Re: concetto di "donna" nelle religioni cristiane

Inviato da  shevek il 28/1/2006 12:57:30
Salve sono un senzadio...
che ha avuto il computer rotto e finora non ha potuto partecipare alla discussione. Devo perciò riepilogare la mia posizione in generale sull'argomento, che avrei comunicato precedentemente.
1. La Psichiatria Sistemica (Bateson, Watzlawick...) potrebbe essere una strada per comprendere come la religione possa sorgere dalla normale interazione sociale "disturbata", senza scomodare ipotesi su particolarità più o meno passate o presenti del cervello dell'homo sapiens sapiens. Mi rendo conto che mettere a confronto le "voci" del credente e del cosiddetto "folle" è poco politically correct, ma, se vogliamo ananlizzare oggettivamente le cose, ciò che caratterizza un credente in generale è la fede nei "fantasmi" (in senso filosofico, di oggetti incomunicabili empiricamente a livello intersoggettivo - penso, p. e., all'analisi di Max Stirner della faccenda, che mi sembra assai valida).
2. Perchè, allora, una religione è stremamente potente ed un povero folle è il paria della società? Si tratta, credo, di una questione di incidenza sulle gerarchie sociali: le religioni vincenti si sono caratterizzate, storicamente, per la loro capacità di utilizzare la propria credenza per sottomettere il resto dell'uimanità - ivi compresi la maggioranza dei loro "semplici credenti" senza particolari ruoli istituzionali - ai loro voleri. Questo spiega, tra l'altro, perché nelle religioni storicamente date siano oggettivamente prevalenti le opzioni gerarchiche e sottomissorie nei confronti della grande maggioranza dell'umanità (donne, omosessuali, miscredenti, classi inferiori, ecc.): queste, a differenza di chi pratica le altre opzioni più tolleranti, riescono a conquistare larghe fette del potere politico e lo usano per autoperpetuarsi. Le religiosità altre restano minoritarie fino al momento in cui non optano nch'esse per la scelta gerarchica (il caso più recente, credo, sia quello della massoneria).
3. Questo implica che le religioni siano tutte false? Di per se no: UNA potrebbe anche essere vera (necessariamente le altre no). Si tratta, allora, di verificare caso per caso se le opzioni fideistiche dell'una o dell'altra abbiano senso logico, cioé possano essere effettivamente vere, indipendentemente dalla credenza soggettiva che una o pù persone possano avere in esse (un lavoro del genere l'ha fatto Spinoza, mostrando come sia il monoteismo sia il politeismo siano oggettivamente impossibili).
4. Qualcuno - anche in questi post - ha fatto notare che anche un ateo crede in un essere superiore - nella natura. Ma la natura non è un "fantasma", anzi!

Salut y Libertad
Shevek

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