Re: MMT vs M5S

Inviato da  Davide71 il 22/11/2013 13:34:13
Ciao Witt83,

Sul reddito di cittadinanza il problema è che attualmente non ce lo possiamo permettere.
Sulle pensioni posso offrirti un estratto di un libro sull'economia che ho scritto; purtroppo certe cose richiedono di avere letto le pagine precedenti, ma se hai qualche problema dimmelo.

L’ambito assicurativo è molto legato a istanze sentite dalla collettività come imprescindibili, ed esse si manifestano in tutta la loro forza in materia di pensioni. Il problema, in tal caso, è che tali istanze diventino oggetto di interesse da parte della politica, la quale, lo abbiamo già visto, ha scarsa dimestichezza con le leggi dell’economia. Una volta le pensioni non esistevano. La gente faceva figli nella speranza che essi li accudissero e portassero avanti la loro attività quando fossero stati troppo deboli per farlo da soli. In Italia l’idea di estendere tale istituto, nato nell’ambito del libero mercato, alla generalità della popolazione fu di Mussolini (e non fu certo il primo). Se uno avesse le idee chiare su cosa è una dittatura “di destra” e una “ di sinistra”, non avrebbe dubbi sul fatto che Mussolini fosse un dittatore “di sinistra”; basterebbe soltanto questo fatto per far pendere la bilancia da quella parte. Poco importa che abbia combattuto i Comunisti, perché lo ha fatto solo per il potere. Il fatto che abbia poi difeso la proprietà privata è poi, in realtà, tutto da dimostrare, perché se si limitano le libertà in generale si limita anche quella! Cerchiamo però di limitarci all’istituzione di un piano pensionistico obbligatorio per tutta la popolazione, indipendentemente dal fatto che il lavoratore lo voglia o no e dal fatto che il sistema finanziario sia effettivamente in grado di investirlo. Difficilmente si può concepire una misura di socializzazione dell’economia più totalitaria di questa. In una società normale sono i figli che, con il loro lavoro, portano avanti l’attività dei genitori in un’economia che, normalmente, non cresce più di quanto cresca la popolazione. Adesso abbiamo un sistema finanziario che si appropria di una parte dello stipendio del lavoratore e di una parte del profitto dell’imprenditore (che contribuisce per metà al piano pensionistico dei suoi dipendenti) per predisporre lui gli strumenti affinché l’economia del futuro possa “accudire” i futuri pensionati. Ovviamente potrebbe non riuscirci, e trattandosi di un ente pubblico, possiamo ben sospettarlo, ma non sono solo queste le conseguenze. Il lavoratore potrebbe non fare figli. Non solo la decurtazione del suo stipendio potrebbe impedirgli di farne perché non se lo può permettere, ma potrebbe passargli la fantasia, visto che la pensione gli arriva lo stesso. Qui qualcuno potrebbe pensare che stia dicendo una cattiveria, perché tutti pensiamo che i nostri genitori ci abbiano fatto per amore, e oggi è più facile che sia così rispetto a una volta. Tuttavia se dipendessero da loro per la loro pensione forse si occuperebbero con maggiore impegno dell’educazione dei figli…oops! Ho detto un’altra cattiveria. Ma i genitori amorevoli potrebbero magari permettere ai figli di mettere in piedi un’attività per conto loro se avessero i soldi che lo Stato gli detrae dallo stipendio. Invece i figli, per aprire l’attività, dovranno chiedere un prestito alla banca, con il quale (dopo molti passaggi) arriverà la pensione per il padre. Da qualunque punto di vista lo si veda viene fuori un’assurdità! Intendiamoci, lo sarebbe anche se la pensione obbligatoria fosse affidata al libero mercato, perché questo implica l’obbligo di investire un monte da parte di un ente, quando potrebbero non esserci opportunità di investimento! Figuriamoci se poi i premi finiscono nel calderone della spesa pubblica e della ruberia clientelare. Peggio ancora se il sistema prevede che abbiano diritto alla pensione anche tutti coloro che non hanno affatto maturato un capitale sufficiente per avere diritto ad una rendita, ed è ciò che è successo già con Mussolini, perché esso mandò in pensione anche le persone che avevano smesso di lavorare per limiti di età nei primi anni di istituzione del sistema previdenziale. A questo aggiungiamo i politici che vanno in pensione dopo una legislatura, e tutti i pensionati che sono andati in pensione con la rendita calcolata sull’ultimo stipendio e non sul capitale accumulato (per evidenti fini elettorali), con relativo codazzo di persone che si vedono aumentare provvidenzialmente l’ultimo stipendio prima di andare in pensione! Aggiungiamo anche coloro che vanno in pensione prima del tempo per lasciare posto ad altri assunti (i cosiddetti “Baby pensionati”). Tutte cose bellissime per chi le riceve, un po’ meno per chi dovrà pagare. Insomma, parafrasando Hayek, la solidarietà sociale è una bellissima cosa, basta poterselo permettere! Oltre tutto il sistema pensionistico è una poderosa macchina per il controllo totalitario della popolazione. In assenza di sistema pensionistico una persona può scegliere se aderire ad un piano pensionistico oppure utilizzare i suoi soldi stupidamente oppure intelligentemente. In questo ultimo caso potrebbe comprare una casa per i figli, o per se stesso, oppure investire nell’avvenire professionale del figlio. Con la pensione obbligatoria l’individuo dipende dallo Stato, che sottrarrà ai suoi figli in qualche modo i soldi della sua pensione, impedendo loro di provvedervi direttamente. Ovviamente lo Stato dovrà per forza provvedere affinché i figli abbiano un lavoro, non fosse altro per pagare la pensione ai genitori, e questo sarebbe anche una bella cosa, se non fosse che uno finisce per dipendere dallo Stato dalla maggiore età…e fino ad allora sono infilati nella scuola pubblica! In teoria sarebbero i figli che, accedendo al sistema finanziario, attingono le risorse necessarie allo svolgimento della loro attività professionale, ma per investire occorrono garanzie che non hanno perché i genitori non sono riusciti ad accumulare capitale. Possiamo anche pensare che un bravo imprenditore metta un piedi un’attività industriale e assuma tanti lavoratori, pagando così tante pensioni, sostituendosi così a tante singole attività. Ma è un sogno! Almeno, lo è il pensare che tutti i soldi accumulati possano essere indirizzati produttivamente da bravi imprenditori. La realtà è oltre tutto ben diversa da quel sogno ed è “prevedibile e inevitabile” che sia così. In realtà le pensioni sono solo “un bel sogno”, che diventerà un incubo per chi dovrà pagarle e un’amara delusione per chi le riceverà, come succede adesso. Oggi possiamo facilmente capire che le pensioni attuali sono pagate con emissioni di titoli del debito pubblico, in parte finanziati con liquidità fittizia. Tutto il resto lo pagano i giovani, se riescono a trovare lavoro! In sostanza lo Stato, con il programma pensionistico pubblico, ci ha venduto delle promesse che non è in grado di mantenere. Peggio ancora, ci ha venduto dei sogni che non può tramutare in realtà. Ovviamente quelli che sono al governo cercano di posticipare il più possibile il momento in cui la gente lo capirà, e magari sperano di essere già morti quando succederà.
Se uno volesse esprimere in maniera sintetica, ma anche un po’ semplicistica in realtà, quale sia la “causa” della crisi che le economie occidentali stanno vivendo attualmente, potrebbe dire “le pensioni”, e non sbaglierebbe poi molto…
Il libero mercato, lo abbiamo visto, può in effetti vendere promesse, purché esistano delle regole che permettono di impedire le interferenze con gli altri comparti del mercato stesso, e queste regole sono in effetti state stabilite. Ma lo Stato purtroppo non le rispetta! E se proprio vogliamo dirla tutta, non le rispettano neanche le grandi Compagnie di Assicurazione americane, che sono tutte private. Tuttavia qualcuna di esse fallisce, rovinando i pensionandi e i loro figli, e anticipando negli altri quella delusione che quando proveremo in Italia sarà forse troppo tardi. In definitiva il libero mercato corrompe tutto ciò che non gli appartiene e ne viene corrotto a sua volta.

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