Re: L'inflazione è la tassa sui ricchi?

Inviato da  Mande il 22/6/2011 17:37:47
L'inflazione è una tassa occulta che colpisce chi possiede moneta.

E' ovvio dunque che l'inflazione colpisce i ricchi in maggior misura.

Ovvio per molti ma non per tutti leggendo l'articolo di usemlab linkato da Pikebishop che a sua volta è stato copiato dal sito del movimento libertario.
Se una persona ideologicamente non vuol vedere ed ha usato come cavallo di battaglia "Inflazione malattia primaria" ci si può fare ben poco.

E' altrettanto ovvio che l'inflazione colpisce tutti coloro che possiedono moneta ma principalmente i più ricchi.

Se una persona non vuol vedere l'ovvio comincerà a dire cose del genere:
Citazione:

I ricchi, se ne hai conosciuti alcuni, sono sempre in penuria di liquidita'
.................
Come hanno gia' scritto in molti, i ricchi NON HANNO LIQUIDI.

Il che vuol dire ammettere l'ovvio ovvero che l'inflazione colpisce chi ha più moneta ma nel contempo dire che i "ricchi" non hanno moneta ma beni.

Questa argomentazione porta ad alcuni problemi per primo l'annoso delle definizioni:

-Cos'è un ricco?
E' una persona piena di soldi ti dicono oggi. E' seppur vero che possono esistere altre definizioni oggi in disuso. Una persona può essere ricca di felicità ad esempio. Posta però la definizione di ricco come colui che possiede molti soldi l'affermazione di base risulta verificata ovvero l'inflazione colpisce i ricchi.

-Il secondo problema consiste nell'affermare che i ricchi non si trattengono liquidità ma la investono tutta in beni reali salvandosi dunque dall'inflazione. Altro assunto pretestuoso ed infondato.
Posto che i soldi esistono a trilioni e che i "poveri" non ne hanno o al massimo poche migliaia l'uno qualcun'altro deve averli.

In home page ad esempio c'è un articolo sulla Marcegaglia. Una industriale a capo di confindustria può essere definita ricca?
http://www.infiltrato.it/inchieste/italia/dossier-marcegaglia-cosa-si-vuol-nascondere
Citazione:

Beneficiario finale di questi continui passaggi, chiaramente, era Steno Marcegaglia, padre di Emma ed Antonio. In questo modo i soldi sono lievitati a dismisura: basti pensare che, quando ad agosto 2004, si sono interrotti i rapporti tra Steel Trading e Lundberg, il saldo era di 22 milioni (e stiamo parlando solo di due conti su 17), un importo che è stato subito trasferito a Singapore, prima, chiaramente, che arrivasse la magistratura.

La Marcegaglia aveva 22 milioni (di euro mica lire) su un paio di conti correnti esteri. Gli altri quindi conti correnti non si sa.
Ma ovviamente è un caso isolato, Berlusconi piuttosto che Montezemolo o Marchionne hanno il conto in banca sempre in rosso vero?
Raccontatene un'altra che sareste pure più credibili. Certo come ricordava Pike esistono dei poveri che per farsi vedere più ricchi di quello che sono si indebitano fino al collo. Tipico esempio di cultura del credito al consumo dove chiunque può sfoggiare il ferrarino alla modica cifra di 1000 euro per cinquant'anni di debito. Conosco personalmente dei pezzenti che per sfoggiare una villa di lusso quando non potrebbero permettersela hanno fatto firmare ai figli che continueranno a pagare i loro mutui altrimenti sessant'anni di durata non glieli concedevano. Figli che poi sono già quasi predestinati alla disoccupazione a meno che non troveranno la fortuna di un lavoro precario.

Poi c'è il discorso scala mobile / adeguamento salariale.

Una volta introdotta la scala mobile l'inflazione la pagavano tutti meno che i salariati.
E visto che gli impiegati / operai sono generalmente i "poveri" era altrettanto ovvio che l'inflazione la pagavano solo ed esclusivamente i ricchi.
Siccome ciò dava fastidio si creò ad hoc una teoria economica che diceva che l'inflazione era colpa diretta degli aumenti salariali e solo calmierando quelli si sarebbe fermata l'inflazione. Se il governo Craxi credette o meno a questa bufala non mi è dato sapere. Quel che so è che secondo i sacri dettami della scuola austriaca l'aumento dei prezzi deriva direttamente ed inequivocabilmente dall'aumento della massa monetaria e che i lavoratori non c'entrano niente.
Sul fatto che l'aumento dei prezzi derivi in maniera diretta e proporzionale dall'aumento della massa monetaria si può dire che è una ipersemplificazione della realtà ma che è sostanzialmente vero quanto che gli aumenti salariali non ne erano certo i responsabili.
Ciò nonostante il governo cedette alle pressioni degli "esperti" ed abolì la scala mobile. Ora ci sono gli adeguamenti salariali all'inflazione programmata. Ma anche se non ci fossero cambierebbe veramente poco poiché i lavoratori salariati saranno sempre i meno colpibili dall'inflazione.
Questo principalmente per due motivi:

- L'adeguamento salariale può darsi che non copra completamente la svalutazione della moneta ma almeno una parte si. Chi non è salariato non solo perde maggiormente in termini assoluti dall'inflazione ma anche percentuale perché lui non recupera assolutamente nulla.

- Anche senza adeguamenti salariali lo stipendio è comprimibile fino ad un certo punto. Nessuno accetta un lavoro pagato meno delle sue spese fisse mensili perché altrimenti va in default. Se col tuo lavoro percepisci mille euro e te ne escono altrettanti tra affitto e beni indispensabili come il cibo sei sicuramente povero ma non potrai mai essere colpito in nessuna misura dall'inflazione. Se le tue spese fisse aumentano a 1500 lo farai presente al tuo datore di lavoro dicendogli che se non ti aumenta lo stipendio sarai costretto a cambiare lavoro perché non ti paghi neanche le spese. Siccome le spese aumentano per tutti il tuo datore di lavoro non troverà nessun altro che possa spendere meno di te e dunque accontentarsi di meno e ti aumenterà lo stipendio.
Se invece eri anche solo un po più ricco e potevi mettere dei soldi da parte come cene al ristorante o regali allora potrai venire colpito un po di più dall'inflazione.

Più ricco sei e più l'inflazione ti da fastidio e non è certo un caso se l'unico obbiettivo della BCE è proprio contenere l'aumento dei prezzi.

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