Re: Luogocomunardi e religione

Inviato da  Freeanimal il 7/12/2009 20:17:08
Vi ringrazio tutti per aver riportato la discussione entro i binari del civile confronto di opinioni. A Sitchinite, colui che non voleva parlare di animali, provo a rispondere su dove io farei passare la demarcazione tra “persona” e “non-persona”. A questa domanda, in verità, aveva già risposto Geremia Bentham, vissuto a cavallo tra il XVIII e XIX secolo, e io penso di potermi associare a lui. Dice così: “Per sapere se gli animali sono come noi, non dobbiamo chiederci: “Possono ragionare?”, oppure: “Possono parlare?”, ma dobbiamo chiederci: “Possono essi provare dolore?”.
Tutta la successiva filosofia utilitaristica, con l’australiano Peter Singer in testa, ricalca le stesse orme, e un principio espresso così chiaramente mi sembra difficile poterlo confutare. O trovarne uno migliore. Uno slogan abbastanza diffuso fra gli animalisti, dice così: “Non mangerò nulla che abbia occhi”. Quando ci vogliono prendere in giro, facendoci il verso, ci dicono: “Non mangerò nulla che proietti ombra”. Ma questo è un modo per distrarre l’attenzione dai nostri doveri morali nei confronti degli animali, doveri che dimostrerebbero la superiorità della nostra specie sulle altre. Fra tutte le religioni, benché non sia propriamente una religione ma una filosofia, il Buddismo è quello che meglio incarna il principio del rispetto di tutti gli esseri viventi, arrivando al punto di benedirli, quotidianamente, come un mantra benefico dotato del potere di cambiare le cose. Anche l’Induismo mostra la necessità del rispetto, ma solo in relazione alla metempsicosi. Quando c’è stata la prima ondata di mucca pazza, con conseguente abbattimento di migliaia di esemplari, la nutrita comunità indù in Gran Bretagna si riuniva per pregare in favore delle mucche. E anche se questo non ha cambiato i piani di abbattimento previsti dalle autorità sanitarie, è stata una testimonianza di compassione encomiabile, in un paese dove vivono più di dieci milioni di vegetariani, cioè in una popolazione con una certa sensibilità al riguardo. In Italia non è successo, perché gli italiani hanno una mentalità meno zoofila degli inglesi.
Tuttavia, dotato naturalmente di quella capacità di immedesimazione chiamata empatia, l’uomo, cioè ciascuno di voi, dal cattolico, al satanista, al musulmano persino, può rendersi conto che se un animale vertebrato adulto, nel pieno possesso delle sue facoltà mentali, viene condotto al macello e soppresso, c’è qualcosa che non va: lo dice la nostra coscienza. O dovrebbe dircelo. Come minimo è un’azione arbitraria, che ci fa – questa sì – abbassare al livello degli animali predatori. E dunque, il pericolo paventato da RedKnight di un livellamento verso il basso, cagionato dall’equiparare i diritti, e solo quelli, degli animali ai diritti degli uomini, è puramente teorico, mentre abbassarsi a macellare e mangiare le loro carni sanguinolente contamina e riporta verso il basso degli istinti e della materia bruta molto più concretamente di quanto può fare la richiesta di pari diritti alla vita, alla libertà e alla non sofferenza.
L’affermazione fatta da Calvero, che dopo 14 anni di alimentazione vegetariana, se dovesse mettere in bocca una pezzo di bistecca gli sembrerebbe di masticare un brandello di cadavere, non è pura suggestione, ma qualcosa di più, perché in base al principio di Feuerbach: “L’uomo è ciò che mangia”, eliminando la carne, non solo ne migliora la salute, ma si diventa anche uomini diversi, forse addirittura “superiori”. E lo dico tra virgolette perché un’affermazione del genere fa scattare immediatamente l’accusa di snobismo. Da poco tempo sono venuto a sapere che abbiamo un secondo cervello, spalmato nella parete interna dei nostri nove metri di intestino. Si tratta di una sottile pellicola di neuroni che ha una sua qualche funzione, cioè una ragion d’essere. Io non ne avevo mai sentito parlare, ed è stato Calvero a farmelo sapere per primo. Ora capisco perché si afferma che popoli vegetariani (e persone singole) sono più pacifici dei popoli carnivori (e persone singole), perché mettendo a contatto sostanze in fase di putrefazione, qual è in effetti la carne ingerita, ci si contamina anche a livello cerebrale, ovvero di coscienza e di attitudini mentali. I più grandi maestri di virtù e religione, infatti, erano vegetariani, soprattutto in Oriente e forse lo era anche Gesù, se è vero che faceva parte degli Esseni e se è vero che questi ultimi erano quelli a cui si ispiravano sia i Catari, sia gli esoterici dei secoli seguenti.

A RedKnight:
Ti ringrazio per le informazioni. Uno di questi giorni vado sul sito della UAAR e vedo come si fa a sbattezzarsi. Se dovesse arrivarmi la scomunica scritta, la incornicerei e la attaccherei sul muro di casa, come un trofeo. Sarebbe davvero cosa gradita essere messo nel novero dei liberi pensatori del passato. All’età di 13 anni, quando avevo appena cominciato a studiare la Bibbia con i Testimoni di Geova, spedii una lettera al monsignore di Codroipo, all’insaputa dei miei. Venne a fare visita e li informò della strana letterina, lasciandoli sbigottiti. Non se ne fece nulla, se non una paternale, dal prete e da mio padre, poiché ero minorenne e quindi, per legge, incapace di intendere e di volere. Vediamo ora cosa succederà.

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