Re: Approccio alla Bibbia. chiavi di lettura

Inviato da  Rickard il 13/6/2015 13:53:41
L’elemento veramente sconcertante in tutta questa querelle non è tanto l’interpretazione “estrema” (alieni, civiltà evolute ecc.), quanto per il grado di certezza assoluta esibito dai suoi sostenitori, basandosi esclusivamente sull’interpretazione di un insieme di testi, di autori ignoti e di cui non si può ricostruire la storia esatta.

Prima di proseguire, riprendo una cosa che avevo scritto prima che ho l’impressione sia passata un po’ in sordina (magari sono stato colpito anch’io dal non cagatur )

Citazione:
Leggere senza interpretare è un ossimoro, una cosa è impossibile per definizione.

La parola è un mezzo artefatto per tradurre i pensieri e i concetti in informazioni comunicabili agli altri. Per sua natura è un mezzo imperfetto e limitato. Nella vita, ci sono un sacco di volte in cui le parole “non bastano” a rendere ciò che sentiamo e ciò che vogliamo.

Lo scritto è la parola fissata in un supporto duraturo (carta, legno, pietra ecc.), dunque soffre delle stesse limitazioni e di limitazioni aggiuntive. Quando parli con una persona, la vedi. Vedi il suo stato d’animo, il linguaggio del corpo, senti il tono della voce. La parola viene integrata da tutto questo “non detto” ed è per questo che parlare “a voce” è sempre più chiaro e preferibile a uno scritto impersonale.

La parola scritta invece non può beneficiare di tutto questo (vedere chi parla, il linguaggio del corpo ecc.), dunque, leggendo, devi cercare di immaginare, cioè di interpretare, lo stato d’animo di chi scriveva, per capire cosa intendesse, aldilà delle fredde parole impersonali. Qui era serio o è un discorso sarcastico? Questa frase va presa così com’è, oppure è la metafora di qualcos’altro?

Libri di migliaia di anni fa sono pregni di una cultura e di una forma mentis che oggi non esistono più, in aggiunta alle grandi difficoltà di tradurre da lingue antiche con concetti spesso intraducibili.

Questo per dire che non esiste il “leggere così com’è”, figuriamoci per dei testi in una complessa lingua antica di migliaia di anni fa.

La premessa è importante perché aumenta lo sconcerto nel vedere l’assoluto grado di certezza dei sostenitori di questa interpretazione, che si rifiutano persino di chiamare “interpretazione”. Più e più volte è stato detto che “è tutto chiaro”, “è tutto evidente” ecc.

Dunque, non viene ammessa nessun tipo di conclusione o inferenza che non sia la loro.

È da questo che deriva la qualifica di “fideistico” riferito a tale teoria: l’intransigenza assoluta delle opinioni. La non disponibilità a vero dialogo (chi è in disaccordo “non sa”, “non vuole vedere” o viene accusato di essere un baciapile) e soprattutto il ritenere vera una teoria che non si può in alcun modo confermare personalmente e di cui non si hanno riscontri osservabili.

Qui nessuno sa (e verosimilmente saprà mai) l’Ebraico antico, dunque si tratta di credere per buona fede alla bontà di certe traduzioni e interpretazioni, traendo dalla loro lettura le “prove” e le “dimostrazioni”.

Contemporaneamente, è tutto “sui libri”, in quanto queste teorie vengono ritenute vere, ma poi c’è un disinteresse assoluto, quando non un rifiuto, a mettersi a cercare le tracce empiriche e osservabili che queste teorie avrebbero lasciato. Si parla di cose come complesse civiltà aliene, tecnologie evolute e un’infinità di altre cose, ma gli unici “esempi” portati sono le solite costruzioni più o meno “megalitiche”, i cui tratti e scalini si dovrebbero essere la prova dell’origine dell’umanità, dei cherubini robotici e così via.

Nello sviluppo della discussione, vari versi e passi della Bibbia sono stati analizzati e sviscerati. È stato un utile esercizio, poiché ha fatto emergere ancora una volta lo strano metodo dei sostenitori: se veniva offerto un altro tipo di interpretazione argomentata di quei passi (ed è stato fatto), il tutto veniva semplicemente rifiutato. Liquidato con battutine. Veniva detto che “è tutto evidente”. È tutto semplice”.

Semplice. Anche questa parola è stata molto usata nel topic. La lettura della Bibbia è semplice. Il vedere l’autentico significato dei versi è semplice. In poche parole, è tutto molto semplice.

La cosa che merita di essere sottolineata è l’utilizzo di tecniche di marketing e comunicazione per divulgare quella che sarebbe la verità. Usare continuamente battutine, i continui rimandi alla semplicità, il dichiarare tutto come “evidente”, è un metodo per banalizzare tutto, impedendo di scendere nei dettagli profondi delle questioni. È questo il metodo che molti “furbi” usano: sfruttano la propria capacità comunicativa e si mantengono sempre un livello di scarsa complessità, senza affrontare i dettagli delle cose, in modo tale che ciò che dicano fili sempre liscio come l’olio, perché è un misto di semplicità e “ammiccamento” a chi ascolta, che viene condotto per mano verso la conclusione prefissata senza nemmeno accorgersene. In una parola: propaganda.

Spesso non occorre “dire chiaramente” qualcosa. Basta “farlo intuire”, suggerendo la direzione da seguire e “ammiccando” a chi ascolta, in modo che scatti la complicità e che il tutto “fili liscio come l’olio”. Per fare un esempio, è in questo modo che Biglino può suggerire che gli elohim sono alieni senza incappare nella scocciatura di dirlo apertamente (assumendosi gli oneri di tale affermazione).

Non dico che si tratti di una cosa intenzionale da parte di tutti coloro che la fanno, ma il fenomeno è presente e si è massicciamente manifestato in questo topic.

Faccio un parallelo con i film di fantascienza: in quei film, un sacco di problemi e scocciature sono sempre risolti o ignorati, in modo che la storia possa andare avanti e che non ci siano tutti gli inciampi della realtà. Semplicemente, è stato trovato un metodo per andare più veloci della luce. Le modifiche genetiche sono state fatte da un gruppo di scienziati. Un ricercatore ha creato l’intelligenza artificiale. Non ci si sofferma mai sui dettagli profondi di queste conquiste, sono date per acquisite perché sono un mezzo tramite il quale viene narrata la storia.

È questo il vero elemento fantascientifico che ravviso nella lettura di Biglino (più che gli alieni, la tecnologia ecc.). Lui ha una storia precisa da raccontare e molti elementi al suo interno sono funzionali alla prosecuzione di tale racconto. Per questo le cose non si affrontano sui dettagli profondi. Per questo altre interpretazioni vengono cestinate velocemente. Perché c’è una storia da raccontare. Cioè, c’è uno scopo da conseguire.

Questa è la vera essenza del farla troppo semplice tanto usato in questo topic.

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