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Se l'approccio alla bibbia fosse libero da retaggi culturali, morali ed educativi, indiretti e meno, ci si renderebbe conto che nella prima parte
[del vecchio testamento] qualcuno si è fumato gli acidi; poi nella seconda, ecco arrivare un nugolo di pazzi che litigano per il diritto a una linea di sangue, incorniciata da vendette al suono di superpoteri e gestiti ancora più pazzamente; nella terza si ha come la sensazione che nessuno sa più dove ad andare a sbattere la testa, tra lamenti, proverbi e prove di resistenza dal sapore fantomatico - sfumate in giochi sadomasochistici (per essere gentili);
...
nel nuovo testamento, nella prima parte: finalmente si inizia a respirare un po, ERA ORA
.... c'è una coerenza di fondo e una voglia di giocare a capirsi, almeno giocare, almeno quello; quindi la figura di un uomo con due palle grandi così, e in opposizione all'ipocrisia per eccellenza (e proprio a tirare simbolicamente merda a tutto il vecchio testamento). Poi, nella seconda parte, ecco che qualcuno (di nuovo) re-inizia a partire per la tangente: visioni, folgorazioni, frustrazioni, umiliazioni, intuizioni, sacri doveri, allusioni, missioni, che due coglioni ...
... e nella terza e ultima parte, EH BEH ... arriviamo al delirio puro
come quasi a riallacciarsi con la Genesi e gli acidi sotto cui è stata scritta.
Si può concludere il tutto con una vecchia battuta (vediamo chi sa di chi è - vietato googlare):
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Il libro dei libri inizia con uomo e una donna in paradiso, e finisce con l'apocalisse.
Infondo il senso è tutto lì. Né più né meno. L'unica verità incontrovertibile.
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