Re: GESU' IL SALVATORE

Inviato da  Descartes il 11/12/2008 16:43:59
Citazione:

yarebon ha scritto:

E' un documento importante per capire il passato, dove vi si trovano comunque popoli e situazioni accadute realmente

lo studioso invece cerca di ricavare dalla bibbia (per fare l'esempio) informazioni sugli usi, i costumi, le credenze


Il problema yarebon, è che la Bibbia è un documento pieno di errori anche in quel senso, riportando informazioni storicamente inaccurate e descrivendo usi e costumi in periodi in cui non esistevano affatto.

E' infatti sufficiente consultare un testo scritto da archeologi, invece che da religiosi o fanatici, per scoprirlo.

Uno dei più autorevoli testi è ad esempio questo di Finkelstein e Silberman:


http://www.ibs.it/code/9788843021307/finkelstein-israel/tracce-mose-bibbia

In "Le Tracce di Mosè" due dei maggiori archeologi biblici del mondo illustrano per la prima volta al pubblico non specializzato i risultati di decenni di scavi in Israele e in Egitto, Libano e Siria, e il loro significato per la nostra comprensione dell'Antico Testamento. Scopriamo così che non ci sono prove storiche sufficienti della fuga dall'Egitto né della conquista di Caanan, che la nascita del monoteismo non può essere fatta risalire all'epoca di Abramo, che i primi libri della Bibbia furono redatti solo nel settimo secolo a.C., a distanza di centinaia di anni dagli eventi narrati.

Israel Finkelstein è direttore del Nadler Institute of Archeology dell'Università di Tel Aviv e codirettore degli scavi di Tel Meghiddo, uno dei più importanti siti archeologici biblici in Israele.

Neil Asher Silberman è direttore del Centre for Public Archeology and Heritage Presentation in Belgio.

Dai loro studi emerge che le vicende più note del racconto vetero-testamentario (le storie dei patriarchi, Mosè e l’esodo dall’Egitto, Giosuè e la conquista di Canaan, la monarchia di Davide e Salomone) non trovano riscontro nelle recenti ricerche archeologiche, volte soprattutto a ricostruire le condizioni materiali di vita degli abitanti della Palestina nei periodi storici in cui, secondo la Bibbia, tali vicende avrebbero avuto luogo. Il mancato ritrovamento di ossa di cammelli adulti anteriori al VII secolo a.C., ad esempio, vanifica la descrizione delle sontuose carovane appartenenti ad Abramo ed ai suoi figli; così come l’assenza di tracce di esseri umani nella penisola del Sinai nel tardo bronzo smentisce l’esodo e l’ancora arretrata realtà sociale di Gerusalemme e delle zone limitrofe durante la prima età del ferro collide con l’immagine del ricco stato unitario governato da Davide e Salomone intorno al 1000 a.C. Gli israeliti non sarebbero un popolo venuto da fuori a conquistare Canaan, bensì la sua componente nomade, definitivamente sedentarizzatasi sull’altopiano e differenziatasi religiosamente: la scomparsa di resti di ossa di maiale coincide infatti cronologicamente con la prima attestazione del nome «Israele». E, come ulteriore conseguenza, il monoteismo di questo popolo non sarebbe stato originario e sottoposto a ricorrenti tentativi di introdurre altre divinità, ma sarebbe stato viceversa imposto (non senza contrasti) da una riforma religiosa intesa a supportare le ambizioni politiche del regno di Giuda, e in particolare del suo re Giosia (639-609 a.C.).

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