Re: L'inflazione è la tassa sui ricchi?

Inviato da  Makk il 28/6/2011 23:07:15
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Mande ha scritto:
Makk
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In questo caso, la forbice rappresenterebbe la riduzione fra lo stipendio dei salariati e il "dichiarato" dei ricchi. Ed è difficile affermare in automatico che l'inflazione erode di più i ricchi che i poveri. E che l'indice Gini sia una sconfessione della teoria di Pispax. Si esaminano dati parzialissimi.

Come correttamente affermi stiamo esaminando dati parziali.

L'indice Gini effettivamente si riferisce alla forbice dei redditi. Se comunque un ricco si ritrova il reddito ridotto ma vuole mantenere lo "stile di vita", soprattutto in un periodo inflattivo dovrà vendere dei beni e diventare via via sempre più povero anche di patrimonio.

Mhhhhh... ma se il patrimonio si apprezza, aumentano anche le rendite, no?
Quindi anche il fatto che debba vendere qualcosa non è per niente detto.

Inoltre, se vendo qualcosa che vale un botto di più di prima recupero più dell'inflazione e quindi posso venderne meno, di questo qualcosa.

A me sti ricchi che si disfano dei gioielli di famiglia per colpa dell'inflazione non è che su due piedi me ne vengano in mente. Più che altro mi ricordo che, se il ricco arriva a vendersi i beni, è perché ha sbagliato qualcosa lui, non perché il meccanismo dell'inflazione lo ha punito. (peraltro, se vuole dilapidare perché è scemo, non c'è deflazione o inflazione che lo possano fermare).

In periodo di inflazione i poveri hanno meno potere d'acquisto proprio perché non sono "al timone" del loro reddito.
Il ricco può differenziare le modalità di procurarsi l'argent de poche, in qualsiasi tempo. Il povero è dipendente (prima di tutto in quanto lavoratore, dipendente) dalle scelte di tutti gli altri. Se l'inflazione smuove l'economia mangia anche lui, se no son cazzi.

I meccanismi per cui può non passarsela male sonon diversi e nessuno sotto il suo controllo, salvo la sua reazione di unirsi fra poveracci e rivendicare un trattamento economico proporzionato ai tempi (scala mobile). Ma se eliminiamo l'orrido sindacato, all'imprenditore andrebbe benissimo lasciare gli stipendi come stanno, fottendosene dell'inflazione, ché tanto se la sgrugnano i dipendenti.

Citazione:
Resta comunque un dato parziale. Due persone diverse hanno parlato entrambe di Argentina e di come quella data situazione poteva provare, secondo loro, che l'inflazione colpiva i poveri. Hanno fornito qualche dato od anche solo racconto?

Quella è comunque iper-inflazione. Allora anche durante la repubblica di Weimar non eran mica rose e fiori.

Inflazione E scelte folli sono una miscela esplosiva.
Quello che si può dire dell'inflazione è che se la roba costa di più io fatico ad arrivare a fine mese, sono più ricattabile come pretese sul valore della mia mano d'opera, quindi l'imprenditore potrebbe usare questa leva sul costo del lavoro per espandere la sua attività, il che (se fatto decentemente) potrebbe migliorare l'economia, il che potrebbe far girare meglio le cose, il che potrebbe anche far sì che l'imprenditore si arricchisce al punto che la mia rivendicazione salariale (perché in tutto questo io continuo a non arrivare a fine mese) sia talmente modesta rispetto ai suoi introiti che per una volta la soddisfa senza fare troppe manfrine...
... a questo punto, l'inflazione è positiva anche per i poveracci.

Ma se uno qualsiasi degli anellini della catena di eventi qua sopra si spezza, sono cazzi.

Se un governo decide di creare un welfare folle scaricando il costo sulle generazioni future sta nascondendo i costi dell'inflazione.

Se ha una politica monetaria troppo ottimista è debito pubblico che non viene percepito se non lustri dopo nel suo agire.

Se una classe imprenditoriale preferisce sedersi sugli allori e drenare risorse invece di movimentarle la pagherà il sistema-paese appena si affaccerà una sfida internazionale di qualsiasi tipo, ma vattelappesca a rintracciare chi e perché ci rimette.

Se si diffonde la mentalità del "fotti più che puoi", cosicché i poveri scemi credono che la vita sia una lotta infinita a inculare il prossimo e non farsi inculare, la società tutta diventa un tale truogolo di vite ad alti-e-bassi che accorgersi che a guadagnarci sono solo i produttori di vaselina e tutti gli altri stanno lavorando per loro succederà solo dopo vent'anni, SE succederà.

Se sei una nazione in boom economico e dai retta alle "ricette del FMI", se ne accorgeranno i tuoi figli, tu no di sicuro.


Gli anni dell'inflazione al 18% li hanno pagati in seguito, in qualche caso visibilmente: qualcuno sa quanta gente ha perso la casa coi famigerati mutui in ECU? Quelli hanno prosciugato il risparmio (il patrimonio, la ricchezza) dei malcapitati che ci sono finiti in mezzo definitivamente: un lavoratore dipendente non si rialza più da una perdita come quella.

Quando il vecchio bastardo ti dice "alla pensione IO ci sono arrivato, adesso sono cazzi dei giovani" sta parlando di quello.


Non so che testimoniare: so però che la depauperazione della ricchezza generale (e quindi quella diffusa, NON dei ricchi) non lo misuri facilmente, ed è una pietra al collo e una limitazione ai margini di manovra economica (posto che si volesse tentarne qualcuna che non sia solo rattoppo dei buchi) per chi viene dopo.

L'inflazione colpisce i ricchi più dei poveri?
Direi che solo in via teorica e in un mondo perfetto si può fare quest'affermazione alla leggera.

E, scusa Mande, ma la deflazione come dimostrazione per assurdo del suo contrario non mi convince.

La deflazione è crisi. Prima si fermano gli stipendi, poi i consumi (per disperazione).
Tutti gli operatori economici cercano (disperatamente anche loro, ma con le spalle ancora coperte) di strizzare fino all'ultima goccia la ricchezza prodotta. Solo quando la rapa non dà più sangue si rassegnano ad abbassare i prezzi.
A questo punto hai l'arresto della macchina.
Ma intanto hanno continuato a massacrare i consumi come se non si fosse in stagnazione, come se ci fossero ancora le vacche grasse.
Il drenaggio delle potenzialità produttive è più sfacciato e visibile perché ce ne sono poche in circolazione, ma che il cetriolo vada in culo all'ortolano è pacifico.

L'inflazione è una condanna che si sconta a lunghe rate, la deflazione ti arriva l'ufficiale giudiziario con il gran totale in un'unica cartella esattoriale.
Il debitore è sempre lo stesso, però.

E non ha mai il panfilo.
(se non è un cazzone di suo, perché allora qualsiasi andamento abbiano i cambi può farsi male sempre. Ma con la soddisfazione che ha fatto tutto con le sue manine sante, e 'nculo al ciclo economico)

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