Re: concetto di "donna" nelle religioni cristiane

Inviato da  shevek il 28/1/2006 20:51:03
Salut y Libertad, grande Santa!

Dici: "Io avrei detto che ciò che caratterizza un credente è la convinzione che ciò che è sperimentabile con i sensi sia solo una minima parte del creato.
Da questo punto di vista la convinzione del “credente” è altrettanto legittima di quella del “non – credente”, poiché dal punto di vista logico l’esistenza del “non sensibile” non è scartabile a priori, poiché questa stessa esistenza, andando oltre il campo della sperimentazione razionale, non è da essa analizzabile."

Vedi, Santa, mi pare che la tua versione non sia altro che un modo più elegante di dire che il credente ha fede in un "fantasma" - che è esattamente, dal punto di vista filosofico, l'oggetto (eventuale) non sperimentabile dai sensi. Poi, dicendo che il "fantasma" va oltre il campo della sperimentazione razionale, non sarebbe da essa analizzabile, la tua affermazione ha due punti deboli:
1. Non specifichi quale sarebbe l'altra forma con la quale tali fenomeni, in maniera indipendente dalla tua o altrui soggettività, sarebbe analizzabile: se questa non sei in grado di esibirla, il fenomeno "fantasma" sarebbe indistinguibile dal nulla (anch'esso - Parmenide/Hegel docet - non analizzabile in alcun modo).
2. Guarda che il campo della sperimentazione non è l'unico campo della scienza: esiste anche quello della "riduzione all'assurdo" e, poiché ciò che è contraddittorio non esiste... Per questo citavo Spinoza.

Dici poi: "Sul concetto di “religione” quale strumento delle elite per imbrigialre ulteriormente le masse credo che storicamente sia un fatto incontestabile, spesso, ma credo che sia altrettanto improprio vedere in questo aspetto delle religioni il loro scopo piuttosto che una loro degenerazione".

Perfettamente d'accordo: ma io ho cercato di mostrare che la "degenerazione" di cui parli, all'interno di una società gerarchica, è pressoché inevitabile, per motivi "sistemici". Su questo, credo, avresti dovuto rispondermi.

Dici ancora: ""Questo implica che le religioni siano tutte false? Di per se no: UNA potrebbe anche essere vera (necessariamente le altre no)." Anche questa affermazione è in verità opinabile. Che ci siano delle verità in diverse religioni, e che molte siano “vere”, non è una contraddizione, nel momento in cui si supera il loro aspetto superficiale per scoprirne gli insegnamenti più “interni”, che spesso convergono."

Anche qui non stai che facendo che ripetere politically correct la mia posizione. Io mica dicevo che potrebbe essere vera una religione esistente o esistita: nel caso che tu poni, sarebbe vera il mix di posizioni vere presenti nelle varie religioni, scremato dalle posizioni false. Ma questo mix purificato sarebbe, appunto, UNA religione, eventualmente vera, che falsificherebbe tutte le altre.

Dici, infine: ""Qualcuno - anche in questi post - ha fatto notare che anche un ateo crede in un essere superiore - nella natura. Ma la natura non è un "fantasma", anzi!" Credo però che anche l’ateo prima o poi si ponga la celebre domanda, pothen i phisis?, da dove ha origine la natura?

Infatti anch'io me la pongo. Ma, scusami, è ben diverso porsi la domanda di come sia sorto l'Ente per eccellenza esistente e domandarsi come sia sorto un fantasma la cui esistenza è perlomeno dubbia e che poi avrebbe creato l'Ente per eccellenza esistente....


Shevek

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