ti cito quello perchè è un periodo che conosco abbastanza bene, essendo la mia specializzazione- non funzionava proprio così: è vero, esisteva il concetto di auctoritas, ciò l'esempio di una persona che aveva studiato e che "sapeva" e sulla quale ci sia basava per esprimere le proprie idee.
ma, in realtà, non avendo i medievali una coscienza storica, ciò che loro consideravano come auctoritas era in realtà una rielaborazione fatta da loro di autori passati.
ad esempio, l'Aristotele medievale non aveva quasi niente a che vedere con il reale Aristotele, un po' perchè filtrato dagli arabi e un po' perchè rielaborato in modo da medievalizzarlo.

Quindi l'auctoritas non era un freno alla propria attività ma anzi, era la base su cui costruire il proprio pensiero, sia continuando nel suo solco, sia dissentendo da essa.

ad esempio l'auctoritas virgiliana non ha impedito a dante, rielaborando i suoi testi ma senza snaturarli, di trasformare Virgilio in un quasi-cristiano e Maestro.

ciao,

maria

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